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Edizione del 29/07/2022
Estratto da pag. 1
Carfagna si candida con Calenda per fermare gli "estremismi". Toti fa il figliol prodigo e torna nel centrodestra
Finalmente Mara Carfagna, alla quindicesima intervista (oggi sul Corriere) nella quale descrive il suo travaglio interiore, fa sapere che lascia Forza Italia. Non proprio una novità, così come non è una novità la scelta di candidarsi con Carlo Calenda. “Oggi formalizzerò la mia candidatura con Azione di Carlo Calenda, che rappresenta a mio giudizio l’unica proposta politica capace di salvare il Paese da una nuova stagione di estremismi”. Estremismi che dal 2006 le permettono di sedere in Parlamento. Ma sorvoliamo.
Carfagna: vorrei avere ancora Draghi premier
Per l’ex esponente di Forza Italia andare da soli alle elezioni non sarebbe la scelta migliore: “La corsa ‘in purezza’ – afferma – sarebbe bellissima e anche più facile, ma so bene che le regole del sistema elettorale non la aiutano”. Carfagna poi ribadisce la sua stima per l’attuale presidente del consiglio: “Da cittadina vorrei avere Mario Draghi premier anche nella prossima legislatura, e i sondaggi ci dicono che oltre metà degli italiani, compresi tanti elettori del centrodestra, la pensa allo stesso modo. Mi candido con Azione anche perché è il solo partito a dire apertamente che Draghi sarebbe ancora il premier ideale”. Quanto al presidente di Forza Italia, “ho avuto una lunga conversazione con Berlusconi, che ha speso bellissime parole di apprezzamento per il mio lavoro – rivela la ministra – La stima reciproca rimane intatta. Ma non potevo restare in un partito che, davanti a una scelta di crisi, tra salvare il Paese ed esporlo a un’ennesima avventura, prende la seconda strada senza neanche chiedere: quali sono i rischi per le categorie, per le imprese? Che succede al Piano di Ripresa se revochiamo la fiducia?”.
Carfagna: i rapporti Lega-Russia sono ambigui
Sulla vicenda dei rapporti tra la Lega e la Russia, Carfagna sostiene che “l’ambiguità è nei fatti, non è un’opinione, e ogni timore è fondato”. “Nel 2018 – ricorda – il Contratto di governo stipulato dalla Lega con i Cinque Stelle definiva la Russia ‘interlocutore strategico’. Le relazioni di Salvini e Meloni con Viktor Orbán, che in questo momento è una sorta di quinta colonna russa in Europa, non sono mai state interrotte”. Il solito repertorio demonizzante, dunque, che la Carfagna sposa in pieno adattandosi alla narrazione del campo largo dove ora va a cercare casa.
Toti torna nel centrodestra
Ma per una che va c’è un altro che torna. Si tratta di Giovanni Toti, che dopo avere accarezzato l’idea di uno schieramento che portasse avanti l’agenda Draghi, ha pensato bene di tornare all’ovile. Anche se Salvini e Meloni – scrive oggi Il Messaggero – “pongono le loro condizioni: Toti torni, ma il suo percorso deve essere chiaro, basta oscillazioni di qua e di là. Ma il rientro di Toti è interesse di tutti. In Liguria ci sono 4 collegi uninominali per la Camera e 2 per il Senato, e lì in passato il centrodestra ha perso le elezioni per una manciata di voti. Quindi Toti – è il ragionamento – può fare la differenza”.