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Edizione del 23/06/2022
Estratto da pag. 1
Autonomia differenziata, si accelera: governatori a confronto con la Gelmini
La legge quadro per l’autonomia rafforzata delle Regioni (per ora solo del Nord) va avanti. Il testo definitivo da presentare in Consiglio dei ministri non c’è ancora ed è...
La legge quadro per l’autonomia rafforzata delle Regioni (per ora solo del Nord) va avanti. Il testo definitivo da presentare in Consiglio dei ministri non c’è ancora ed è molto probabile che sarà almeno in parte diverso dalla bozza di Ddl che circola da alcuni giorni e di cui Il Mattino ha dato notizia nei giorni scorsi. Ma di sicuro i tempi sembrano piuttosto brevi come emerge dall’incontro di ieri tra la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, promotrice dell’iniziativa di legge, e i governatori di sei Regioni (Zaia per il Veneto, Fontana per la Lombardia, Bonaccini per l’Emilia-Romagna, Toti per la Liguria, Giani per la Toscana e Cirio per il Piemonte). L’obiettivo è di approvare la riforma entro la fine della legislatura come più volte indicato dalla Gelmini. E anche su questo punto l’accordo con i governatori è completo. Sostanzialmente condivisa l’impostazione della ministra in un clima “costruttivo e positivo” di confronto al quale partecipano anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga, e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Fugatti. Ma c’è anche spazio per avanzare «proposte di modifiche alla bozza della legge quadro che vanno nella direzione di rafforzarne gli aspetti relativi al monitoraggio e alla valutazione dei risultati ottenuti, per una maggiore responsabilizzazione di quelle amministrazioni regionali che potranno avere più materie e compiti devoluti», come si legge nel documento finale. 



APPROFONDIMENTI

L'ECONOMIA

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LA SANITÀ

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LA PROPOSTA

Autonomia, si riparte: mano libera alle Regioni

Stefano Bonaccini in particolare mette l’accento su due nodi decisivi, l’istruzione e i Lep, da tempo al centro di polemiche e discussioni. Sul primo, il presidente dell’Emilia conferma di voler escludere la scuola dal numero delle competenze richieste (23 quelle sul tappeto), come già deliberato da giunta e assemblea regionale. Non tutti i colleghi governatori sono probabilmente d’accordo con lui e del resto la bozza attuale del Ddl non vi fa cenno: ma che il tema sia oggetto da giorni di ampie riflessioni, e in tutte le sedi interessate, sembra pressoché certo. Stralciare l’istruzione dalla riforma, in altre parole, non sarebbe più un tabù come in passato.  LEGGI ANCHE Autonomia, si riparte: mano libera alle Regioni Bonaccini propone anche «un limite temporale preciso per definire le risorse dei Lep, senza il quale ogni progetto di riforma non avrebbe un orizzonte chiaro di messa in pratica». È l’altro nodo cruciale sul quale il “fronte del no” esprime non poche riserve ritenendo decisiva l’approvazione dei Lep prima dell’attuazione della riforma e non dopo, o in corso d’opera, per evitare che senza automatismi e sanzioni la legge venga attuata solo in parte. «Lavoriamo in un clima positivo e soprattutto c’è la volontà di trovare una risposta alle nostre istanze – commenta il governatore lombardo Attilio Fontana -. L’autonomia è uno strumento che serve a responsabilizzare chi amministra, non a creare diseguaglianze. E posso dire che, in questo senso, sono stati compiuti ieri passi in avanti. Siamo entrati nel merito delle proposte fatte dal governo confrontandole con le richieste portate avanti dalle Regioni». E anche il residente della Liguria, Giovanni Toti, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Chi sostiene che le disuguaglianze esistenti tra territori, tra nord e sud, siano frutto delle autonomie, sbaglia analisi: sono decenni di scelte sbagliate e di assenza di responsabilità delle classi dirigenti ad aver prodotto queste diversità», dice. E aggiunge: «Perseverare sarebbe diabolico, ancora di più oggi che abbiamo da spendere i soldi del Pnrr. Non perdiamo altro tempo e
facciamo ripartire in modo concreto questo cammino».  Anche il documento finale insiste sullo spirito unitario della riforma, contestato invece dal “fronte del No”: «I presidenti hanno più volte richiamato il principio solidaristico, sottolineando come la richiesta di maggiore autonomia non è il suo disconoscimento e come nessuna Regione che la chiede vuole dividere l’Italia. Al contrario, i governatori intervenuti alla riunione hanno ribadito come la loro richiesta di autonomia rappresenti un’opportunità per l’intero Paese, favorendo l’accelerazione nella definizione sia dei fabbisogni standard che dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep)». Restano ovviamente centrali anche altre questioni, a cominciare dalla spesa storica e dal coinvolgimento del Parlamento nell’iter della legge. Punti decisivi e divisivi: non a caso su entrambi la distanza tra favorevoli e contrari alla riforma resta ancora ampia. 

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA