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Edizione del 22/07/2022
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Taranto, medico muore in corsia. L’ordine: turni infiniti. E la Procura apre un’inchiesta
Giovanni Buccoliero, primario facente funzioni, è stato stroncato da un infarto mentre era al lavoro al Giannuzzi di Manduria
il caso

Mezzogiorno, 22 luglio 2022 - 11:07

Taranto, medico muore in corsia. L’ordine: turni infiniti. E la Procura apre un’inchiesta

Giovanni Buccoliero, primario facente funzioni, è stato stroncato da un infarto mentre era al lavoro al Giannuzzi di Manduria

di Cesare Bechis

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Tragedia ieri mattina all’ospedale «Giannuzzi» di Manduria, in provincia di Taranto. Come primario facente funzione, Giovanni Buccoliero stava facendo il giro tra i pazienti ricoverati nel reparto di Medicina per controllare la situazione e organizzare il lavoro. All’improvviso ha avuto un malore e ha perso i sensi senza riuscire più a riprendersi, nonostante tutti i tentativi fatti dai suoi stessi colleghi anestesisti e rianimatori che sono subito accorsi per aiutarlo.

Il medico 60enne, colpito da infarto, è morto in servizio. Lascia la moglie e tre figli. Il suo turno di lavoro, secondo fonti della Asl, «sarebbe cominciato oggi (ieri sera, ndr) alle 21, per concludersi domani (questa mattina, ndr) alle 7». La sua scrupolosità e il fatto che sostituisse il primario di Medicina lo portava comunque in reparto anche la mattina. I magistrati della Procura della Repubblica di Taranto, coordinati da Eugenia Pontassuglia, hanno aperto un fascicolo per accertare i fatti e stabilire eventuali responsabilità. Immediate sono scoppiate le polemiche, orientate tutte ad attribuire la morte del medico a un indubitabile stress lavorativo dovuto alla necessità di coprire i vuoti di organico. In particolare tra i colleghi sì è diffusa rabbia per i turni massacranti cui sono tutti sottoposti per la cronica carenza di medici e infermieri che sta mettendo sotto pressione tutti i reparti di ogni ospedale.

La reazione dei sindacati e della politica «La sanità tarantina è al collasso – commenta Paolo Peluso, segretario generale di Cgil - e la tragica scomparsa di un medico, colpito da infarto mentre era addirittura in servizio conferisce ancora più assurda e insensata violenza ad uno scenario da conflitto bellico. I medici al fronte nei difficili anni della pandemia, oggi allo stremo delle loro forze, pagano ancora con la vita, e con la compressione dei loro diritti una politica scellerata di tagli e precariato in sanità».

Secondo Peluso, i numeri della fragilità del sistema sanitario si racchiudono nei pronto soccorso: al Santissima Annunziata di Taranto operano 13 dirigenti medici su 30 previsti; al San Pio di Castellaneta 9 su 20; al Valle d’Itria di Martina Franca 10 su 20. La Cgil chiede un incontro con il direttore generale Gregorio Colacicco per «rappresentare proposte e idee praticabili. Se non ci sarà dialogo, ci sarà mobilitazione». La Funzione pubblica della Uil ha già «formalizzato una richiesta di incontro al direttore generale sulle condizioni di lavoro e sui turni di servizio del personale del Comparto e della Dirigenza Sanitaria». Parole dure anche da parte del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo. «C’è un’oggettiva carenza di medici – è scritto in una nota - ma è altresì oggettiva la carenza di modelli organizzativi adeguati in questa Sanità di Emiliano. È sconcertante l’ipotesi avanzata secondo la quale la morte del collega medico possa essere collegata allo stress correlato al lavoro. Sconcertante sì, ma resta un’ipotesi plausibile se è vero che il collega era al lavoro da 24 ore. Servono modelli organizzativi differenti da quelli in atto ormai superati».

Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei medici di Taranto sottolinea che Buccoliero «lascia a noi tutti un esempio di grande professionalità ma anche un monito a riflettere sulle condizioni difficili in cui di questi tempi si svolge il nostro lavoro».

La protesta degli ordini dei medici e della federazioneFilippo Anelli«Vicinanza» alla famiglia del dottor Buccoliero è stata espressa anche dal presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, a nome del
comitato centrale e di tutti i presidenti d’ordine, riuniti oggi in consiglio nazionale. «Vicinanza anche al presidente dell’ordine dei medici di Taranto, Cosimo Nume e a tutta la comunità medica tarantina». «Abbiamo più volte evidenziato - ha aggiunto Anelli - il grave disagio dei medici, sottoposti a superlavoro, a turni infiniti, senza possibilità di fruire dei riposi previsti dalla legge, o delle ferie. Abbiamo sollevato quella che abbiamo definito la ”questione medica”, la abbiamo posta al ministro della Salute Roberto Speranza e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in una Conferenza dedicata. L’errata programmazione delle Regioni, unitamente al blocco delle assunzioni legato al tetto di spesa del fondo per il personale, fermo al 2004, ha determinato una drammatica carenza di personale. È inaccettabile che siano gli operatori sanitari a scontare questi errori con la salute e, persino, con la vita». La sicurezza sul lavoro, conclude Anelli, «è, per tutti, un diritto costituzionalmente tutelato. Per i medici, deve esserlo a maggior ragione, perché è presupposto della sicurezza delle cure. Laddove le carenze di personale sono gravi, è meglio chiudere l’ospedale e concentrare i professionisti nelle altre strutture, piuttosto che assistere a conseguenze drammatiche».

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22 luglio 2022 | 11:07

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