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Edizione del 26/05/2022
Estratto da pag. 1
Appalto esterni per la sanità pubblica, ira dei sindacati: "Si sceglie la via più breve"
Dopo Ferrara, ora anche a Modena e Reggio Emilia le Ausl ricorrono a bandi per i servizi di ostetricia e ginecologia e di Emergenza/Urgenza. Per le segle sindacali una violazione degli accorti presi in Regione. Articolo Uno: "Significa, di fatto, privatizzare, distorcere e svuotare la Sanità Pubblica"
Cosa sta succedendo nella sanità dell’Emilia-Romagna? A chiederselo sono i sindacati Cil Cisl e Uil regionali, criticando le scelte adottate in particolare dall'Ausl di Modena per "tamponare" due situazioni critiche: quella della carenza di personale nel servizio di Emergenza/Urgenza e presso il Punto Nascita di Mirandola.
"A Modena è stato pubblicato un avviso per la fornitura temporanea in via d’urgenza di servizi ospedalieri di ostetricia e ginecologia dell’Area Nord dell’Azienda USL di Modena ed in particolare per Mirandola- ricostruiscono i sindacati - Per decisione politica della Giunta regionale, il punto nascita di Mirandola deve rimanere aperto nonostante il numero di parti negli anni sia abbastanza esiguo (335 nel 2021). Pur avendo messo in atto tutte le possibili misure organizzative da parte dell’Azienda Usl di Modena per evitare questa scelta, la decisione finale adottata è stata quella di appaltare prestazioni di ostetricia e ginecologia per 5 mesi, rinnovabili per altri 5, per una base d’asta di oltre 500 mila euro. Ma non è finita. Nonostante il verbale d’intesa dello scorso 29 aprile, firmato da tutte le sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, nel quale si individuano soluzioni ed interventi diretti ad affrontare le criticità dell’Emergenza Urgenza, la stessa Azienda Usl di Modena e quella di Reggio Emilia pubblicano avvisi per la fornitura di servizi medici ospedalieri che non rientrano nelle misure condivise nell’intesa, ricalcando il percorso già adottato per l’emergenza urgenza di Ferrara del quale l’assessore regionale aveva dichiarato alle organizzazioni sindacali essere un unicum da non ripetere".
Lunedì presso l'Assessorato regionale, alla presenza del Direttore generale, i rappresentanti delel tre sigle sindacali hanno espresso la propria assoluta contrarietà a forme di appalto che prevedono l’affidamento ad esterni di pezzi del “core business” della sanità pubblica. "La Regione ha scelto la via più breve, quella di continuare a tappare falle investendo risorse pubbliche senza alcuna prospettiva creando, oltretutto, situazioni di grande disomogeneità economica nei confronti dei medici ospedalieri, sapendo che i medici esterni vengono inseriti nei dipartimenti ospedalieri per prestare le stesse delicatissime mansioni che svolgono i medici dipendenti ma con retribuzioni molto ma molto più generose. Risulta inoltre difficile a questi medici sentirsi parte della rete organizzativa, proprio per la peculiare occasionalità della loro prestazione lavorativa. Inoltre, sarà necessario verificare con grandissima attenzione la competenza clinico-professionale dei professionisti forniti dall’appaltatore, per la garanzia della sicurezza delle persone che accederanno ai servizi in appalto".
Per Cigl Cisl e Uil, dunque, si sta creando "un precedente molto pericoloso, anche per il futuro della sanità pubblica di questa regione. Purtroppo la carenza di alcune specializzazioni mediche o anche di professioni sanitarie viene da lontano, con decenni di insufficiente programmazione della formazione medica specialistica che ha seguito la politica dei tagli al nostro sistema sanitario. Non è però accettabile che in una regione che si vanta di livelli di sanità pubblica importanti, che ha fatto scelte anche lungimiranti in un recente passato investendo sui professionisti, che coordina la commissione salute della Conferenza delle Regioni, vengano appaltati pezzi di sanità pubblica oltretutto di estrema delicatezza ed importanza".
Sul tema è intevrenuto anche Articolo Uno di Modena, usando toni molto forti: "Non pensavamo si potesse arrivare a tanto. Non pensavamo che si arrivasse ad appaltare un intero reparto ospedaliero, quello di Ostetricia e Ginecolo
gia, di Mirandola. Siamo alla dismissione di funzioni pubbliche fondamentali. Dopo tutta la retorica di questi mesi sulla importanza della Sanità Pubblica la Giunta Regionale sceglie di appaltare prestazioni ad alto contenuto professionale e tecnico con un bando che prevede anche, immaginiamo, una diversa e maggiore remunerazione per i professionisti sanitari coinvolti. Tutto ciò, e non è meno grave, fuori dal contesto della dipendenza e di parte integrante della Rete Ospedaliera e Ospedale-Territorio (distorsione) che non è solo un concetto funzionale ma si giova di precisi e molto complessi elementi organizzativi e amministrativi, a partire dalla dipendenza, appunto".
"Si fermi dunque questa scelta di esternalizzazione nel cuore dei servizi sanitari fondamentali che configura, di fatto, una forma di 'privatizzazione' che, oramai, ahinoi, non possiamo neanche più definire strisciante", conclude la forza di sinistra progressista.
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