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Edizione del 06/06/2022
Estratto da pag. 1
INTERVISTA - Matteo Daffadà (Pd): "Il grande lavoro che sta facendo il Pd in città credo verrà riconosciuto e premiato" -
Matteo Daffadà è uno dei due consiglieri regionali del Pd eletti a Parma.

Lo abbiamo intervistato sul rapporto Parma-Bologna e sulle elezioni comunali in città di domenica prossima.

Alcuni candidati in campagna elettorale continuano a sottolineare la colonizzazione di Parma da parte di Bologna. Tu che nella stanza dei bottoni di Bologna ci sei, che impressione hai?

La politica è luogo delle relazioni e del confronto. Se questa Regione può vantare risultati così importanti, che la posizionano ai vertici per sviluppo e qualità della vita, lo si deve alla scelta di portare avanti costantemente un dialogo con i territori individuando obiettivi condivisi.

A Bologna è forte la consapevolezza del valore aggiunto del “fare insieme”.

Colonizzazione è un termine antiquato, poco adatto a leggere la contemporaneità e dare le risposte che servono. Così come autarchia. Parole che guardano indietro, sterili, espressione di un pensiero di chi non ha strumenti efficaci per governare il cambiamento.In questi anni in cui tu sei stato consigliere regionale, quali interventi in particolare credi siano stati compiuti dalla Regione a beneficio di Parma?Ti dirò, non passa giorno in cui io non incontri, prenda contatto o organizzi una visita a qualche realtà della provincia di Parma – impresa, start up, azienda agricola o associazione – che ha partecipato a un bando regionale e ha ottenuto un finanziamento per un progetto di ricerca, di crescita, di creazione di nuova occupazione. Ciò dimostra che c’è grande sintonia tra le strategie espresse nei programmi regionali e i modelli di innovazione e sviluppo che le singole realtà perseguono.

A questo si aggiungono i fondi che i Comuni hanno ottenuto per la rigenerazione urbana, la riqualificazione del patrimonio pubblico, la transizione energetica e altro. Tutto ciò si traduce in lavoro e benessere per la comunità. E vorrei ricordare, tra i molteplici interventi, le risorse per la sicurezza del territorio, per le aree fragili come la montagna, per gli ambiti strategici, per la cultura o, ultima solo per ordine di tempo, l’Università del cibo FoodER che si va a organizzare e che avrà proprio Parma come capofila.

Come si vede la visione di Parma dalla Regione non è solo ridotta alle cosiddette “grandi opere”, sulle quali peraltro c’è un impegno che non viene meno, ma l’attenzione costante è indirizzata a far emergere il suo potenziale di città imprenditoriale, culturale e proiettata verso l’Europa.

Michele Guerra è un profilo completamente diverso da Bonaccini, per età, professione, uno civico, l’altro primario esponente da alcuni decenni del Pd dell’Emilia Romagna e oggi nazionale. Quale rapporto credi potrà instaurarsi tra i due nel caso Guerra fosse eletto sindaco di Parma?

Michele Guerra e Stefano Bonaccini condividono l’impegno e il dovere di lavorare per il futuro di Parma, della Regione e soprattutto dei cittadini.

Società civile e sistema politico non viaggiano su strade così diverse. La prima ha una funzione fondamentale di stimolo, aiuta a togliere anche qualche ragnatela al sistema e a rinnovare la democrazia. Incanala il bisogno di militanza che a volte non trova nella sfera dei partiti la sua dimensione. Non c’è forse bisogno che io sottolinei però quanto credo nella forma “partito”, con i suoi meccanismi che, seppur faticosi consentono momenti fondamentali di confronto. La partecipazione ha bisogno di confluire in un solido progetto comune per garantire istituzioni salde, al riparo dai limiti della occasionalità dei fenomeni di piazza.

A Parma potremo contare sulla capacità di squadra.

Come ha dimostrato Bonaccini nella sua ultima campagna elettorale, anche Guerra sono certo che saprà cogliere le diverse anime della nostra società e dargli il giusto spazio.

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Che risultato elettorale ti aspetti dalla lista del Pd alle comunali di Parma?Il Partito Democratico di Parma ha molto lavorato p
er comporre il quadro da presentare alle prossime elezioni, per tradurre in un progetto collettivo la proposta per il futuro della città. Con responsabilità e con umiltà. In questo percorso ho avuto la conferma della bellezza e della forza di un partito vivace, espressione compiuta della nostra società. L’acceso confronto interno ha generato un circuito di solidarietà e di fiducia e ha prodotto un “noi” molto più forte delle singole voci di partenza. Chi è dentro ha scelto di rimboccarsi le maniche e mettersi a servizio del progetto e credo che questo verrà riconosciuto e premiato.

Su quali progetti che riguardano Parma sarai impegnato nei prossimi anni?Il tema delle infrastrutture è prioritario insieme a una svolta per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente: lavoro e clima, come nel Patto che la Regione si è data da qui al 2030. Per questo ci sarà bisogno di investire sempre più sulla ricerca, sulle strade digitali, sul nostro capitale umano e sulle aziende che sono il motore dell’Italia.

Andrea Marsiletti

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