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Edizione del 21/06/2022
Estratto da pag. 1
Siccità, si ferma l`effetto dighe: Po bloccato a -8,28
Dall’Osservatorio altri dati negativi. Fontana: «Equilibrio tra le esigenze agricole e civili»
CREMONA - Nel Cremonese la portata del Grande Fiume è scesa a 215 metri cubi al secondo, con un livello idrometrico che nella giornata di ieri si è assestato sui -8,28 metri. Neppure i rilasci dalle dighe, dunque, stanno migliorando la drammatica situazione registrata a valle: le alte temperature e l’assenza di pioggia, che non viene prevista per i prossimi dieci giorni, lasciano il quadro immutato. Tutti gli enti coinvolti, però, stanno facendo l’impossibile per continuare a garantire le irrigazioni e l’approvvigionamento idropotabile. Con un’ulteriore misura proposta ieri dal segretario dell’Autorità distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli, «per equilibrare in modalità sussidiaria l’uso della risorsa rimasta»: ha chiesto la riduzione dei prelievi del 20% in tutto il bacino, per garantire risorsa al Delta che vede una risalita di acque dal Mare Adriatico arrivata ad oltre 21 chilometri.

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«L’imperativo categorico – ha spiegato proprio Berselli durante l’Osservatorio sulla crisi idrica riunito in videoconferenza – è salvaguardare, come raccomandato dalle direttive comunitarie, la portata del Grande Fiume. Ciò attuando rapidamente tutte le azioni possibili per rendere quanto più efficace e proficuo l’uso della risorsa disponibile lungo l’alveo, gestendo l’acqua più dinamicamente. La siccità estrema, con ‘severità idrica alta’, ci obbliga ad un cosiddetto semaforo rosso, che bloccherebbe ogni tipo di uso consentendo solo quello idropotabile. Ma grazie ad alcuni provvedimenti mirati utili assicuriamo la continuità dell’irrigazione, pur se in misura ridotta, all’agricoltura e l’approvvigionamento per l’habitat mantenendo, come primo obiettivo, l’idropotabile. Proseguendo così il prelievo dai laghi si garantisce la continuità irrigua. Giunti a questi livelli ogni decisione porta con sé margini di criticità ma il traguardo, in ottica di area vasta, è minimizzare il danno in attesa di potenziali integrazioni amministrative dei territori e organi di governo».

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Saranno i summit regionali e nazionali, che sono in programma nelle prossime ore, a decidere se e come razionalizzare l’utilizzo dell’acqua disponibile.

In Lombardia l’assessore Massimo Sertori ha già spiegato che «al momento non si rilevano problemi all’acqua potabile in modo diffuso», aggiungendo che «stiamo concentrando gli sforzi per cercare di preservare la prima stagione irrigua e quindi il primo raccolto».

L’accordo raggiunto con i gestori idroelettrici, infatti, è volto a mettere a disposizione acqua per coprire almeno 10 giorni di irrigazione. Quanto al cuneo salino nella zona del Delta, Sertori ritiene «indispensabile e urgente un confronto delle Regioni con il Governo, per arrivare ad un utilizzo ottimale della poca risorsa disponibile, al fine di contenere al massimo gli inevitabili danni».

Sul tema ieri è intervenuto anche il governatore Attilio Fontana: «In Conferenza delle Regioni sottolineerò la necessità di mantenere un equilibrio tra le esigenze del mondo agricolo e quelle legate all'utilizzo civile dell’acqua. Non devono esserci sofferenze né da una parte né dall'altra. Sarà un equilibrio difficile da trovare, ma faremo di tutto per evitare problemi maggiori. Per questi motivi – è il suo appello – invito i cittadini lombardi a fare uso parsimonioso di un bene prezioso come l’acqua, evitando gli sprechi e quindi facendo la propria parte per quanto concerne gli utilizzi di tipo civile».

Fontana ha anche ricordato i provvedimenti assunti per cercare di regolare il deflusso dell’acqua proveniente dai bacini del comparto idroelettrico, oltre all’accordo con il mondo agricolo per sa
lvare la prima semina e realizzare il primo raccolto. «Ribadisco che la nostra regione non è ancora in difficoltà per quanto riguarda il consumo civile – ha concluso – ma dobbiamo cercare di utilizzare l’acqua nel modo più opportuno. La situazione va affrontata in maniera strutturale, attuando varie iniziative che presto esporremo al Governo».

Intanto, proprio in Lombardia, solo il Lago di Garda resta al 60% della sua capacità di riempimento. Il Lago Maggiore, principale magazzino di risorsa essenziale per il Grande Fiume, è invece solo al 24% della sua capacità di invaso. L’Osservatorio sulla crisi idrica dell’ADBPo-MiTE si riunirà nuovamente il 29 giugno.

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