quotidianosanita.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 7999
Edizione del 23/03/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus. “La prima linea”, nei racconti dei “soldati semplici” del Giovanni XXIII a Bergamo
Anestesisti Rianimatori e Infermieri, ma anche altre Professioni spesso non inprima pagina che operano anch’esse con turni massacranti e ritmi di stressindescrivibili: TSRM, Tecnici di Laboratorio Biomedico, Perfusionisti. Unasquadra che lavora compatta e scopre nuovi stimoli nella multidisciplinarietà,per sconfiggere la pandemia. I racconti dal maggior ospedale della Provinciapiù colpita d’Italia. “La mia giornata inizia alle 7.30, alle 9 faccio laricognizione di tutte le Terapie Intensive, che oramai sono tutte Covid. Siamoarrivati a 80 posti letto. Ogni giorno faccio il punto per sapere quantiintubati ci sono e poi gestisco la clinica...”[front512729]21 MAR - Tutta l’Italia segue con apprensione la situazione nella provincia diBergamo, la più colpita per numero di contagi nella pandemia Covid-19 che staflagellando il nostro Paese. Nel bergamasco i casi sono 4.645 e le immaginidelle bare portate fuori dalla città, con 300 vittime in una sola settimana,hanno fatto il giro del Mondo. “Siamo in guerra” ci dicono gli operatorisanitari del Papa Giovanni XXIII, il maggiore presidio ospedaliero delterritorio, “ma la vinceremo”. E si fanno forza tra loro per battere il“nemico” anche cercando di scherzare, condividendo ad esempio vignette (comequella che riportiamo qui sotto) in cui si ritraggono come soldati al fronteintenti a “sparare” al Virus. Ogni giorno operano anche 24 ore di fila, inmolti passando da una Terapia Intensiva all’altra, svestendosi e cambiandosi inaree “pulite” per poi rientrare in quelle “sporche”. [create_pdf]Medici, infermieri, ma anche tante altre Professioni Sanitarie checontribuiscono, tutte rischiando molto, al debellamento della pandemia. Comegli Assistenti Sanitari e come i Tecnici della Prevenzione, che “tracciano” ilpercorso del Virus, individuando le persone con cui il contagiato è venuto acontatto, in modo da prevenire eventuali focolai. Proprio per questo la FnoTSRM e PSTRP ha rinnovato in una lettera al Presidente della Repubblica, aiPresidenti di Senato e Camera, al Presidente del Consiglio Conte, al Ministro Speranza, alla Conferenza delle Regioni e a CittadinanzAttiva la sua preghieraper una maggiore valorizzazione mediatica e politica di tutte le Professioniche combattono questa battaglia.Ed è proprio il TSRM Angelo Di Naro a introdurci alla situazione nel GiovanniXXIII: “La mia Azienda per far fronte a questa emergenza è stata costretta acompiere diverse riorganizzazioni interne. Sicuramente tra le tante Professioniche hanno riorganizzato la propria attività ci siamo anche noi TSRM. Il PapaGiovanni XXIII può contare su un organico di circa 90 TSRM impegnati nellediverse unità operative. Abbiamo riorganizzato le nostre attività e creato deipercorsi dedicati. Abbiamo potenziato i servizi del Pronto Soccorso e degli RXToraci a letto, dove arrivano i pazienti Covid-19. Siamo impegnati soprattuttosia negli aspetti di controllo che in quelli di monitoraggio della polmonite daCovid”.Di Naro opera sia al Pronto Soccorso che in sala operatoria, “in prima linea”come tutti i TSRM del Giovanni XXIII: “Facciamo una media di 100 RX Torace algiorno, 150 torace per le Terapie Intensive e facciamo anche le TAC. Noi TSRMspesso non appariamo sui media, non siamo visibili al cittadino ma in questomomento garantiamo un servizio indispensabile e, citando il nostro PresidenteAlessandro Beux, 'non surrogabile'. Abbiamo colleghi che saltano i riposi,colleghi che rientrano, colleghi che saltano i turni. I TSRM si spostano da unaTerapia Intensiva a un’altra, con apposite apparecchiature dedicate, cicambiamo in apposite zone ‘filtro’. Chi entra nella zona con pazienti Covid-19deve indossare adeguati Dpi e le apparecchiature vanno continuamentesanificate”.Gli operatori, pur lavorando da mattina a sera e “non tirandosi mai indietro”,riescono a trovare il tempo per percorsi di formazione giornaliera sullapandemia.Lorenzo Grazioli, Medico Anestesista, ci racconta: “La mia giornata inizia alle7.30, alle 9 faccio la ricognizione di tutte le Terapie Intensive, che oramaisono tutte Covid. Siamo arrivati a 80 posti
letto. Ogni giorno faccio il puntoper sapere quanti intubati ci sono e poi gestisco la clinica. La mia giornatafinisce verso le 8 e 9 sera. La casistica dei pazienti è una casistica ampia,qui i pazienti contagiati sono tantissimi e ne abbiamo un enorme numero inTerapia Intensiva. Collaboro maggiormente con gli Infermieri di TerapiaIntensiva e con i Perfusionisti per quel che riguarda la gestione del supportoextracorporeo. Mi sento molto stanco, lavoro con un pazzo, ma nessuno di noi sitira indietro”, ai cittadini Grazioli manda un consiglio: “Le persone devonorimanere a casa così da bloccare il contagio, già siamo al limite: se superiamoquesto limite è davvero un grosso problema”.Corrado Colombo è un Infermiere, anche loro si trovano di fronte a situazionisia rischiose sia inedite: “Noi Infermieri del Papa Giovanni ci stiamoattivando al massimo, in maniera assolutamente propositiva per gestire nelmigliore dei modi l’emergenza Coronavirus. Nello specifico gli Infermieri delleTerapie Intensive continuano a lavorare nel loro settore e fanno attività ditutoraggio agli infermieri inseriti come supporto alle loro attività. GliInfermieri sono stati destinati in altre unità assistenziali e adibiti ad altreattività, ad esempio gli Infermieri delle sale operatorie, trasportano pazientipositivi al Covid-19 verso altre strutture. Gli Infermieri ambulatorialivengono ricollocati in strutture assistenziali sempre per pazienti positivi alCovid-19”.La turnistica? “Tutta stravolta – prosegue Colombo - ma con grandedisponibilità da parte di tutti riusciamo a resistere. Lavorare tante ore sottopressione e con i Dpi, stanca fisicamente”.Nei Laboratori al Giovanni XXIII si opera invece sul fronte dei tamponi,naturalmente con una mole straordinaria di lavoro anche in questo settore.“L’analisi di biologia molecolare per la ricerca del virus Covid-19 – ci spiegail Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico Anna Carobbio - viene eseguitadal personale TSLB del laboratorio di Microbiologia e Virologia con complessestrumentazioni di biologia molecolare, che consentono di estrarre edamplificare genoma virale per discriminare il Virus SarsCov2, responsabiledella malattia Covid-19, dagli altri patogeni respiratori. Il gruppo di TSLBdel settore Virologia è stato sottoposto ad un training forzoso che si è svoltonell’ultimo week-end di fine febbraio per gestire rapidamente e in routine adinizio marzo, l’enorme quantitativo di campioni che in precedenza venivanoconvogliati presso i laboratori di riferimento regionali, ovvero l’OspedaleSacco di Milano e l’IRCSS San Matteo di Pavia”.“Per la gestione dell’emergenza da Covid-19 – prosegue Carobbio - è statoimpiegato personale proveniente da altri laboratori dell’Azienda stessa epersonale TSLB dell’Ats, permettendo così di processare circa 400 tamponi algiorno che afferiscono alla nostra struttura e che provengono non solo daireparti interni ma anche dalle Cliniche ed Ospedali dell’intera Provincia diBergamo. Una Professione, quella del TSLB, che in questi giorni sta combattendouna vera e propria guerra insieme ad altri Professionisti sanitari dell’AsstPapa Giovanni XXIII di Bergamo. Un lavoro silenzioso e semisconosciuto, svoltoda sempre dietro le quinte, ma di fondamentale importanza nell’orientare iclinici nella formulazione della corretta diagnosi”.Davide Ghitti si è appena svegliato dopo un turno di 24 ore, è unPerfusionista: “Non è una novità discutere e trattare a livellomultidisciplinare in merito alle criticità e alle misure di prevenzione,contenimento e trattamento legate ad un rischio infettivo – argomenta Ghitti,Coordinatore del Servizio di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e PerfusioneCardiovascolare (TFCPC), dal 2015 Presidente dell’Associazione TecnicoScientifica AITeFeP e Docente all’Università degli Studi di Milano, anche luidell’Asst Giovanni XIII -. I dati presentati quotidianamente dagli organiufficiali (Ministero della Salute, Iss e Protezione Civile) hanno fattoemergere la parola chiave ‘velocità’”.“Se da un lato – prosegue Ghitti - la velocità ha caratterizzato l’incrementogiornaliero de
i positivi è anche vero che la risposta sanitaria nazionale nonha viaggiato con minor intensità, generando tempestive risposte all’improvvisae crescente emergenza sanitaria. L’accezione negativa del terminevelocità-Covid19 che raccoglie in sé i dati di propagazione e mortalità, deveessere ridotta o azzerata grazie al temine multidisciplinarietà. La spietatainvasione del virus Covid19 a Bergamo, senza dimenticare le altre realtànazionali, ha confermato sia l’eccellenza di Bergamo nello scenario sanitarioma anche la grinta e la forza di un territorio così affascinante. Non sonobergamasco di origini, ho imparato ad esserlo dopo tanti anni passati in questabellissima e generosa città che tra i colori delle montagne e dei laghi, se purtriste e preoccupata, riesce a far prevalere con grinta e perseveranza ilmotto: non molliamo”. “I TFCPC – Perfusionisti dell’Asst Papa Giovanni XXIII fin dal primo giornosono impegnati nell’assistere i pazienti supportati da una metodica diossigenazione extracorporea chiamata ECMO”, prosegue Ghitti. Di cosa si tratta?“L’ECMO rappresenta un potente strumento nel trattamento dell’insufficienzarespiratoria grave, è costituito da cannule inserite nel sistema vascolare,alle quali viene collegato un circuito extracorporeo capace di ossigenareartificialmente il sangue del paziente. La gestione di questo sistema ècomplessa e richiede elevate competenze clinico assistenziali, soprattutto inquesto scenario”. “Oggi – prosegue - beneficiamo delle intense attività di training effettuatecostantemente nel passato che ci hanno dato la possibilità di rispondere inmodo efficace e sicuro alle varie richieste. Il nostro modello organizzativo hapermesso ai TFCPC – Perfusionisti di iniziare il supporto respiratorioextracorporeo anche in altri Ospedali della Provincia per poi trasferire ilpaziente in ambulanza a Bergamo”.“In queste ore stiamo acquistando una nuova postazione ECMO di ultimagenerazione con la quale possiamo trattare fino a 9 pazienti in contemporanea.Dall’inizio di questa veloce emergenza sanitaria – conclude Ghitti -, gliscenari sono molteplici e mutano di ora in ora. Non è diminuita l’attenzione aipazienti non Covid che si presentano alla nostra attenzione; in queste ore peresempio, ne stiamo supportando uno con ECMO al quale sono garantiti i livellidi assistenza di sempre. In questo caso più che mai le Professioni Sanitariedevono insieme fare muro verso la pandemia, saldamente unite come dei mattoni”.Si può aiutare l’Asst Giovanni XXIII a fronteggiare il Coronavirus facendo unbonifico come indicato sul sito aziendale. I fondi raccolti verranno utilizzatiper l’acquisto di Ventilatori, Dispositivi di ventilazione non invasiva,Monitoraggi emodinamici, cuffie, camici e occhiali monouso.Lorenzo Proia21 marzo 2020