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Edizione del 16/07/2022
Estratto da pag. 1
Lega e Forza Italia con Draghi, ma solo se i 5S escono dalla maggioranza - la Repubblica
Il centrodestra di governo: “Non faremo scelte in base ai sondaggi. Difendiamo gli interessi degli italiani con serietà e coerenza, non avendo tim…
"Sarebbe scandaloso mettere insieme il quarto governo calato dall'alto". Giorgia Meloni pone nuova pressione agli alleati. Spinge verso il ritorno alle urne Lega e Forza Italia che restano più prudenti: "Non faremo scelte in base ai sondaggi", dice in serata il leader del Carroccio. Da un lato, la Destra che sta all'opposizione e invoca la chiusura della legislatura. Dall'altra, i compagni di viaggio che invece siedono fra i banchi della maggioranza e sulla via delle elezioni rimangono un passo induetro. Meloni non ha dubbi: "Dubito che questa crisi rientrerà", afferma la presidente di Fratelli d'Italia, non dimenticando una stilettata per Salvini e Berlusconi: "Si parlano in queste ore ed è normale, dovevano farlo di più prima per portare a casa cose di centrodestra".

È il momento della tattica. Di certo, il Carroccio e gli azzurri non forniscono una sponda a Draghi. In una nota dal parto lungo e travagliato, e diramata infine a ora di pranzo, i due partiti chiedono, come condizione per il loro sostegno al premier, che i 5S non facciano più parte della coalizione: "Non è più possibile contare sui 5S in questa fase così drammatica". Ciò significa un no all'ipotesi di una conferma dell'attuale perimetro della maggioranza. Draghi, è il messaggio, dovrebbe accetta uno scenario diverso.

D'altronde, i vertici dei due partiti sottolineano di essere "alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No". Berlusconi e Salvini, ancora, segnalano non a caso che era stato lo stesso Draghi a dire che il partito di Conte "ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo".

Conclusione: "Il centrodestra di governo continuerà a difendere gli interessi degli italiani con serietà e coerenza, non avendo timore del giudizio degli italiani". Sia la Lega che Fi si confrontano con le resistenze dei governisti: Salvini ha sentito ieri i dirigenti e i presidenti di Regione Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, che vedono con perplessità l'interruzione dell'esperienza Draghi. Ma ormai tutti mettono nel conto il possibile crac. Anche il ministro Giorgetti, che aveva indicato con speranza i "tempi supplementari" dopo il no dei 5S in Senato, ieri è parso più pessimista. Ammettendo che "le squadre sono ormai stanche" e che la "partita è difficile da sbloccare".

Per capire il sentimento di molti leghisti basta sentire l'ex sottosegretario Edoardo Rixi: "Non vogliamo avere più nulla a che fare con i 5Stelle. E non vedo in questo Parlamento una maggioranza capace di dare un governo utile agli italiani. Nel partito in molti la pensano così". Salvini ha lanciato un sondaggio sul suo profilo Facebook. Rivolgendosi agli elettori: "Cosa vi augurate che succeda adesso?". Un modo per provocare una risposta certa: quindicimila commenti, la maggior parte dei quali con richiesta di elezioni.

La strategia rimane però quella di rimandare la palla delle responsabilità sul campo avverso. Così in serata, nei comizi di Arcisate e Caronno (Varese), Salvini dice che mercoledì in Senato "la Lega farà quello che serve agli italiani" ma cosa accadrà "dovete chiederlo a Conte che ha inventato di far casino o al suo amichetto Letta che senza il presidente dei 5Stelle non va da nessuna parte". Per il senatore milanese "con certa gente che cambia idea dalla sera alla mattina è difficile costruire qualcosa". Salvini, incalzato da Meloni, garantisce che il centrodestra sarà compatto e circola anche l'ipotesi di un vertice dei leader prima di mercoledì. Ma Berlusconi è in Sardegna e l'appuntamento non è confermato dallo staff del Cavaliere.