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Edizione del 26/05/2022
Estratto da pag. 1
Il mondo politico si sveglia orfano di De Mita. Draghi: “Fino all’ultimo impegnato nelle istituzioni”. Gentiloni: “Un leader autentico”
DE Mita è morto, cordoglio unanime del mondo politico e istituzionale
«Un gigante della politica». «Un uomo sino alla fine totus politicus». «Un pezzo della nostra storia». Il mondo della politica si sveglia orfano di una guida, di un intellettuale raffinatissimo prestato alla cosa pubblica, di un testimone unico del passaggio fra la prima e la seconda repubblica. Non c’è uomo politico o delle istituzioni che oggi non si senta più solo, senza il Grande Ragionatore che non puntò mai a fare il Capo dello Stato perché, come confessò a 90 anni, «A me piace chiacchierare».La prima reazione è del premier Draghi: «Presidente del Consiglio tra il 1988 e il 1989, più volte Ministro, protagonista della vita parlamentare e politica italiana nella sinistra democristiana, fino all'ultimo è stato impegnato nelle istituzioni locali, come Sindaco del comune di Nusco. Alla famiglia - conclude il premier - le condoglianze di tutto il Governo» dice in una nota il capo del governo.Letta: «ha cambiato la politica italiana» Con De Mita «ho tanti ricordi personali, è stato un grande leader, davvero appassionato di politica. Ha fatto la storia delle politica italiana ha reso possibile una Democrazia Cristiana che ha tentato di aprirsi alla società e ai giovani. Ha cambiato la politica italiana». Lo dice Enrico Letta a Radio anch'io. Il segretario del Pd ricorda tra i giovani a cui De Mita ha dato spazio «l'attuale presidente Mattarella o Prodi». E poi Letta sottolinea «il suo rapporto di apertura verso il Pci.«Non volli diventare Capo dello Stato» A 90 anni, in un’intervista, rivelò: «Nel 1985, quando si trattava di scegliere il successore di Sandro Pertini, Alessandro Natta mi fece capire che i comunisti avrebbero potuto sostenere una mia candidatura al Quirinale». Ma «ci vuole uno stile che io, diciamoci la verità, non avevo. A me piace l'analisi, il pensiero, mi piace chiacchierare. Un Presidente della Repubblica non può chiacchierare».Gentiloni: «politico autentico» «Ricordo Ciriaco De Mita. Le qualità di un leader politico autentico. L'orgoglio delle radici nel suo territorio. La statura intellettuale. E una straordinaria curiosità per le opinioni e le storie diverse dalle proprie». Così il Commissario europeo Paolo Gentiloni su twitter.Tajani: «Grande protagonista della politica» «Con Ciriaco De Mita scompare un grande protagonista della politica italiana. Spesso non ho condiviso le sue scelte e le sue idee, ma ho condiviso con lui anni al Parlamento europeo nel gruppo del Partito popolare europeo dove avevamo costruito un bel rapporto umano. Una preghiera. Riposa in pace». Lo scrive su Twitter Antonio Tajani, vicepresidente del partito popolare europeo.Il medico personale «Era una persona di famiglia. E' un grande dolore per l'Italia, per la Campania e soprattutto per l'Irpinia aver perso una fonte luminosa, il faro della politica irpina, che è stato sempre vicino a tutte le nostre realtà». Così il medico personale di Ciriaco De Mita, il cardiologo Giuseppe Rosato, ricorda l'ex segretario della Dc. «De Mita è stato un grande democristiano - aggiunge Rosato -, ha avuto ruoli di responsabilità e ha dato non soltanto luce e ristoro alla popolazione ma soprattutto ha avuto grande considerazione politica nel mondo». «Ciò che più mi resta impresso di lui - conclude il dottor Rosato - è l'amore per la sua terra. Muore un grande democristiano, un grande politico».Follini: «La Dc come volevamo che fosse» «#DeMita. La Dc come avrebbe potuto essere e come volevamo che fosse». Lo scrive su twitter Marco Follini.Pomicino: «Cercava tutte lei intese possibili»«Pensavo che la sua determinazione gli facesse superare anche questi acciacchi. Abbassiamo la bandiera, lo ricordiamo e lo onoriamo come merita». Così Paolo Cirino Pomicino al «Vg21 Mattina» su Canale 21, ricorda l'ex presidente del consiglio ed ex segretario della Democrazia Cristiana Ciriaco De Mita, scomparso questa mattina all'età di 94 anni. «Nella sua idea di politica un conto erano le divisioni tra i partiti su alcune questioni, anche importanti, ma un'altra era la ricerca di tutte le intese possibili per perseguire una battaglia politica. In questo s
enso, pur avendo un carattere spigoloso, possedeva una dimensione tale da diventare il segretario più longevo nella storia della Dc. Come leader - spiega Pomicino - ha gestito la perdita di sei punti alle elezioni del 1983, costruì l'alleanza che dopo la solidarietà nazionale diventò l'asse portante del governo del Paese. In questo, pur avendo il triplo dei voti, ebbe la capacità tutta politica di intuire che andava rafforzata l'alleanza di centro sinistra, offrendo a Bettino Craxi la presidenza del consiglio. In quell'occasione nacque l'alternanza tra Dc e Psi alla guida del governo e, nonostante i loro rapporti non fossero dei migliori, questo non ha mai intaccato la politica di quell'alleanza». Secondo Pomicino «la prova più evidente fu nell'84 sulla scala mobile: per raffreddare l'inflazione il governo la modificò, ci fu uno scontro duro con il PCI ma De Mita non esitò minimamente a spostare il partito sul governo, tanto che si andò al referendum e si vinse tra i lavoratori e nella società civile».De Luca, «ha rappresentato con tenacia esigenze Mezzogiorno» «Scompare con Ciriaco De Mita uno dei massimi esponenti del cattolicesimo democratico del nostro Paese. È stato il politico che ha rappresentato con maggiore coerenza e tenacia le esigenze del Mezzogiorno d'Italia e della sua terra. Scompare uno dei rari esponenti politici che ha sempre tentato di legare sempre l'azione politica a un percorso di lungo periodo. Esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia». Così in un post sui social il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sulla scomparsa di Ciriaco De Mita. Lupi, un uomo «totus politicus fino alla fine» «Ciriaco De Mita è stato un uomo totus politicus, fino alla fine, di grande livello intellettuale. Con lui si discuteva animatamente, fino allo scontro, ma aveva la statura per riconoscere gli interlocutori che la pensavano diversamente da lui. Fu lui nel 1987 a insistere per invitare don Luigi Giussani all'assemblea programmatica della Democrazia cristiana di Assago, vincendo alcune contrarietà ecclesiastiche. In quell'occasione Giussani disse che la politica è la forma più alta di cultura, definizione che credo si possa usare ora per descrivere l'atteggiamento di fondo con cui De Mita ha dato il suo contributo alla vita pubblica del nostro Paese». Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente di Noi con l'Italia.De Mita: Boschi (IV), perdiamo l'uomo, resta il suo segno «Con la scomparsa di Ciriaco De Mita, ci lascia un uomo dello Stato, un intellettuale, un politico capace di analizzare l'oggi e guardare al domani. Un uomo che ha impresso un segno importante nella politica italiana, con la sua storia e la passione per le istituzioni. Alla sua famiglia esprimo il cordoglio di tutto il Gruppo parlamentare di Italia Viva». Lo afferma Maria Elena Boschi, capogruppo Iv alla Camera.