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Edizione del 18/05/2022
Estratto da pag. 1
Includere le "malattie femminili invisibili" nell`assistenza sanitaria, arriva la mozione in Trentino. Zanella: "Cure interamente a carico delle pazienti, spese insostenibili"
TRENTO. Includere le "malattie femminili invisibili" nei Livelli essenziali di assistenza per alleggerire i costi alle pazienti: questo viene chiesto nella mozione depositata in Consiglio provinciale dal consigliere di Futura Paolo Zanella, sottoscritta anche da Paola Demagri del Patt e da Luca Zeni del Pd. Un tema che era già emerso nell''ultimo mese a livello nazionale, vista
TRENTO. Includere le "malattie femminili invisibili" nei Livelli essenziali di assistenza per alleggerire i costi alle pazienti: questo viene chiesto nella mozione depositata in Consiglio provinciale dal consigliere di Futura Paolo Zanella, sottoscritta anche da Paola Demagri del Patt e da Luca Zeni del Pd.  Un tema che era già emerso nell'ultimo mese a livello nazionale, vista la proposta di legge scritta dal "Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo", presentata il 3 maggio in una conferenza stampa congiunta di Camera e Senato (Qui l'articolo). Su questa base anche la mozione presentata in Provincia vorrebbe impegnare la Giunta a dare riconoscimento a una serie di patologie croniche e invalidanti, le cosiddette "malattie femminili invisibili", non ancora riconosciute nei Lea dal Servizio Sanitario Nazionale, quali vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi al I e II stadio e adenomiosi. "Quadri patologici caratterizzati da dolore cronico e limitazioni funzionali, - dichiara Zanella - per il riconoscimento dei quali sono stati depositati in Parlamento tre disegni di legge (due alla Camera e uno al Senato), sono state approvate tre mozioni in Veneto, Piemonte e Lazio e ne sono state depositate altre nove in altrettante regioni".  Un problema che era già stato affrontato da Il Dolomiti in un'intervista a Hale community, il progetto nato in Trentino che si occupa del dolore pelvico cronico e che ora raccoglie più di 8mila follower solo su Instagram (Qui l'articolo). Come avevamo già constatato, la mancata inclusione di queste patologie nei Lea comporta che "le cure e le terapie siano ad oggi interamente a carico delle pazienti - prosegue il consigliere di Futura - si stima che una persona affetta da una di queste malattie croniche spenda più di 20.000 euro durante l’intero percorso di cura e che tali spese siano spesso insostenibili, costringendo molte persone a rinunciare alle cure". La mancanza di conoscenza e informazioni adeguate, purtroppo anche in ambito sanitario, "comporta un ritardo diagnostico considerevole e un aggravio individuale e collettivo a livello psicologico, sociale ed economico".  Per queste ragioni, riporta Zanella, è stato condiviso il deposito di questa mozione con il "Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo" che raccoglie le associazioni e i maggiori specialisti in materia italiani.  In particolare si chiede alla Giunta di "inserire la vulvodinia, la neuropatia del pudendo, l’endometriosi di I e II stadio e l’adenomiosi nell'elenco delle malattie croniche e invalidanti, come assistenza integrativa provinciale extra Lea; di avviare un accrescimento delle competenze di tutte le figure sanitarie che possono incontrare persone affette da queste patologie; di individuare almeno un presidio sanitario pubblico provinciale di riferimento per il dolore pelvico; di istituire dei registri provinciali finalizzati alla raccolta dati sulle suddette patologie; di promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione, volte a diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi delle suddette patologie, soprattutto nelle scuole, al fine di ridurre il ritardo diagnostico; di sollecitare la Conferenza Stato - Regioni affinché le suddette patologie siano al più presto inserite nei Lea nazionali".