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Edizione del 30/04/2022
Estratto da pag. 1
Parco della Salute, parla Bresso: "Sbagliata la scelta su Fiat Avio"
Il progetto, figlio della concordia istituzionale tra Ghigo e Chiamparino, fu utile soprattutto al gruppo Agnelli. L''ex presidente della Regione: L''area non andava bene, problemi di bonifica insormontabili e costi troppo elevati. Ma
SANITÀ FUTURA

Parco della Salute, parla Bresso: "Sbagliata la scelta su Fiat Avio"



Stefano Rizzi 07:00 Sabato 30 Aprile 2022

Il progetto, figlio della concordia istituzionale tra Ghigo e Chiamparino, fu utile soprattutto al gruppo Agnelli. L'ex presidente della Regione: "L'area non andava bene, problemi di bonifica insormontabili e costi troppo elevati". Ma venne ripreso da Cota

“Un’occasione mancata. Sì, c’è molto rammarico”. E non potrebbe essere altrimenti per Mercedes Bresso, di fronte al destino dell’ambizioso progetto Parco della Salute di Torino ormai segnato non solo sulla strada di un pesante ridimensionamento, ma anche dalle crescenti e autorevoli constatazioni di un una serie di errori. A partire dal luogo scelto per costruirvi un’opera che non può contenere gli attuali ospedali cittadini nelle dimensioni previste, con la prospettiva di non veder sorgere nulla o, ben che vada, le Nuove Molinette. Un epilogo, quello attuale  – con le recenti prese di posizione dell’Ordine dei medici, le rassicurazioni dell’assessore Luigi Icardi e, pur con i soliti distinguo del governatore Alberto Cirio – che rischia di precipitare con l’abbandono del dialogo competitivo anche dei due gruppi rimasti in gara, dopo precedenti defezioni.

Onorevole Bresso, andiamo subito al sodo. Torniamo a quando lei succede nella guida della Regione a Enzo Ghigo e si trova il progetto della Città della Salute, che poi diventerà Parco. È lì che nascono le ragioni del suo rammarico?

“No, non da lì. Succederà dopo. Quando divento presidente il progetto era poco più che abbozzato e ben presto, con le relazioni dei tecnici, capimmo che l’area scelta dal mio predecessore insieme all’allora sindaco Sergio Chiamparino, quella dell’ex Fiat Avio, presentava problemi di bonifica praticamente insormontabili, con costi e tempi improponibili”.

E a quel punto lei sposta il progetto su Grugliasco, nell’area che poi vent’anni dopo ospiterà il campus universitario. Un ripiego?

“Manco un po’. Quell’area aveva tutte le caratteristiche, oltre agli spazi necessari, per ospitare un polo sanitario, ma anche di ricerca, inoltre era nella posizione ideale per i collegamenti che un grande ospedale non solo torinese, ma regionale e anche di più, necessita. Aveva senso raggruppare tutte le eccellenze nel nuovo polo se avesse ospitato anche le attività di ricerca e quella scelta andava in quel senso”.

Però già nel 2003 la Regione acquista per 55 milioni l’area ex Fiat Avio e nello stesso anno viene firmato un protocollo d’intesa tra Regione, Città di Torino, Politecnico, Università per il Parco della Salute, ma poi sette anni dopo arriva lei e i tecnici le spiegano che la bonifica, che oggi è partita stranamente non a carico del venditore ma dell’acquirente, è insostenibile. Parte il progetto su Grugliasco, tra l’altro su terreni demaniali e non da acquistare da privati, che finirà in nulla. Lei nell’aprile del 2008 in un’intervista disse: “Che ci sia qualcuno che rema contro per cercare di rinviare il progetto lo metto in conto, accade ogni volta che si vuole costruire una nuova opera. Ma non c´è nessun cambiamento di linea da parte nostra”.

“Infatti io non cambiai idea, fu Roberto Cota a distruggere il progetto di Grugliasco e tornare all’idea originale”. 

Cota diventa governatore, chiama quale direttore della Sanità regionale (per poi promuoverlo assessore) il manager Iveco Paolo Monferino. Lei ha percepito interesse della Fiat per quell’operaione?

“In quel caso no. Ricordo molte pressioni dagli ambienti universitari e medici per tenere a Torino il futuro polo sanitario. Anche il Comune era di quell’idea”.

E lei non riuscì a convincere l’allora sindaco e suo compagno di partito Chiamparino, protagonista anche in questa vicenda dell
a concordia istituzionale con Ghigo?

“Chiamparino è sempre stato quello che dice: fate quello che volete. Non accuserei lui direttamente per il fallimento del progetto di Grugliasco. Non c’è dubbio che sia stato molto spalleggiato da coloro che alla mia scelta si opponevano. E pensare che avevamo anche trovato il sistema per finanziaria l’opera”. 

Nota dolente, onorevole, come lei ben sa visto che oggi la gara rischia di vedersi sfilare anche gli ultimi due concorrenti. Quale soluzione avevate trovato?

“C’era il meccanismo, che poi Cota ha distrutto, del leasing in costruendo. Si faceva un progetto esecutivo e si mandava a gara pagando un affitto. Erano capitali privati, soprattutto banche e costruttori. Dai calcoli si era stabilito che sarebbe costato 12 milioni all’anno. Poi sarebbero arrivati anche i soldi delle attività che si sarebbero insediate nel Parco. Era un’operazione finanziariamente sostenibile”.

Lei oggi guarda, politicamente e anche fisicamente da lontano la complessa vicenda del Parco della Salute. Che idea s’è fatta e come pensa potrà andare a finire?

“Sono naturalmente preoccupata, ma non stupita. Certo, guardando al passato, resto convinta che quella di Grugliasco fosse la soluzione migliore. A qualcuno, più d’uno, non piaceva e s’è capito bene. Quando ho terminato il mio mandato chi è arrivato ha cancellato tutto. Il rammarico, oggi di fronte a quello che sta succedendo, è ancora più pesante”.

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