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Edizione del 14/07/2022
Estratto da pag. 1
Emergenza cinghiali, la Pat: "Abbattimenti cresciuti del 59%, 324 nei primi 4 mesi del 2022 rispetto ai 132 dello scorso anno"
ROMA. Emergenza cinghiali in Italia: a Roma la conferenza stampa degli assessori regionali e delle Province autonome lancia l''allarme. L''incontro, convocato dalla Commissione politiche agricole, si è tenuto nella giornata di giovedì 14 luglio, nella sede della Conferenza delle Regioni per “portare nuovamente all''attenzione dell''opinione pubblica l''emergenza legata alla
ROMA. Emergenza cinghiali in Italia: a Roma la conferenza stampa degli assessori regionali e delle Province autonome lancia l'allarme. L'incontro, convocato dalla Commissione politiche agricole, si è tenuto nella giornata di giovedì 14 luglio, nella sede della Conferenza delle Regioni per “portare nuovamente all'attenzione dell'opinione pubblica l'emergenza legata alla diffusione del cinghiale su tutto il territorio nazionale”. Presente, insieme ai colleghi delle altre Regioni, anche l'assessora provinciale Giulia Zanotelli. Nel corso della conferenza è stato lanciato un allarme con riferimento a quattro principali ambiti legati alla presenza del cinghiale, scrive Piazza Dante: “La devastazione dei terreni che sta compromettendo diversi raccolti con danni economici rilevantissimi per l’agricoltura del nostro Paese, la prevenzione rispetto al diffondersi della peste suina africana, la sicurezza dei cittadini, minacciata sempre più dalla presenza dei cinghiali anche nei centri abitati o nei luoghi turistici e dalla frequenza di incidenti stradali, spesso anche gravi, la problematica legata al decoro urbano che subisce un danno evidente di immagine, collegato alla presenza di branchi, con ricadute negative sul turismo”. E' partendo da queste considerazioni che gli assessori riuniti hanno voluto sollecitare il governo affinché, sottolinea la Pat: “Vengano finalmente portate a compimento quelle modifiche alla normativa di settore che le Regioni, in particolare quelle a statuto ordinario, chiedono da anni e che consentirebbero di poter utilizzare leve importanti per contenere il fenomeno entro limiti accettabili, anche con azioni temporanee”. Le modifiche normative che ora le Regioni richiedono non sarebbero comunque determinanti per la Provincia di Trento, spiegano le autorità provinciali, in virtù di una disciplina diversa relativa al controllo della fauna selvatica, ma l'assessora Zanotelli ha comunque espresso “pieno appoggio” alle altre Regioni, condividendo le richieste illustrate nella conferenza stampa. Un appoggio che nasce, dice Piazza Dante, dalla “piena consapevolezza della difficoltà della gestione e del contenimento della specie e dei danni gravi all'agricoltura che i cinghiali causano anche sul territorio provinciale, per non parlare del problema sanitario dovuto alla diffusione della peste suina africana che, se dovesse giungere anche in Trentino avrebbe ricadute gravissime sia sul settore suinicolo che su quello turistico in generale, per i divieti ed i severi limiti che la presenza di un'area infetta arreca ai territori interessati”. Sono numerosi, dice la Pat, gli interventi messi in campo negli ultimi anni per “rafforzare il sistema del controllo e renderlo via via più incisivo”, mentre in Trentino oggi “i controllori, differentemente dalle altre Regioni, possono essere, oltre che il personale di vigilanza (quindi il personale del Corpo forestale provinciale) anche i cacciatori stessi che abbiano sostenuto un corso di abilitazione”. Gli abbattimenti in Trentino sono incrementati di molto, dicono le autorità provinciali: “Se nel 2021 gli abbattimenti furono in tutto il Trentino 960, solo nei primi 4 mesi del 2022 sono stati 324 a fronte dei 132 dello stesso periodo del 2021, che corrisponde ad un incremento del 59%, a dimostrazione dell'efficacia delle misure approvate dalla Giunta e dell'impegno dell'Associazione cacciatori trentini e dei cacciatori controllori nel metterle in atto”. Recentemente, agli inizi di luglio, in Trentino è poi scattato il piano di prevenzione per la peste suina: tra i principali interventi previsti nel documento, l'incremento della sorveglianza passiva (la ricerca sul territorio quindi e la segnalazione di eventuali cinghiali morti o in evidente stato di deperimento) e un maggior contenimento del numero di cinghiali per ridurne la densità (Qui Articolo).