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Edizione del 02/07/2022
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L’Abbate, ideatore del manifesto di Di Maio: «Populismi finiti, adesso occorre il dialogo»
Il deputato di Polignano: «Sofferta la scelta di lasciare il M5S. La Puglia potenziale Lombardia del Sud»
l’intervista

Mezzogiorno, 2 luglio 2022 - 10:09

L’Abbate, ideatore del manifesto di Di Maio: «Populismi finiti, adesso occorre il dialogo»

Il deputato di Polignano: «Sofferta la scelta di lasciare il M5S. La Puglia potenziale Lombardia del Sud»

di Vito Fatiguso

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Giuseppe L’Abbate e Luigi Di Maio



È uno degli storici leader del M5S di Puglia avendo fondato, a livello territoriale, uno dei primi meet-up regionali. Ovvero quello di Polignano a Mare. Ma dallo scorso 21 giugno Giuseppe L’Abbate ha aderito (anzi è uno degli ideatori) al gruppo capeggiato da Luigi Di Maio, ministro degli Esteri del governo Mario Draghi.

Onorevole L’Abbate, presentando il nuovo movimento “Insieme per il futuro” Di Maio ha parlato di manifesto politico. E lei curerà la stesura del documento. Un riconoscimento per il lavoro fatto sinora, ma anche una bella opportunità per la Puglia. Quali saranno i principi ispiratori?

«I principi ispiratori saranno la cosiddetta “Agenda Draghi” nonché tutte quelle riforme di cui si parla da anni w servono al Paese ma che, poi, nessuna forza politica ha il coraggio di attuare per rimettere l’Italia sui binari della crescita. Mi riferisco innanzitutto alla riforma dell’istruzione che rappresenta il vero ascensore sociale e con cui ci giochiamo il futuro delle nuove generazioni. La scuola deve poter offrire quelle competenza necessarie per permettere l’incrocio tra domanda e offerta, mettendo gli studenti subito nelle condizioni di entrare nel mondo del lavoro. Tra le priorità, anche la riforma della Pubblica Amministrazione basata realmente sul merito».

Lei sin dalle origini è stato un esponente pentastellato. Avrebbe mai immaginato un divorzio con il Movimento? O era da tempo che si viaggiava su binari divergenti?

«Il progetto di “Insieme per il Futuro” nasce a causa dell’ostinata mancanza di volontà di modificare politiche e metodi del Movimento 5 Stelle. Un cambio di passo auspicato con la guida di Giuseppe Conte che, però, non è mai arrivato. Per me, che ne ho fatto parte sin dal primo momento, non è stata una scelta facile, anzi è stata molto sofferta e dolorosa ma, purtroppo, era inevitabile. Il M5S è nato con l’impeto di voler cambiare le cose, dialogando con tutti e puntando sul merito, lo studio e l’approfondimento: aspetti che nel tempo si sono persi per inseguire altro. Un impeto che permane tuttora nel mio lavoro quotidiano e che è al centro di questo nuovo progetto politico».

Viviamo giornate convulse con l’ex premier, Giuseppe Conte, al centro di pesanti frizioni con il premier Draghi. Quanto è importante evitare l’escalation nei giorni della guerra e dell’inflazione record?

«Le prime forze politiche in Parlamento hanno messo in discussione il lavoro del Presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri, continuando a mettere in difficoltà il governo anche in occasione di importanti vertici internazionali, solo per provare a recuperare qualche punto percentuale, senza neppure riuscirci. Pensare di picconare la stabilità del Governo e, quindi, di un Paese intero, solo per ragioni legate ai consensi lo ritengo da irresponsabili, a maggior ragione in un momento delicato come questo. Ritengo che il Paese abbia altre priorità e che, proprio in questo specifico momento, necessiti di mettere in campo soluzioni concrete per superare le tante difficoltà contingenti».

In Puglia, quel che resta del M5S, è alleato con Michele Emiliano ricavando assessorati e visibilità. Come pensate di rapportarvi nel confronto con l’amministrazione regionale?

Il nostro è un percorso inclusivo che vuol dialogare con tutti coloro che concretamente si adoperano per cambiare il nostro Paese: sindaci e consiglieri comunali o regionali civici che, sul campo, quotidianamente affrontano questioni e problemi cercando soluzioni pragmatiche e utili per i cittadini. È finito il tempo dei populismi e dei qualunquismi, servono ris
poste efficaci e reali per utilizzare al meglio anche i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr, ndr), altrimenti il Paese non ce la farà. Quindi ci poniamo con tutte le forze sane in maniera costruttiva e non ideologica».

Agricoltura, turismo, industria e nuove tecnologie. Che ruolo può svolgere la Puglia e cosa andrebbe fatto per rendere il sistema produttivo locale al passo con il mondo che verrà?

«La Puglia ha tutte le potenzialità per essere la Lombardia del Sud. Purtroppo, ad oggi, non è così: i margini di crescita sono tanti però serve attuare quelle riforme che liberino la nostra regione dalle zavorre che ora la bloccano. Bisogna fare interventi importanti sulla logistica nonché investimenti per lo sviluppo di imprese ad alto valore aggiunto che creino posti di lavoro di alto livello, in modo tale che la redditività stipendiale aumenti di pari passo con la competitività aziendale. Una serie di azioni che, in maniera sinergica, servono a far crescere la Regione».

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2 luglio 2022 | 10:09

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