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Edizione del 21/05/2022
Estratto da pag. 1
Occhiuto: “sud è miniera di opportunità, vogliamo essere la locomotiva del Paese”
Il Mediterraneo sarà sempre più centrale e l''Italia deve essere sempre più autonoma dal punto di vista energetico
CATANZARO – “Da quando sono stato eletto governatore, non parlo dei problemi della mia Regione, ma lavoro per trovare delle soluzioni. E per valorizzare le eccellenze che abbiamo in Calabria“. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, intervenendo alla convention “L’Italia del futuro, la forza che unisce”, organizzata da Forza Italia a Napoli. “Abbiamo – ha proseguito – una grande infrastruttura, a mio avviso la più importante del Mezzogiorno: il porto di Gioia Tauro. E allora da mesi sto lavorando per sviluppare questo porto. Negli ultimi anni, nell’immobilismo della politica, MSC ha investito 200 milioni di euro.

Noi vogliamo decuplicare gli investimenti nel porto e nella Zona economia speciale che insiste in quel territorio. A Gioia Tauro vogliamo realizzare un rigassificatore, potremmo produrre 1/3 del gas che attualmente importiamo dalla Federazione Russa, ne sto parlando con tanti ministri, con in testa il ministro Cingolani. I fatti di questi ultimi mesi, la guerra in Ucraina, stanno cambiando gli equilibri geopolitici mondiali. Il Mediterraneo sarà sempre più centrale e l’Italia deve essere sempre più autonoma dal punto di vista energetico. E Gioia Tauro può essere decisiva per entrambe queste partite”. “Il Sud è una miniera di opportunità. Noi, ripartendo, vogliamo essere la locomotiva del Paese”, ha concluso Occhiuto.

CATANZARO – “Un plauso per il presidente della Regione Roberto Occhiuto che ha bloccato una delibera inspiegabile di acquisto gadget per 164mila euro e rimuoverà la dirigente della Cittadella”. Lo afferma, in una nota, il commissario regionale della Lega in Calabria Giacomo Francesco Saccomanno.

“Un’azione concreta – prosegue Saccomanno – che dimostra di come sia corretto controllare la gestione della cosa pubblica ed eliminare quelle condotte che mettono in crisi l’oggettività del comportamento tendente a tutelare il bene comune. Un modello di correttezza che era scomparso dagli uffici regionali e che potrà, comunque, essere di esempio per tutti gli altri. In tale direzione sarebbe auspicabile che tutti i cittadini collaborassero segnalando tutte le anomalie che dovessero riscontrare nella gestione amministrativa. Così come sarebbe auspicabile che venisse creato un ufficio per il controllo di tutti gli atti e di tutte le eventuali segnalazioni”.

CATANZARO – “L’emergenza cinghiali va affrontati con i giusti mezzi per tutelare le produzioni agricoli e l’ambiente, ma anche per evitare che si trasformi in questione di ordine pubblico e sicurezza, come invece sta accadendo con sempre maggior frequenza”. Lo dice l’assessore regionale all’Agricoltura, sollecitando il Governo al rispetto degli accordi stretti in sede di Commissione Politiche Agricole, all’interno della conferenza Stato-Regioni. “Il coordinatore della Commissione, il collega assessore veneto Federico Caner – osserva Gallo – ha già richiamato l’attenzione dell’Esecutivo, anche in via ufficiale, su una tematica che va diventando ogni giorno più seria e rispetto alla quale mancano risposte ferme”.

Il riferimento corre a quanto stabilito in sede di Commissione un paio di settimane addietro, con la condivisione del Mipaaf e la disponibilità del Ministero della Transizione ecologica, “in quella occasione, sotto la spinta unanime di tutte le Regioni – ricorda Gallo – il MiTe si era impegnato a favorire l’inserimento in un decreto legge di nuove misure utili al contenimento del proliferare dei cinghiali. In particolare, nel provvedimento in questione, dovrebbero trovar posto l’estensione di due mesi del periodo di caccia al cinghiale; l’autorizzazione dei piani di abbattimento anche per motivi sanitari, per la tutela del suolo, la difesa delle produzioni zoo-agro-forestali, la sicurezza e l’incolumità pubblica; la possibilità di cacciare gli ungulati pure nelle zone vietate alla caccia e nei contesti urbani e, ancora, la facoltà di impiego, nelle azioni di contenimento, oltre che dei selettori, anche dei Carabinieri Forestali, della Polizia Locale e dei proprietari o con
duttori dei fondi, muniti di licenze per l’esercizio venatorio”. Ad oggi, però, osserva Gallo, “il percorso tracciato è diventato oggetto di assurde contestazioni che sembrano frenarne l’iter, aggravando la situazione a danno degli agricoltori e dei cittadini”.

Conclude l’Assessore regionale calabrese: “ci auguriamo che il Governo saprà tenere la barra dritta ed andare avanti con determinazione, per quanto ci riguarda, continueremo ora a seguire l’evoluzione degli eventi, confidando che l’impegno delle Regioni venga presto trasformato in atto di legge”.

CATANZARO – “Breast Unit della Calabria luci ed ombre, costruiamo le sinergie nel territorio” è il tema del congresso medico-scientifico in programma per il 25 maggio prossimo nella Sala Blu della Cittadella Regionale a Germaneto di Catanzaro. A presiedere i lavori il professor Rosario Sacco, clinico chirurgo dell’Università Magna Graecia, già direttore della Scuola di specializzazione di Chirurgia Generale; direttore del congresso è la dottoressa Maria Renne, chirurga senologa AOU Mater Domini – Germaneto; responsabile è il dottor Massimo De Girolamo, componente nazionale UsAcli.

Ad aprire i lavori congressuali sarà il saluto ai partecipanti del dottor Michele Comito, presidente della III commissione Sanità della Regione Calabria; seguirà l’intervento introduttivo del professore Sacco. Nel pomeriggio, a concludere le tante sessioni in programma sarà la dottoressa Amalia Bruni, consigliera regionale nonché vicepresidente della III commissione Sanità della Regione Calabria.

Il corposo programma congressuale vuole creare un focus sulla Breast Unit che è una struttura specializzata nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne affette da tumore al seno. Le donne che si affidano alle cure della Breast Unit possono contare su un team di specialisti in senologia, chirurgia plastica, oncologia, radiologia, radioterapia, fisiatria e psicologia. Si tratta di équipe qualificate che accompagnano la paziente in tutte le fasi della malattia.

Lo stato dell’arte delle Breast Unit calabresi sarà ‘esaminato sotto la lente attenta’ dei relatori: esperti di altissimo livello che affronteranno la tematica in ogni suo aspetto e in ogni ambito sociale oltre che dal punto di vista strettamente medico e scientifico. Interverranno anche esponenti del mondo dell’associazionismo impegnato in questo delicato e importante settore.

In programma anche le testimonianze di alcune pazienti che hanno già affrontato il viatico della patologia oncologica o che ancora sono alle prese con le cure o la riabilitazione.

Naturalmente grande spazio sarà dedicato alla prevenzione che ancora sembra essere tabù. Prevenire la patologia con controlli ed esami mirati, è una forma mentis che purtroppo ancora non appartiene alla gran parte dell’universo femminile. Anche in questo le Breast Unit possono fare molto, perché ‘prevenire è meglio che curare’ non è solo un ameno modo di dire ma un proposito che salva la vita. Studiosi ed esperti ribadiscono che la neoplasia della mammella è una malattia multifattoriale ad eziologia ignota ed attualmente è molto diffusa. Secondo le statistiche è la prima causa di morte per neoplasia in tutto il mondo. Una patologia che colpisce prevalentemente le donne e che ha gravi ripercussioni sul welfare, quindi sulla spesa sociale. Con la prevenzione mammografica si può rendere innocuo il 60 per cento dei tumori al seno. Da ciò l’importanza della prevenzione e della presenza sul territorio di Breast Unit che diventino ‘faro’, punto di riferimento per tante donne che vogliono sconfiggere il cancro: il ‘male oscuro’ che fa ancora tanta paura.

In vista del congresso alla Cittadella Regionale, un ringraziamento particolare va al gruppo “Donne per le donne” che nel 2019 convinse la governatrice Jole Santelli ad avviare l’iter per l’istituzione della Breast Unit che in Calabria ancora non c’era. Il gruppo è formato da oltre 400 donne, quasi tutte malate oncologiche provenienti da tutta la Calabria.
L’auspicio comune è che le Breast Unit calabresi esistenti a Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza, abbiano sufficienti mezzi e risorse umane per affiancare le pazienti nel complesso percorso di superamento della patologia oncologica.

L’evento è riservato tutte le professioni sanitarie ed è aperto a tutti. Il corso è accreditato secondo il Programma di Educazione Continua in Medicina – Agenas. A conclusione dei lavori sarà rilasciato un attestato di partecipazione con l’assegnazione di 7 crediti formativi, come previsto da Programma ECM.