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Edizione del 24/04/2022
Estratto da pag. 1
SANITA’ ABRUZZO: TAVOLO MINISTERO BOCCIA REGIONE. DEFICIT A 107 MLN E MANCATA PROGRAMMAZIONE
L’AQUILA – Un disavanzo di gestione della sanità abruzzese di 107 milioni di euro nel 2021, “non coerente con il Piano di rientro né con le risorse programmate”, con conseguenti forti preoccupazioni da parte del Tavolo di monitoraggio ministeriale, che  infatti raccomanda alla Regione “il presidio dell’andamento dei costi e dei ricavi al fine di assicurare gli equilibri”.

Una mobilità passiva, quella degli gli abruzzesi che vanno a curarsi in ospedali e cliniche extra-regionali, arrivata ad un saldo negativo di 100 milioni di euro, per il 73%”evitabile”.

LA mancata consegna del piano di riordino della rete ospedaliera, ma anche della  nuova versione del Programma operativo Covid,  la mancata  adozione del documento “Linee di indirizzo per il riordino della rete territoriale”, anche alla luce degli obiettivi di potenziamento dell’offerta territoriale previsti dal Pnrr. Il ritardo con cui la Regione sta procedendo nella rendicontazione degli obiettivi di Piano sanitario nazionale anno 2018, 2019 e 2020. Tempistiche dei pagamenti delle Asl in forte ritardo.

Sono  solo alcuni dei durissimi passaggi  che si possono leggere, nero su bianco, sulle pagine  verbale della riunione congiunta del 13 dicembre scorso del Tavolo tecnico  per la verifica degli adempimenti regionali sulla spesa e gestione della sanità abruzzese, ancora convalescente dopo il decennale commissariamento terminato nel 2016.

Il quadro che  emerge non potrà che rinfocolare le dure polemiche sulle politiche sanitarie del centrodestra di Marco Marsilio, di Fdi, che governa la regione dal febbraio 2019,  e dell’assessore alla Salute della Lega, Nicolettà Verì, come già avvenuto in questi mesi, con particolare foga da parte dell’ex assessore alla Sanità, ora capogruppo del Pd, Silvio Paolucci.

Se le opposizione avevano denunciato i conti fuori controllo e la totale mancanza di programmazione, e il rischio serio di tornare al commissariamento, la maggioranza di centrodestra, aveva risposto che le difficoltà erano imputabili, come avvenuto in tutte le altre regioni, dall’emergenza pandemica. In aggiunta a far saltare il banco è stata la sentenza 235 della Corte costituzionale che ha, come un fulmine a ciel sereno, bocciato il piano di rientro del debito in 20 anni anziché in 10. Piano di rientro approvato nella precedente amministrazione di centro-sinistra, con la conseguenza che il centrodestra ha dovuto fare i miracoli per trovare le risorse necessarie, a far fonte a rate annuali molto piu pesanti delle precedenti, di circa 29 milioni l’anno.

Quello che è certo, comunque è che il Tavolo di monitoraggio bacchetta con vigore la sanità abruzzese, per molteplici ragioni. In primis si obietta che il deficit rischia di essere strutturale, senza interventi decisi di razionalizzazione delle uscite, e non basta dunque metterci una pezza anno dopo anno, con stanziamenti straordinari.

Al “Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza”, che doveva verificare l’attuazione di quanto prescritto  nel precedente tavolo di metà luglio c’erano, oltre ai rappresentanti della Regione Abruzzo,  quelli del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero della salute, della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, del Coordinamento salute delle regioni. E ancora per il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza (LEA) c’erano i rappresentanti delle Amministrazioni centrali (Ministero dell’economia e delle finanze, Ministero della salute), del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, e l’Advisor contabile.

Ecco dunque di seguito, testuali le conclusioni a cui il Tavolo è arrivato.
r/>Si dà atto che la Regione Abruzzo a conto consuntivo del 2020 presentava un disavanzo di 15,349 milioni di euro ed è riuscita ad assicurare l’equilibrio economico del Servizio sanitario regionale.

Ma dopo poche righe si legge: “sulla base delle stime effettuate a partire dai conti del secondo trimestre 2021, si profilerebbe sull’anno 2021, sulla base della stima dell’Advisor, un disavanzo di gestione di 107 mln di euro, non coerente con il Piano di rientro né con le risorse programmate. I Tavoli esprimono forti preoccupazioni in merito alla tenuta della programmazione di cui al Piano

di rientro della Regione Abruzzo. In tali termini si raccomanda alla regione il presidio dell’andamento dei costi e dei ricavi al fine di assicurare gli equilibri programmati”.

Ma non basta, la Regione, sentenzia il Tavolo, non sta programmando una strategia contabile per ridurre questo ingente deficit: “con riferimento alla bozza di Programma Operativo 2019-2021, si rileva, prendendone atto, che il documento inviato dalla regione non risulta coerente con il recupero strutturale dell’ingente disavanzo che si starebbe profilando sull’anno 2021. In tali termini si raccomanda la trasmissione della bozza di Programma Operativo 2022-2024, anche alla luce delle precedenti richieste dei Tavoli, al fine di individuare tempestivamente le misure da

porre in essere per la programmazione del prossimo triennio”.

C’è poi il capitolo mobilità passiva, arrivata ad un saldo negativo di 100 milioni di euro. E si spiega nel verbale: “La mobilità considerate ‘inevitabile’ e ‘accettabile’ rappresenta circa il 26,1% mentre la mobilità considerate ‘evitabile rappresenta circa il 73,9%”

In particolare “la mobilità considerate evitabile dovrebbe essere oggetto di approfondimenti da parte della regione si raccomanda ad attenzionare da approfondire le cause della mobilità considerate evitabile alfine di strutturare la programmazione regionale”.

Poi il capitolo relativo al ritardo della programmazione e pianificazione in campo sanitario.

Con riferimento alla rete ospedaliera, “restano in attesa del nuovo documento di programmazione che recepisca le osservazioni riportate nel presente verbale con la relativa tabella C”.

Va detto che però che a febbraio si sono tenute riunioni, tra regione e Ministero, in cui i tecnici hanno elencato alcune osservazioni al documento di programmazione, sia per quanto riguarda i disallineamenti rilevati rispetto ad alcune discipline (che andranno riparametrati per ricondurli agli standard previsti dalle disposizioni nazionali), sia sulle caratteristiche dei Dea con funzioni di secondo livello.

Il Tavolo è ancora in attesa di ricevere “una nuova versione del Programma Operativo Covid che recepisca quanto richiesto nel verbale della riunione del 6 ottobre 2020 e successive, oltre che nello specifico parere reso dai Ministeri affiancanti”.

Si sollecita l’adozione del documento “Linee di indirizzo per il riordino della rete territoriale,  “anche alla luce degli obiettivi di potenziamento dell’offerta territoriale previsti dal Pnrr”. E si chiedono “aggiornamenti sullo stato dell’arte dell’implementazione dell’offerta territoriale”.

Con riferimento agli obiettivi di Piano sanitario nazionale (PSN), nel rilevare il ritardo con cui la regione sta procedendo nella rendicontazione degli obiettivi di PSN anno 2018, 2019 e 2020, sollecitano la trasmissione della documentazione integrativa richiesta ai fini del prosieguo dell’iter di approvazione nonché l’invio della documentazione relativa ai progetti del Piano Sanitario Nazionale anno 2021?.

Per quanto riguarda il 2020, si evidenzia  “il mancato rispetto della normativa vigente sui tempi di pagamento da parte di un’azienda e della GSA; prendono, altresì, atto dei risultati raggiunti nel II trimestre 2021 con il rispetto dei tempi di pagamento per tutti gli enti del Servizio sanitario regionale (SSR)”.

Si invita pertanto, la regione a “proseguire il percorso intrapreso al f
ine di superare il mancato rispetto della direttiva europea sui tempi di pagamento e le difficoltà organizzative alla base del ritardo della GSA sul 2020. Ricordano che più volte la regione ha ribadito che non vi sono problemi di liquidità nelle aziende sanitarie e nella GSA.

Chiedono alla regione quali iniziative abbia posto in essere in merito a quanto previsto dalla legge di bilancio 2019 sui tempi di pagamento”.

In  merito alla fatturazione elettronica da parte degli Enti del Servizio Sanitario Regionale la Regione è invitata “ad implementare l’utilizzo della Piattaforma dei crediti commerciali (PCC), in special modo su taluni Enti del SSR per i quali i pagamenti effettuati in rapporto

all’importo dovuto risultano ancora troppo bassi. Risulta che nel 2020 il “Tempo medio di pagamento ponderato” è pari a 48 giorni e il “Tempo medio di ritardo ponderato” è pari a – 14 giorni”.

Con riferimento ai primi nove mesi dell’anno 2021, “si segnalano criticità nell’azienda di Teramo. Risulta inoltre che nei primi nove mesi  dell’anno 2021 il “Tempo medio di pagamento ponderato” è pari a 42 giorni e il “Tempo medio di ritardo ponderato” è pari a -18 giorni”.

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