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Edizione del 25/07/2022
Estratto da pag. 1
Letta lancia il listone unico con Calenda e i transfughi forzisti. Rebus Renzi - Affaritaliani.it
Il Pd vicino all''alleanza con Calenda e Più Europa. Corteggiati gli esuli di Forza Italia. Rebus Renzi: "Il veto di Letta sarebbe astio"
 La caduta del governo Draghi "è stata un suicidio collettivo della politica italiana", con M5s "le nostre strade si sono separate", la separazione "in queste elezioni è irreversibile". Parole nette quelle del segretario dem Letta che per la lista Democratici e progressisti chiude definitivamente al Movimento 5 stelle.

Il dialogo è con la sinistra di Articolo Uno, con i Socialisti e i Verdi. E con Calenda che con Più Europa domani presenterà il manifesto di Azione. E rilancerà un appello a chi guarda all'agenda Draghi. Tra questi gli ex ministri di Forza Italia (in primis Gelmini).  L'ex ministro dello Sviluppo è a un bivio: nei giorni scorsi era orientato ad andare da solo alle elezioni ma l'invito del Pd (anche se non esplicitamente di tutto il partito del Nazareno) verrà tenuto in considerazione anche se il nodo dell'alleanza non dovrebbe essere sciolto subito. L'apertura c'è: "Apprezzo - ha spiegato Calenda - il fatto che finalmente abbia detto no ai 5 stelle. Noi siamo pronti a discutere, ma con chiarezza sul gas e i rigassificatori o sui rifiuti e i termovalorizzatori. Se no tradiamo l'idea dell'agenda Draghi".

Intanto Roberto Speranza dice sì a Letta ma a sinistra del Pd si riflette sulla proposta del leader dei dem. Anche i rosso-verdi Fratoianni e Bonelli pronti al dialogo, chiedono però di ricucire con i grillini. "Ipotesi di alleanza tecnica", scrive Repubblica. Tra i possibili appartenenti a questo raggruppamento anche gli esuli di Forza Italia, da Renato Brunetta a Mara Carfagna passando per Mariastella Gelmini.  Tanto che il Fatto Quotidiano gioca sui nomi e da "campo largo" passa a parlare di "campo laido".

"Pronti ad andare da soli, il veto di Letta sarebbe astio". Cosi' Matteo Renzi in un'intervista al Corriere della Sera. "Se c'è un veto politico su di noi ne prendiamo atto. Dopo le elezioni ciascuno risponderà delle sue scelte. In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini, Orlando qualcuno mettete su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creando il mito di 'fortissimo riferimento progressista'? Se invece il veto legato all'astio di Letta per le vicende del 2014 non possiamo farci niente: per noi conta la politica, non i rancori personali".

Enrico Letta è il candidato premier migliore? "Letta è segretario del Pd, decida lui. Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere le elezioni che sembravamo già che sembravano già perse: Stefano Bonaccini. Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra, ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile". "Tutte le mie scelte dei prossimi mesi - osserva il leader di Iv - saranno ispirate da questo obiettivo: un nuovo governo Draghi, non un governo Meloni-Salvini".

E' pronto a correre da solo? "Sì. E al momento questa è l'ipotesi più probabile. E anche quella che trovo più affascinante. Se prevale l'intelligenza politica e si costruisce una coalizione vera, ci siamo. Ma se ciascuno vuole tenere le sue bandierine e pensa di poterci abbindolare con due seggi o tenerci fuori con un veto, beh, non ci conoscono". Perché non trova un'intesa con Calenda, incompatibilità caratteriale? "L'incompatibilità caratteriale non c'entra nulla: bisogna salvare il Paese, non fare le vacanze insieme. Sui contenuti non siamo lontani ma adesso dipende da lui. Noi in questi mesi non abbiamo mai fatto polemiche con Azione non inizieremo certo adesso".

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