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Edizione del 21/08/2022
Estratto da pag. 1
Albino Ruberti, nomina lampo dopo le minacce. Al suo posto arriva un super tecnico: ecco Stancanelli
Tra una spiaggia della Grecia e una montagna dell’Abruzzo si tenta di chiudere l’affaire Ruberti. Ieri mattina, intorno alle nove, su una delle montagne dell’Appennino, squilla un...
Tra una spiaggia della Grecia e una montagna dell’Abruzzo si tenta di chiudere l’affaire Ruberti. Ieri mattina, intorno alle nove, su una delle montagne dell’Appennino, squilla un telefono. «Ciao Alberto, sono Roberto, Ho bisogno di parlarti». Quel Roberto è il sindaco di Roma Gualtieri, che si trova da qualche giorno su una spiaggia greca e che sta vivendo da lì con il telefono in fiamme proprio per il putiferio che si è sollevato sulla vicenda del suo capo di gabinetto, Albino Ruberti e di quel video diffuso dove lo si vede minacciare e andare su tutte le furie. Alberto è Stancanelli, ora consigliere della Corte dei Conti è capo di Gabinetto del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, e lo fu prima della ministra Paola De Micheli. Il primo cittadino della Capitale, dopo un veloce consulto con i suoi principali consiglieri, ha deciso quasi subito: lui è stato il prescelto che prenderà il posto di Ruberti, il Mister Wolf che risolveva problemi in Campidoglio e che si era ritagliato proprio per questo un ruolo che, a volte, portava a una presenza da qualcuno giudicata ingombrante con intralci tra rappresentanti della politica e funzionari amministrativi. Con Stancanelli non sarà più così. Lui, uomo che viene dalle istituzioni, ha accettato. C’è un forte cambio di passo. Stavolta, nessun accentramento di funzioni, anche perché Ruberti, in molti casi, si era dovuto sostituire ad alcuni assessori creando insofferenze in giunta. D’ora in poi ci sarà solo un team tecnico, di funzionari, che saranno vicecapo di gabinetto di Stancanelli e che affronteranno i temi prioritari e spinosi. Gli assessori, dunque, lavoreranno più in autonomia. È un «tecnico esperto», lo definisce il primo cittadino.



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Il personaggio Chi conosce bene Stancanelli lo descrive come una persona alquanto metodica, precisa ai limiti della pignoleria. È uno di quelli che non perde mai le staffe e non alza mai la voce (dote particolarmente gradita in questo momento, dopo il caso Ruberti). Non è nuovo alle stanze del Campidoglio: dal 2005 al 2006 è stato direttore del Dipartimento delle risorse umane e decentramento (tema ancora non del tutto toccato dall’amministrazione e che, dunque, potrebbe diventare centrale) e poi, dal febbraio all’aprile 2008 ha svolto le funzioni di subcommissario str
aordinario con le deleghe di trasporti, cultura, semplificazione e sport. Una volta eletto sindaco Gualtieri gli chiese aiuto, ed accettò il ruolo di consulente giuridico. Ed è stato fondamentale per la stesura di tutte le norme con le quali il Governo ha aiutato il Campidoglio, come quelle per il Giubileo, i rifiuti e per evitare la chiusura delle metropolitane che hanno rimodulato i tempi delle manutenzioni per non bloccare il servizio. È stato capo di gabinetto del ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti ai tempi del Governo Gentiloni, nel 2017. Ma prima di questo non si era fatto mancare incarichi simili per i Ministri delle Riforme e della Funzione Pubblica. Collaborò con il ministro Bassanini per la riforma della pubblica amministrazione contribuendo a scrivere quei testi normativi che, di fatto, hanno rivoluzionato la gestione degli enti dello Stato, snellendo la burocrazia e attribuendo una maggiore autonomia proprio ai dirigenti pubblici. In sostanza, leggendo quello che per una vita ha fatto Stancanelli, si tratta di un uomo delle istituzioni. Nasce socialista, ma non è legato ad alcun partito della politica romana. Chi lo conosce bene sa che ha buoni rapporti con il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza (con una specializzazione in diritto amministrativo all’Università di Bologna), appena laureato è stato cultore della materia nella cattedra del professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale e uno dei più grandi esperti italiani del diritto pubblico e amministrativo. Stancanelli è sposato e ha una figlia.   Il modello gestionale È un grande amante della montagna (non a caso, Gualtieri lo ha trovato mentre era sui monti dell’Abruzzo). Da un punto di vista formale, in sostanza il Campidoglio avrà una rivoluzione gestionale sul modello di quanto, per esempio, avviene nelle strutture come le prefetture, dove un capo di gabinetto lavora con diversi vice con competenze tematiche. Da qui passeranno le principali questioni all’attenzione dell’agenda politica (come i rifiuti, per esempio), tenendo però presente un principio di forte divisione tra l’ambito politico (dunque, gli assessorati) e quello amministrativo (i dirigenti). Non sono in vista, dunque, le invasioni di campo.

Ultimo aggiornamento: 07:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA