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Edizione del 15/05/2022
Estratto da pag. 1
Una Lega che rivendica il suo ruolo nel governo Draghi, “senza di noi, il centrodestra di governo (l’altro azionista è Forza Italia, ndr) ci sarebbe stata la patrimoniale”, “se avessimo anteposto l’interesse di partito a quello di un Paese colpito dalla pandemia, e ora dalle ricadute della guerra, non ci saremmo entrati”, una Lega che sembra principalmente dire all’alleato favorito dai sondaggi Fratelli d’Italia, senza nominarlo, “chi divide il centrodestra fa un favore agli avversari”, una Lega che sulla politica estera rilancia il ruolo dell’Europa con i Paesi di testa, Italia, Francia, Germania, per “la pace e la stabilità”, che si sente rappresentata da Draghi a Washington e che “a emergenza sanitaria finita e quando terminerà quella bellica” a Draghi chiede la “pace fiscale” con la rottamazione delle cartelle esattoriali. Ovvero, “la stragrande maggioranza di coloro che non sono i grandi evasori, i quali invece vanno colpiti”.
Ma soprattutto quella che emerge, nella giornata dei lavori alla “Lanterna” di Via Tomacelli, sui tetti del centro di Roma, dalla sintesi del discorso finale di Matteo Salvini, al primo dei 20 incontri “l’Italia che vogliamo“, con Armando Siri, capo dei Dipartimenti Lega conduttore sul palco (incontri di ascolto in ogni Regione, per trarre il programma di governo da offrire agli alleati di centrodestra per le Politiche del 2023), non sembra una Lega messa all’angolo. Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, interviene sul palco, per portare il suo saluto, prima delle conclusioni del leader. Ma soprattutto quella che va in scena è una Lega, il cui messaggio, dalla giustizia, con Giulia Bongiorno che, moderatore Bruno Vespa, si confronta anche con magistrati che hanno aderito allo sciopero contro la riforma Cartabia (“Il governatore Attilio Fontana, prosciolto perché il fatto non sussiste, è un uomo perbene, nessuno del Pd e dei Cinque Stelle ha chiesto scusa, ma ora ci saranno i referendum”, dice Salvini) al netto no “all’ideologia ambientalista”, si presenta nettamente distante da Giuseppe Conte e i Cinque Stelle. Si torna a chiedere il nucleare pulito, come fa anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Sul termovalorizzatore di Roma “ci giudicavano dei pazzi, onore essere copiati”, dice, sollecitata da una domanda del direttore del Giornale, Augusto Minzolini, Vannia Gava, sottosegretaria al ministero alla Transizione ecologica, riferendosi al sindaco (Pd) Roberto Gualtieri.
Il parterre della giornata, suddivisa per temi, è molto ampio, va da Carlo Nordio, ex Procuratore aggiunto di Venezia, al generale Giorgio Battisti, capo del contingente italiano e di Isaf in Afghanistan, che rivendica il ruolo della Nato a difesa della libertà, agli ad di Enel, Eni, Terna, rispettivamente Francesco Starace, Claudio Descalzi, Stefano Donnarumma (Enel e Eni uniti nella richiesta di porre un tetto al prezzo del gas in Europa), preceduti dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. Prima di loro, ospiti con videomessaggi l’ex sindaco di New York, il repubblicano Rudolph Giuliani, che dice, riferendosi alla guerra all’Ucraina ,”Con Trump tutto questo non sarebbe successo”, e l’ambasciatore francese in Italia Christian Masset, che fa a Salvini e alla Lega l’invito a Palazzo Farnese. Alla convention è presente il ministro degli Affari regionali Maria Stella Gelmini, FI, l’altro pezzo del centrodestra di governo, che con i governatori leghisti , il presidente del Veneto, Luca Zaia e il lombardo Fontana mette l’accento sulla necessità di arrivare rapidamente all’ Autonomia differenziata, in norma con la Costituzione italiana, che, “a dispetto dello stereotipo narrativo, non divide il Nord dal Sud”.
Zaia ricorda che il tema è stato presente nel discorso di Sergio Mattarella, nella sua ri-elezione al Quirinale. Sull’Ucraina e la richiesta di Finlandia e Svezia di aderire alla Nato, Salvini aveva in mattinata espresso perplessità (“È una richiesta che avvicina la pace?”), ma concludendo la densa giornata di lavori affer
ma netto, nel suo discorso di circa 48 minuti, “la Lega non può che essere per l’autodeterminazione dei popoli. Ma domani i giornali titoleranno comunque: Salvini, l’amico di Putin, quando in tanti, come Enrico Letta premier hanno fatto accordi con lui, per carità, legittimamente”.
Il segretario federale auspica, come aveva già affermato con Marco Cremonesi nell’intervista di ieri a Il Corriere della sera, un messaggio di “pace e stabilità”, un “cessate il fuoco che per primo deve fare Putin, perché abbiamo sempre distinto tra aggressore e aggredito”, dice concludendo la convention, criticando il Pd, che “gioca ai soldatini”. Torna a dirsi pronto a “andare ovunque, da Istanbul a Mosca, tranne che a Washington, dove mi sono sentito ben rappresentato da Mario Draghi”.
Commenta, a margine della convention, con Startmag, il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari: “Noi siamo diversi da Conte e i Cinque Stelle. Dalla politica energetica a quella estera. Ci possono essere sfumature diverse ma nella chiarezza che il nostro posizionamento è euro-atlantico. Il centrodestra? Si ricomporrà, si risolverà tutto, chi lo divide si prende la responsabilità di far perdere una coalizione che c’è da trent’anni. Semmai, i veri problemi ci sono nel campo avverso, dove, non a caso, il Pd ora cerca il proporzionale per uscire dalla morsa dei Cinque Stelle”.
Un riconoscimento viene dal parterre dove, nella parte coordinata dal responsabile economico Alberto Bagnai, ci sono anche i presidenti di Confapi, Maurizio Casasco, Confartigianato, Marco Granelli, Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, da Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl: “La Lega è riuscita a mantenere dritta la barra su un’impostazione sociale riformista”.
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