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Dir. Resp.
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Edizione del 26/05/2022
Estratto da pag. 1
Milano. Il taser è salvo, e non sarà scalfito dalla sentenza di incostituzionalità della Corte costituzionale, arrivata ieri contro la legge ordinamentale lombarda del 2021 nella parte in cui affidava alle polizie locali l’utilizzo dello storditore elettrico, il cosiddetto stun gun. E’ la tesi dell’assessore regionale alla Sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che spiega alla ‘Dire’ come a tutti gli effetti il taser sia classificato come un’arma.Anche la Consulta ha definito arma offensiva lo stun gun, statuendo di fatto l’esclusiva del suo utilizzo alle sole polizie dello Stato. Ma sul taser si va avanti, perchè la sperimentazione nelle polizie locali dei Comuni lombardi (in corso ad esempio a Monza con le prime sessioni di formazione) è cominciata dopo il preventivo via libera del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, peraltro arrivato “a due anni dalla nostra richiesta”, puntualizza De Corato.Di fatto dunque poco cambia nelle politiche di sicurezza promosse in Lombardia dall’assessore di Fdi ed ex vicesindaco di Milano, che ostenta tranquillità: I dissuasori sono strumenti che “stordiscono”, dunque legalmente in Italia possono essere detenuti in abitazione dai privati cittadini per autotutela, “a patto che non vengano usati fuori da casa”.“Il taser è stato autorizzato su mia richiesta dalla Conferenza Stato Regioni, e lo stanno distribuendo, tant’è che Nicola Molteni (sottosegretario agli interni, ndr) comunica spesso le consegne territoriali”. Oltretutto “a Milano- prosegue- il taser ha già salvato due vite umane negli ultimi giorni”.In pratica, “noi per dotare di taser la Polizia locale dobbiamo avere il via libera dal ministero degli Interni e poi ogni Comune ha facoltà di regolamentarne l’uso”, conclude De Corato. Le notizie dell’agenzia Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia DIRE»