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Dir. Resp.
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Edizione del 23/08/2022
Estratto da pag. 1
PESCARA. Nel centrodestra la notte dei lunghi coltelli che fa quadrare il mosaico delle candidature per il voto del 25 settembre ha vincitori e vinti. Sul carro dei primi sale Fratelli d’Italia che sceglie L’Aquila per lanciare la più pesante delle sue candidature, quella di Giorgia Meloni nell’uninominale Camera e nella città dove è cominciata la crescita esponenziale del partito. Che suona più come uno spot elettorale per il partito di Marco Marsilio e del sindaco Pierluigi Biondi che come scelta imposta dall’alto. E ha anche un secondo effetto: quello di addolcire due pillole poco gradite da ingoiare che si chiamano Fabio Roscani, presidente di Gioventù nazionale e dell’ex 5 Stelle marchigiana passata a FdI, Rachele Silvestri, rispettivamente capolista e vice nel proporzionale Camera. Ma non sono due veri paracadutati, il primo con l’elezione certa, la seconda invece con il compito di aprire le porte ad Antonio Tavani, presidente dell’Ater Chieti-Pescara, che in lista è seguito dalla marsicana Benedetta Fasciani.Il quadro degli eleggibili di FdI si completa con Guido Liris (Uninominale Senato) ed Etel Sigismondi, coordinatore regionale, che si sposta dalla Camera al Senato dove è candidato capolista al proporzionale, con alle spalle Mirella Rossi (che può aspirare) e il sindaco di Città Sant’Angelo, Gabriele Perazzetti.Sul carro sale anche il leghista Vincenzo D’Incecco che, dopo 48 ore di tira e molla, viene definitivamente piazzato in cima alla lista del proporzionale Senato (seguito da Sabrina Bocchino e Antonio Morgante) e con Luigi D’Eramo al proporzionale Camera e Alberto Bagnai, uninominale Camera Chieti, completa il terzetto degli eleggibili del Carroccio. Ma soprattutto tirano un grosso sospiro di sollievo i forzisti Nazario Pagano e Lorenzo Sospiri dopo il via libera da Antonio Tajani alle candidature da capolista al proporzionale Camera per il primo e al plurinominale Senato per il secondo. Un ok che ha cancellato come una bevuta d’acqua fresca una settimana nel deserto della passione, nel senso evangelico di sofferenza.Un posto, quello di Sospiri, meno certo dell’altro, che pure va conquistato catturando fino all’ultimo voto, ma che garantisce al presidente del Consiglio regionale un’opzione d’oro perché può permettergli di subentrare a Pagano nella guida abruzzese del partito. L’accordo c’è solo a parole, ma è chiaro che a breve arriverà un patto scritto altrimenti potrebbe accadere il peggio. In che senso? La risposta sta tutta in una frase: senza la dote di voti di Sospiri l’altro rischia di non andare a Roma. Il patto a due che diventa a tre se prendiamo in considerazione Mauro Febbo e il suo nobile gesto di lasciare campo libero. E chissà che non venga ripagato magari con quell’assessorato regionale che gli è stato tolto in favore di Daniele D’Amario. Chissà. Ma è ora di passare agli sconfitti che dal carro sono dovuti scendere. Al primo posto non ci sono nomi ma un territorio, il Teramano, cancellato dalla mappa degli eleggibili del centrodestra. La coalizione di Meloni, Salvini e Berlusconi ha tre poli in Abruzzo, L’Aquila, Pescara e Chieti, fatta eccezione per la Rossi. Ma, come si dice, una rondine non fa mai primavera. La quadratura del cerchio ha fatto vittime illustri a partire dalla Lega per arrivare fino a Forza Italia. Negli azzurri, dove l’uscita di scena di Antonio Martino, deputato voluto nel 2018 da Berlusconi in persona, fa di sicuro notizia. E nel Carroccio del Chietino per la comprensibile delusione dell’assessore regionale Nicola Campitelli, scalzato dal semiparacadutato Bagnai.Ma il vero dramma politico è quello del rosetano Giuseppe Bellachioma, deputato uscente che alla Lega fece raggiungere percentuali da record. A lui è stato proposto un misero e umiliante terzo posto nella lista del Senato. No, grazie, ha risposto a D’Eramo in un post che resterà scolpito nella pietra: «Da fondatore del partito in Abruzzo nonché parlamentare uscente ho ritenuto giusto farmi da parte per rispetto della mia storia e di quanti mi hanno sostenuto e ancora mi sostengono. Rimango coerente con
quanto già dichiarato in un’intervista pubblica in merito al mio massimo impegno in campagna elettorale per il bene della Lega e di Matteo Salvini. È stato un vero onore essere un deputato del Parlamento italiano e aver rappresentato le istituzioni. Vi abbraccio tutti e vi auguro una buona domenica».©RIPRODUZIONE RISERVATA