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Edizione del 06/05/2022
Estratto da pag. 1
“SANITÀ ABRUZZESE SOTTO IL TAVOLO… DI MONITORAGGIO”. ORANDO, “SE BUROCRAZIA NEGA DIRITTI”
PESCARA – “Da ben 15 anni in Abruzzo, quattro volte l’anno, l’oppositore politico di turno sventola in faccia alla maggioranza di turno il verbale dei tavoli di monitoraggio per rimproverare, tuonando, incapacità, lentezza, debiti e fallimenti. Tavolo di monitoraggio! Ma questo Tavolo, che rovina i sogni dei politici e smaschera le loro velleità, è davvero efficiente ed è in grado di correggere compiti svolti sempre comunque male?”

Da questo interrogativo parte la riflessione di Angelo Orlando, ex parlamentare e consigliere regionale di Rifondazione comunista, nonché ex presidente della prima commissione Bilancio. Pubblichiamo su Abruzzoweb la prima delle due puntate dedicate al famigerato Tavolo di monitoraggio del Ministero che “vigila” sui conti della sanità abruzzese, uscita dal commissariamento per eccesso di debiti nel 2016.

LA SANITÀ SOTTO IL TAVOLO

Recita l’articolo 32 della  Costit.: salute, un diritto “finanziariamente condizionato” in Italia, “burocraticamente negato” in Abruzzo. La sanità sotto il Tavolo!

Da ben 15 anni in Abruzzo, quattro volte l’anno, l’oppositore politico di turno sventola in faccia alla maggioranza di turno il verbale dei tavoli di monitoraggio per rimproverare, tuonando, incapacità, lentezza, debiti e fallimenti.

Le maggioranze politiche che hanno attraversato questo lungo periodo, tanto lungo da apparire fenomeno unico in Italia, sembrerebbero quasi come uno scolaro-studente con problemi di apprendimento.

Infatti, al tempo della giunta Chiodi, il quinquennio di scuola elementare, senza il soccorso divino e il sostegno del tutore-Governo, la bocciatura sarebbe stata esemplare.

Nel triennio di scuola media-giunta D’Alfonso-, la conclusione sembrava essere una promozione, con l’uscita dal commissariamento, ma questo apparente successo è subito ridimensionato dalla consapevolezza che il tutoraggio, per il vecchio Piano di Rientro in vita dal 2007, continua inesorabile.

Inizia, così, un nuovo percorso, con un biennio ancora dalfonsiano e il triennio segnato dalla giunta Marsilio. Tuttavia, nonostante questo improbabile scolaro-studente sia stato costretto a leggere oltre 6000 pagine di verbali, non sembra proprio ancora in grado di assumersi le sue responsabilità e di camminare con le proprie gambe, avendo perso tutte le occasioni possibili per rendersi autonomo chiedendo l’accordo per la sottoscrizione di un nuovo piano di rientro.

Ma questo ineffabile personaggio-furbetto a chi ha affidato il compito di ristrutturare la sanità pubblica in Abruzzo? All’onnipotente Tavolo di monitoraggio! Ma questo Tavolo, che rovina i sogni dei politici e smaschera le loro velleità, è davvero efficiente ed è in grado di correggere compiti svolti sempre comunque male?

A dire il vero neppure il Governo e le Regioni sembrano dimostrare eccessiva fiducia, almeno in una parte rilevante delle sue componenti, come, ad esempio Aifa ed Agenas,,, tanto che nel Patto per la salute 2019-2021 approvato dalla conferenza Stato-Regioni, alla scheda numero 5, “ Si conviene sulla necessità di definire una strategia di riordino degli Enti pubblici vigilati dal Ministero,…, al fine di superare la frammentazione operativa che si è stratificata nel corso degli anni e una potenziale duplicazione di funzioni e compiti tra soggetti in numerose aree di attività”

Evidentemente questi soggetti non sono stati in grado di “garantire la funzione sistemica e di supporto nell’ambito delle funzioni assegnate al Ministero della salute ed alle Regioni.

Innanzitutto bisogna rilevare che il Tavolo è un organismo decisamente pletorico, composto da un numero di rappresentanti di Ministeri e di Enti vigilati, di funzionari regionali, dell’advisor e dell’Aifa.

Acclarato che questo nobile obiettivo di riforma, che avrebbe necessariamente influenzato e coinvolto il Tavolo stesso, è stato ancora una volta rinviato, se non addirittura accantonato definitivamente, guardando dentro la sua attività e analizzando le chiavi di lettura
da parte della politica, è inevitabile notare che gli argomenti ricorrenti sono le bocciature dei piani operativi, della riorganizzazione della rete ospedaliera, il tutto nella incombente minaccia della crescita del deficit strutturale.

Tuttavia, leggendo, ad esempio, l’ultimo verbale, quello relativo alla riunione del 13 dicembre 2021, si ha l’impressione che il Tavolo, così come la politica, viaggi su una linea diversa da quella del sistema sanitario regionale, una linea decisamente distante dalla realtà e, soprattutto, dai bisogni dei cittadini abruzzesi.

Primo esempio.

Un decreto ministeriale del 2013 aveva stabilito l’obbligo e la necessità per Ministeri, Regioni e aziende sanitarie di progettazione e realizzazione di un percorso attuativo di certificabilità del bilancio. Questi PAC (percorsi attuativi di certificabilità) dei bilanci sono dei programmi di azioni volte a garantire l’accertamento della qualità delle procedure amministrativo-contabili sottostanti alla corretta contabilizzazione dei fatti aziendali, nonché la qualità dei dati contabili, sono, insomma, pensati per facilitare una buona governance della Pubblica Amministrazione e per arrivare finalmente alla “certificazione” dei bilanci. Un decreto ministeriale del 2013 aveva fissato i caratteri di questo progetto.

Tutte le altre Regioni hanno avviato le le procedure nel 2013, l’Abruzzo le ha avviate nel 2014, rimodulate una prima volta nel 2016, una seconda volta nel 2018, una terza nel 2020.

Nell’aprile 2021, la Corte dei Conti, sezione Abruzzo, scrive: “Relativamente al progetto di consulenza di cui all’articolo…, nella relazione sulla gestione si legge che il percorso per l’adozione della certificabilità del bilancio della – GSA – , gestione sanitaria accentrata, non è stato completamente realizzato. Ha influito negativamente il ritardo sui seguenti interventi: implementazione del sistema informativo integrato Asl-Regione e avvio delle attività relative all’accordo di programma di certificabilità che è partito solo a fine 2017. Ciò ha determinato una “… non tempestiva diffusione della “cultura” basata su un sistema di procedure amministrativo contabili che consente di assicurare, l’esistenza e l’accuratezza delle registrazioni contabili effettuate, garantire la traccia abilità nonché la completezza dei flussi di dati di informazione tra gestione sanitaria accentrata ed aziende del sistema sanitario regionale, nel rispetto della normativa vigente ed, infine, determinare un sistema dei controlli e di supervisione che consenta il monitoraggio dei dati provenienti dalle aziende e delle registrazioni contabili effettuate dalla GSA”. In considerazione del valore di tale attività al fine di garantire il massimo rispetto dei principi di veridicità, completezza ed informazione dei dati contabili, se ne sollecita una pronta definizione”.

La Corte dei Conti, quindi denuncia con forza l’assenza dell’unico strumento in grado di assicurare una lettura accurata, completa e veridica dei dati contabili. Se questa assenza è grave, e lo è, la sua denuncia, nell’era della digitalizzazione, se digitalizzazione non significa ficcare due dita negli occhi dell’altro per impedirgli di vedere e se i “ custodi “ non vivono su pianeti diversi, dovrebbe essere obbligatoriamente nota.

Eppure, nel verbale del Tavolo, stranamente?, non si trova alcuna traccia di contestazione alla Regione per l’assenza di questo strumento decisivo per la valutazione dei bilanci e, addirittura, neppure un riferimento al PAC ! In compenso, per sopperire a questa carenza e per chiarire quello che per legge dovrebbe essere già chiaro, troviamo, all’interno delle 106 pagine del verbale, una carrellata di cifre e ben 308 riferimenti a cifre inferiori ad 1 milione di euro, partendo addirittura da 2000 €, il tutto in un bilancio di quasi 3 miliardi di euro!

Lo stesso Tavolo, però, tra quelli chiari all’opposizione, opposizione che questo, però non lo avverte, un rilievo lo muove alla Regione, quello che riguarda un’insufficienza abbast
anza grave secondo i criteri del Nuovo Sistema di Garanzia- NSG-, il sostituto della griglia Lea, insufficienza relativa alla Rete Emergenza-Urgenza e più in particolare all’intervallo allarme-target dei mezzi

la risposta:”… La Regione fornisce un riscontro sulle tempistiche di intervento dei mezzi di soccorso, rappresentando che sulla flessione dell’indicatore pesano i soccorsi avvenuti in comuni montani, nonché la presenza di aree di scarsa copertura in radio e fonia, problematica per la quale la regione si sta attivando con l’imminente indizione di gara regionale per i radio collegamenti”!

Da questo si deduce inevitabilmente che il Tavolo che, come al solito e in tanti altri casi “ resta in attesa di chiarimenti”, non conosce, forse perché non è stato informato adeguatamente, il numero dei comuni montani secondo la classificazione Istat, comuni montani che sono 108 in provincia de L’Aquila, 13 in provincia di Teramo, 15 in provincia di Pescara e 30 in provincia di Chieti, per un totale di 166 comuni, con una popolazione di 377.643 abitanti, cittadini che, pur contribuendo al finanziamento del SSN esattamente come i litoranei e i basso-collinari, fidando nella buona sorte, dovranno sperare che l’indizione della gara per i collegamenti radio avvenga subito dopo la realizzazione del sogno della politica abruzzese, tutta, la nascita della “ Nuova-Grande Pescara “, l’area nella quale, per un caso fortuito e per cause soltanto naturali, un’ambulanza e un CUP si “ chiamano “ a voce e un letto d’ospedale, perché altrettanto casualmente di ospedali ce ne sono tanti, si raggiunge agevolmente e velocemente anche a piedi!

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