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Edizione del 08/07/2022
Estratto da pag. 1
Duello sul Pizza Village, ora Salernosfida Napoli: «Disponibili a ospitarlo»
Anche Salerno in fila per avere il Pizza village. Il prossimo anno, ad ospitare la kermesse dedicata alla pizza, potrebbe essere la città del governatore Vincenzo De Luca. Più di una...
Anche Salerno in fila per avere il Pizza village. Il prossimo anno, ad ospitare la kermesse dedicata alla pizza, potrebbe essere la città del governatore Vincenzo De Luca. Più di una suggestione quella che circola nelle ultime ore, dopo l’ipotesi di spostare l’iniziativa a Milano, come dichiarato dagli stessi organizzatori Claudio Sebillo e Alessandro Marinacci. Prima di approfondire il tema sul futuro della pizza, a proposito di lungomare, oggi parte il “Bufala fest”. I quesiti che accompagnano il primo weekend dell’evento dedicato alla filiera bufalina sono tanti: come reagirà la città all’ennesimo evento di food a via Caracciolo? Come saranno attrezzati i vigili urbani? Come verranno affrontati i nodi sicurezza, ordine e pulizia? Argomenti caldi e che sono all’origine della polemica che si è scatenata sull’immediato post-Pizza village. 



APPROFONDIMENTI

IL CASO

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LA POLEMICA

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IL NODO

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Il Bufala fest, che potrebbe attirare migliaia e migliaia di napoletani ancora in città, al netto delle flotte di turisti giunte in questo periodo nel capoluogo campano, rischia di essere l’ultima manifestazione di food sul lungomare di Napoli. Come BaccalàRe e il Pizza village, anche il Bufala fest offrirà intrattenimento musicale serale. Dal 9 al 17 luglio il cartellone di spettacoli con musica e comicità è denso: Radio Marte show, Valentina Stella, Riccardo Fogli, Michele Selillo e Rita Ciccarelli. «Il Lungomare deve essere una promenade dove devono esserci controllo e rispetto, invece succede di tutto» ha evidenziato ieri in un’intervista alla Dire Angioletto De Negri, patron di Progecta e di AironTour. «Sono le piazze, che sono tantissime - ha aggiunto - il luogo ideale dove far svolgere gli eventi che oggi si tengono sul lungomare. Dove ci sono gli alberghi non può essere un luogo di caos, deve essere un luogo ameno, attrezzato. È un pezzo dell’ospitalità degli alberghi».  Questione di punti di vista perché a Napoli ci si interroga e si discute su dove e come organizzare il prossimo villaggio della pizza. Ma soprattutto se è giusto togliere a quel pezzo di città la possibilità - una volta all’anno - di rappresentare l’anima più verace dei napoletani. Che sembra rassegnata a un destino che potrebbe portare direttamente sul lungomare un altro Pizza festival - quello di Flavio Briatore - dove l’assaggio è a 70 euro a trancio di margherita. Tant’è, il Comune sembra orientato ad aprire via Caracciolo a eventi culturali e sportivi, come è stato il Giro d’Italia, le arene del tennis, e come potrebbero essere festival di musica classica o spettacoli teatrali, ma con posti a sedere e contingentati. Ed è così che molte città fanno a gara per accaparrarsi il Pizza village e soffiare la margherita - l’alimento più democratico del mondo - a chi l’ha inventata. I dubbi non mancano. Il tratto identitario di una città si misura con la capacità di innovare più che di marginalizzare certe sue rappresentazioni, questa è la vera sfida. Nella sostanza, se è vero che sono i luoghi a raccontare le storie, cosa potrebbe raccontare mai un lungomare a numero chiuso? Ovattato nel silenzio di cui necessitano gli atleti del tennis e gli orchestrali che suonano la lirica? In questo contesto, gli organizzatori del Pizza village prima di prendere qualsiasi decisione vogliono incontrare il sindaco e capire la sua idea. Il primo cittadino nei giorni scorsi ha già anticipato le prossime mosse: «Stiamo lavorando ad un piano molto dettagliato per la futura organizzazione di eventi in città. Per il prossimo anno faremo una valutazione, anche con la Questura e la Prefettura, per una programmazione più articola
ta. Utilizzare il lungomare significa considerare che quella zona ha una capienza massima e ci sono questioni legate alla mobilità, ai parcheggi e alla presenza di altre attività». Tra le ipotesi al vaglio, la Mostra d’Oltremare, che l’ex rettore considera «una realtà importante, che ha una logistica, è servita da due linee della metropolitana, ha parcheggi, spazi e servizi per questo tipo di iniziative», ma non solo. Si sta ragionando anche su piazza Mercato e Centro direzionale. Da Palazzo San Giacomo si guarda con interesse anche alle periferie: basti pensare come a settembre a Scampia, in piazza Giovanni Paolo II, si svolgerà un evento Red Bull. Una possibile fuga degli organizzatori, se passasse la linea intransigente del «no food» sul lungomare, non spaventa l’amministrazione: «Ognuno è libero di andare dove vuole» ha rimarcato Manfredi nei giorni scorsi. Dal lungomare di Napoli a quello di Salerno? «Abbiamo avuto in questi anni contatti con tante città sia in Italia che all’estero - spiega uno dei due patron del village, Claudio Sebillo - Di Salerno in passato se n’è parlato, ma è troppo presto adesso per decidere. Per ora non c’è nessuna ipotesi in ballo se non quella di Milano che probabilmente potremmo considerare con maggior favore».   

Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 06:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA