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Edizione del 08/06/2022
Estratto da pag. 1
dalla Regione Marche
 

È stato inaugurato, presso il polo fieristico di Milano Rho, la 60a edizione del Salone internazionale del mobile. Sono una cinquantina le aziende marchigiane presenti, rappresentative di un comparto economico formato da oltre 2.300 imprese che occupano più di 19 mila addetti tra industria del legno e fabbricazione di mobili. A Milano è presente il vicepresidente Mirco Carloni, assessore allo Sviluppo economico.

“L’edizione 2022 del Salone è dedicato alla sostenibilità e bellezza. Due concetti e due modalità di produzione che fanno parte del baglio imprenditoriale marchigiano – afferma Carloni – Dopo la pandemia, la manifestazione torna nella sua veste tradizionale e rappresenta una vetrina fondamentale per il rilancio del settore. I nuovi scenari di guerra e le tensioni internazionali non giovano a un comparto produttivo che, per sua vocazione, è proiettato sulle esportazioni. A Milano affronteremo le esigenze più immediate e delineeremo le strategie per sostenere il comparto che rappresenta uno dei pilastri produttivi del Sistema Marche. La Regione investirà risorse importanti per rafforzare un settore strategico e fondamentale per accompagnare la crescita economica e produttiva del nostro territorio”.

Il Salone del mobile si svolge dal 7 al 12 giugno. La manifestazione è riservata agli operatori di settore, con apertura al pubblico nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 giugno. Sono oltre 2 mila gli espositori presenti, il 25 per cento stranieri, che occupano tutti i 20 padiglioni del polo fieristico.

Nelle Marche il comparto del “legno-arredo” (elaborazione su dati Istat) vanta l’11,3% del fatturato manifatturiero regionale e il 12,4% delle imprese, pari a una quota nazionale del 9,1%.

Nel 2021 l’export ha fatturato oltre 740 milioni di euro (+15% sul 2020): il 5,7% del dato complessivo regionale, inferiore solo al calzaturiero (5,8%). I mobili, da soli, hanno conseguito un fatturato superiore 593 milioni (+13,2% sull’anno precedente), a fronte degli oltre 143 milioni dei prodotti in legno, comprese porte e finestre (+22,9%) e del legno tagliato e piallato (3,2 milioni, +21,1%). I principali mercati di destinazione sono stati la Francia (24%), Stati Uniti (13%), Germania (8%), Regno Unito (6%), Cina e Russia (4%). L’andamento dell’export, dopo la crisi post 2008 (con un fatturato sceso da 721 a 524 milioni di euro), ha segnalato fasi alterne negli anni successivi, con una costante crescita a partire dai 566 milioni del 2014.

Il saldo commerciale del comparto segnala ugualmente valori più che positivi. Quello dell’arredo evidenzia un avanzo di 570 milioni di euro (Import 78 milioni, export 648 milioni), mentre quello del legno di 9,5 milioni (108 milioni import, 117 milioni export). Su base provinciale, Ancona annovera 435 imprese e 3.247 addetti; Ascoli Piceno 206 imprese e 1.071 addetti; Fermo 133 aziende e 625 occupati; Macerata rispettivamente 480 e 3.893; Pesaro e Urbino 1.063 aziende e 10.428 addetti, con un fatturato di oltre 1,7 milioni di euro. La provincia di Pesaro e Urbino, da sola, rappresenta uno dei poli di eccellenza italiana del mobile, con un’ampia gamma di produzioni mobiliere: dai mobili per la casa, all’arredamento per l’ufficio.

 

Si riapre lo sportello per presentare nuove domande di adesione all’Avviso per il sostegno alla creazione di nuove imprese nell’area di crisi complessa Piceno Valle del Tronto Val Vibrata.

“Da domani con scadenza al prossimo 30 giugno – informano gli assessori alle Aree di crisi industriale, Guido Castelli, e al Lavoro, Stefano Aguzzi – sarà quindi possibile aderire al bando che ha l’obiettivo di incentivare la cultura dell’imprenditorialità nel segno della migliore tradizione del made in Italy”.

“L’Avviso – spiegano Castelli e Aguzzi – uscito lo scorso giugno 2021, esattamente un anno fa, aveva registrato un notevole afflusso di domande, di gran lunga superiore alle risorse stanziate. Per questo motivo la Giunta regionale, raccogliendo le istanze territoriali, ha repe
rito ulteriori risorse, per un importo pari a 1 milione e 300 mila euro: di queste 300.000 euro sono destinate al finanziamento delle domande rimaste insoddisfatte sull’unica finestra aperta nel 2021, mentre 1 milione di euro sarà destinato alla apertura della nuova finestra dell’Avviso”.

In tal modo “sarà possibile rispondere, nel territorio interessato, alle esigenze di autoimprenditorialità, di creazione di nuove realtà aziendali e di nuova occupazione che nell’area risultano ancora presenti. Mettiamo così a disposizione nuove opportunità finanziarie per consolidare il percorso di crescita e di rilancio auspicato dal territorio” concludono gli assessori regionali.

Vengono finanziate esclusivamente le nuove imprese o nuovi studi professionali (singoli associati e/o liberi professionisti) che, al momento della liquidazione del contributo, hanno sede legale o operativa nell’area di Crisi complessa Valle del Tronto-Val Vibrata-Piceno.

I contributi a fondo perduto che potranno essere concessi vanno da 15.000 a 35.000 euro.

La procedura prelude alla riattivazione, nelle prossime settimane e sull’intero territorio regionale, di questa misura di politica attiva grazie all’utilizzo dei residui della programmazione europea in chiusura e, successivamente, con le risorse del ciclo di programmazione 2021/2027.

 

“Il Porto di Pesaro avrà la sua vasca di colmata”. Lo ha annunciato l’assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli, oggi nel corso dei lavori dell’Assemblea Legislativa Regionale dove ha approfondito il tema dei lavori che interessano i Porti marchigiani. “Dopo anni di parole al vento trovati i fondi per complessivi 11,5 milioni di euro – ha proseguito l’assessore Baldelli -, un risultato ottenuto nel novembre del 2021 grazie al gioco di squadra guidato dall’assessorato alle Infrastrutture della Regione Marche, insieme al Ministero e alla Conferenza delle Regioni. Gli iniziali 20 milioni di fondi PNRR destinati all’Autorità Portuale del Mare Adriatico Centrale, sono stati ottuplicati, diventando 156,2, di cui ben 92 per il Porto di Ancona ed i porti marchigiani, tra cui gli 11,5 destinati a Pesaro per la realizzazione della vasca di colmata e l’elettrificazione delle banchine. Abbiamo recuperato risorse e soprattutto anni di ritardi per la l’avvio di opere che produrranno benefici enormi per le attività turistiche e commerciali di Pesaro e dell’intera regione”.

La vasca di colmata è una struttura fondamentale e preliminare alle operazioni di dragaggio che porteranno la profondità del porto a -5 metri, misura adeguata per un’infrastruttura che deve poter scaricare a terra tutte le sue enormi potenzialità. Successivamente alla sua realizzazione, sarà possibile depositare, in maniera veloce ed economica, la sabbia rimossa nel dragaggio, senza creare problemi per la sua collocazione. Le sabbie di classe A, infatti, saranno riutilizzate, come previsto dalla normativa, per il ripascimento delle spiagge, mentre la sabbia di classe C andrà nella vasca di colmata. Per quella di classe B, Regione Marche e ISPRA, organo tecnico del Ministero dell’Ambiente, hanno già individuato le macroaree a 3 miglia nautiche tra Fano e Senigallia, tra 15 e 18 metri di profondità: il passo successivo sarà quello di effettuare la cosiddetta caratterizzazione, l’analisi chimica e fisica dei fondali per comprendere se siano idonei ad ospitare il materiale da riversare. Verranno inoltre avviate le valutazioni necessarie affinché la manutenzione dei fondali venga fatta con frequenza regolare.

“Ringrazio la nuova Autorità Portuale, in particolare il Presidente Vincenzo Garofalo con cui abbiamo instaurato un proficuo rapporto di collaborazione, per aver recepito le istanze della Regione Marche ed aver già predisposto il progetto preliminare di una vasca da 350mila metri cubi e 40mila metri quadri di superficie, che sarà collocata tra il molo di sottoflutto e la foce del fiume Foglia. Il Porto di Pesaro potrà rivivere gli antichi fasti di un’infrastruttura che,
in passato, ospitava yacht sopra i 60 metri e nel 1982, addirittura, è stata il palcoscenico del varo di Azzurra, la prima barca italiana a partecipare alla Coppa America. Siamo certi che l’ADSP, che ha competenza sulla realizzazione degli interventi, cercherà di mettere a terra, il prima possibile, questa risorse”. Completato lo “studio meteomarino e del trasporto solido”, avendo già la dichiarazione di non contrasto con gli strumenti urbanistici del comune di Pesaro, si procederà con l’avvio dell’iter approvativo al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Attualmente è già stato approvato, in sede di Comitato di Gestione, l’Adeguamento Tecnico Funzionale (ATF) al fine di permetterne la realizzazione in “modifica dell’attuale pianificazione portuale”, in modo tale da poter anticipare le attività progettuali e realizzative senza dover attendere la modifica complessiva della pianificazione portuale tuttora in corso. Infine, relativamente alla elettrificazione delle banchine (cold ironing) del porto di Pesaro, per un totale di 500mila euro, l’AdSP ha sottoscritto con il MIMS un accordo procedimentale, con cui si è impegnata alla ultimazione e collaudo delle opere ammesse al finanziamento entro il termine massimo del 30 giugno 2026. Attualmente è in corso di affidamento la progettazione degli interventi programmati. “Grazie a questi lavori – ha concluso l’assessore Baldelli – il Porto di Pesaro e gli altri porti assumeranno una veste del tutto nuova. Un autentico cambio di rotta a vantaggio degli operatori economici e dei turisti che potranno viaggiare godendo del vento favorevole di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo dell’intero territorio marchigiano”.

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