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Edizione del 29/04/2022
Estratto da pag. 1
In Aula focus sui temi della Sanità
Il vicepresidente Riccardi ha risposto a varie interrogazioni, dedicate in particolare ai numeri del personale e dei medici di base
Seduta del Consiglio regionale dedicata alle risposte alle interrogazioni sui temi della sanità da parte del vicepresidente Riccardo Riccardi. Diversi i temi affrontati, con particolare attenzione ai numeri del personale.

Sui medici di medicina generale, Riccardi ha ricordato come a marzo 2020 sono stati pubblicati: 79 incarichi vacanti di assistenza primaria e alla fine delle diverse procedure ne sono rimasti vacanti 8; 138 incarichi vacanti di continuità assistenziale (120 sono rimasti). A marzo 2021 sono stati pubblicati 104 incarichi di assistenza primaria (36 rimasti vacanti), 161 incarichi di continuità assistenziale (153 rimasti vacanti). Alla fine dello scorso anno, per la prima volta è stata attivata dalla Regione una procedura straordinaria mediante ripubblicazione degli incarichi rimasti vacanti e anticipazione della pubblicazione degli incarichi che si sarebbero resi disponibili entro marzo 2022 grazie a un accordo sottoscritto con i medici di medicina generale reso esecutivo il 15 ottobre 2021 che ha individuato una soluzione al problema della costante sottostima nella determinazione delle zone carenti di assistenza primaria. Con la procedura straordinaria sono stati assegnati ulteriori 12 incarichi di assistenza primaria e uno di continuità assistenziale.

Riccardi ha ricordato come, in previsione del picco dei pensionamenti, la Regione abbia raddoppiato a partire dal triennio 2018-21 il numero delle borse di studio del corso di formazione in medicina generale con oneri a totale carico dell'Amministrazione regionale, per cui a partire da quest'anno si diplomeranno ogni anno 40 nuovi medici a fronte dei 20 degli anni precedenti.

Per quanto riguarda le indennità di collaboratore di studio medico per i medici di medicina di base l'esponente della Giunta ha rimarcato che per l'anno in corso la Regione ha destinano ben 1.994.757,34 euro al finanziamento di un Accordo integrativo regionale per l'incremento dei collaboratori di studio che è stato sottoscritto il primo marzo 2022 e non rappresenta una misura temporanea legata al contesto emergenziale ma un intervento sui livelli di assistenza con relativa copertura economica a carico del bilancio regionale che si consolida negli anni. Lo stanziamento è infatti sufficiente a soddisfare tutte le domande presentate dai medici per ottenere l'indennità che nella nostra regione consiste in un compenso annuo di 12 euro per ciascun assistito fino al tetto massimo di 1.300 assistiti per complessivi 15.600 euro a fronte dell'indennità annua nella misura di 3,50 euro per assistito in carico prevista dall'Accordo collettivo nazionale.

Il vicegovernatore ha rimarcato che la misura adottata in Friuli Venezia Giulia contribuisce a incrementare la qualità dell'assistenza primaria, consentendo al medico di fiducia, singolo o associato, di aumentare la disponibilità nei confronti dei propri pazienti mediante l'affidamento della gestione degli aspetti non medici e di natura amministrativa a personale di supporto. Inoltre, sono attualmente in programma della Direzione centrale salute ulteriori incontri con i sindacati per individuare gli strumenti e le azioni da recepire nell'ambito dell'Accordo integrativo regionale quadro che consentirà alle Aziende Sanitarie di attivare le soluzioni più a livello locale per incentivare e migliorare la rete esistente e sopperire alla carenza del Servizio di continuità assistenziale.

Infine, il rappresentante dell'Esecutivo regionale ha spiegato che la Regione è impegnata, attraverso al Conferenza delle Regioni, nel dialogo con il Governo e con i sindacati dei medici di medicina generale per l'attuazione di una riforma del ruolo di questi professionisti dalla salute, che dovrebbe tradursi in un provvedimento legislativo che superi gli attuali colli di bottiglia a cui il sistema sanitario è sottoposto.

Malattie oncologiche. "Nonostante la situazione di grave criticità affrontata dall'arrivo del Covid, il Servizio sanitario regionale ha retto bene all'impatto della pandemia sulla diagnosi, a
partire dagli screening, e la cura delle malattie oncologiche, come evidenziato da più report indipendenti, tra cui il Rapporto Ambrosetti e il Report 2020 della Scuola superiore Sant'Anna", ha detto Riccardi.

In Friuli Venezia Giulia l'impatto della pandemia sugli screening oncologici ha portato a una riduzione dei volumi degli esami eseguiti tra gennaio 2019 e dicembre 2020 ma questa, grazie alla competenza e professionalità del personale sanitario, è stata contenuta per il tumore al seno al 17% contro la media nazionale del 45% e per il tumore al colon retto al 24,5% contro il 59,2% nazionale.

Le valutazioni svolte da Agenas contemplano la formalizzazione dei documenti di funzionamento della rete oncologica regionale e non le attività oncologiche svolte dalle strutture del Servizio sanitario regionale. Il documento non considera, a causa di una mancata formalizzazione, le numerose attività e funzioni che sono state svolte all'interno della Regione in merito a diagnosi, cura e follow-up della malattia oncologica evitando la battuta d'arresto avvenuta in altre regioni per tali importanti attività.

Il vicepresidente ha assicurato che nel corso dell'anno questo gap sarà superato: le linee per la gestione del Servizio sanitario regionale per l'anno 2022 prevedono la formalizzazione del Piano di rete da parte di Arcs. Tale documento darà risposta a numerosi quesiti del questionario Agenas permettendo di migliorare la performance attualmente carente. In tali linee è anche data ad Arcs la possibilità di elevare i tetti del personale, comprensivi dei fondi, per implementare la struttura di Coordinamento oncologico regionale, che verrà quindi costituita e formalizzata nel corso dell'anno.

Infermieri del Pronto soccorso di Latisana. "I vertici dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale stanno lavorando per superare le criticità registrate in merito al personale operante del Pronto soccorso di Latisana, anche per evitare disagi all'utenza. In ogni caso la domanda di mobilità presentata in via "cumulativa" da 26 infermieri non è stata presentata secondo le modalità previste dal regolamento interno AsuFc e, di conseguenza, non può essere recepita", ha evidenziato Riccardi, rispondendo a un'interrogazione della consigliera Simona Liguori.Lo ha evidenziato il vicegovernatore con delega alla Salute, rimarcando come le domande di mobilità ordinaria da parte del personale debbano essere presentate nell'ambito di un avviso interno, in base all'articolo 5 del regolamento, e come non sia prevista la valutazione di domande di mobilità "cumulativa". In ogni caso continua l'attività di audit dell'Asufc all'interno dell'organizzazione del Pronto soccorso di Latisana e l'auspicio è che possa essere a breve individuata una soluzione alle attuali problematiche. 

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