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Dir. Resp.
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Edizione del 09/08/2022
Estratto da pag. 1
La corsa contro il tempo per la raccolta delle firme di Azione è la priorità assoluta. Ma il destino elettorale di Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, ha già probabilmente una certezza: tornerà a candidarsi a Napoli, nella Circoscrizione Campania 1 che comprende il capoluogo regionale e tutta la città metropolitana. Niente collegi uninominali, dove la competizione con i candidati delle coalizioni più forti di centrodestra e centrosinistra sembra a dir poco complicata. E niente Salerno, sua città natale, per evitare il difficilissimo scontro con la forza elettorale del governatore campano Vincenzo De Luca.
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Di nuovo Napoli, dunque, dove i ricordi elettorali di Carfagna sono assolutamente positivi e confortanti. Nel 2016, ad esempio, fu la consigliera comunale più votata in assoluto in città e nel 2018 ottenne la rielezione alla Camera nello stesso collegio nonostante la trionfale affermazione dei candidati 5 Stelle (anche allora, saggiamente, non fu presente nei collegi uninominali, tutti appannaggio dei grillini). Allora però il ministro rappresentava Forza Italia con cui è stata eletta per la prima volta in Parlamento nel 2004. Oggi invece corre con il partito di Carlo Calenda e con un progetto ben diverso sul piano politico, la continuità dell'Agenda Draghi. Anche per lei, dunque, le incognite da affrontare non sembrano poche. A fare la differenza, però, potrebbe essere proprio lo strettissimo rapporto con il territorio di Napoli e della sua provincia che Carfagna ha curato e rafforzato anche nei 18 mesi di governo con particolare attenzione. Lo dimostrano le misure adottate per il rilancio di Bagnoli, la nuova destinazione dell'Albergo dei Poveri, i Contratti istituzionali di sviluppo per la Terra dei fuochi, con un occhio di riguardo per il ruolo di don Patriciello a Caivano, e per l'asse Napoli-Vesuvio-Pompei, tutti interventi già dotati delle necessarie risorse finanziarie per attuare da subito i progetti cantierabili e ora affidati all'operatività degli enti locali. Misure importanti, inutile negarlo, che hanno aperto le porte alla sempre più concreta sinergia tra pubblico e privato nell'alveo del Pnrr di cui Carfagna è stata sin dall'inizio una delle più fervide sostenitrici se non la più fervida tra i ministri. Questo pragmatismo è, non a caso, anche la chiave del messaggio politico rilanciato da Carfagna anche dopo la fine del Patto con il Pd: «Perché dovrei votare chi da anni vende progetti irrealizzabili?» ha scritto mettendosi nei panni degli elettori. Prima, però, come detto, bisogna garantire le firme per la legittimità elettorale di Azione. Impossibile almeno in apparenza parlare di altro. «Alla fine vedrete, saremo noi i primi a presentare le liste elettorali» dice però Paolo Russo, fedelissimo del ministro per il Sud Mara Carfagna e puntualmente al suo fianco quando si è consumato lo strappo da Forza Italia. In tutte le 18 circoscrizioni elettorali del Paese bisogna raccogliere 36mila firme per poter essere legittimati a partecipare al voto del 25 settembre. «E prima occorre depositare il simbolo», avverte il parlamentare di Mariglianella, in provincia di Napoli, cui è difficile negare competenza ed esperienza in materia. L'obiettivo di arrivare comunque al traguardo delle firme previsto dalla legge (anche se c'è chi dice che il partito di Calenda dovrebbe esserne esentato avendo partecipato nel 2019 con il Pd alle elezioni europee con il nome Siamo europei) peserà anche in caso di alleanza con Italia Viva di Matteo Renzi e di Terzo Polo. Azione vuole cioè ribadire la propria maggiore consistenza di consensi quando si tratterà di stabilire, in caso di accordo, se ci sarà un'unica lista o due liste se
parate ma unite sul piano elettorale.Naturalmente, tutto dipenderà dalla capacità di ottenerle quelle 36mila firme nei giorni del periodo più vacanziero dell'anno. I coordinatori regionali stanno lavorando su due elenchi: uno di soggetti disponibili a sostenere la presentazione delle liste, un altro di coloro che dovranno essere pronti ad autenticare le firme presso un notaio, un avvocato, la sede del partito. E a cavallo di Ferragosto (il termine ultimo è il 20 agosto) convincere chi non è in zona a rientrare non sarà facilissimo.
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