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Edizione del 22/04/2022
Estratto da pag. 1
La ministra Gelmini sul Pnrr «Così un’Italia più moderna. La produzione di idrogeno nel progetto bandiera Fvg»
Il ministro degli Affari regionali Gelmini: «L’aver puntato così sulla nuova frontiera dell’energia garantirà dei fondi aggiuntivi»
TRIESTE «Avremo un’Italia più moderna, più equa, più “sostenibile”. Ridurremo le diseguaglianze, costruiremo una sanità a misura di cittadino, e torneremo ad essere il Paese delle opportunità. È davvero un progetto per le nuove generazioni». Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e Autonomia, spiegherà oggi a Trieste contenuti e prospettive dell’operazione Pnrr. Leggi ancheIl ministro Patuanelli: «A Trieste arriveranno le risorse pro capite più consistenti. Il Pnrr un’opportunità da cogliere»Ministro, gli enti locali hanno risposto come atteso a questa opportunità?Con il primo quadrimestre di quest’anno avremo stanziato oltre 60 miliardi di euro su progetti concreti e ciò rende plausibile la possibilità di centrare l’obiettivo del semestre. Entro giugno arriveremo a 79 miliardi, più del 40% delle risorse che l’Europa ci mette a disposizione. Adesso inizia la fase più complessa, ma, in particolar modo per quel che riguarda Comuni e Regioni, che stanno rispondendo in maniera molto positiva, sono certa che riusciremo nell’impresa di realizzare le opere attese. Leggi anchePnrr, Trieste crocevia di una sfida epocale: pronti investimenti per 191,5 miliardiA che punto siamo nel percorso riformatore che deve accompagnare gli investimenti? Nel 2021 abbiamo raggiunto tutti i target anche sul fronte delle riforme. Su giustizia, semplificazione, pubblica amministrazione, siamo in linea con il cronoprogramma. Il Parlamento è al lavoro su dossier delicati, dal ddl sulla concorrenza alla riforma dell’ordinamento giudiziario, fino ad arrivare alla delega fiscale. Sono sicura che, come accaduto finora, troveremo la sintesi e porteremo a termine anche l’iter di queste riforme. Leggi ancheL’editoriale del direttore del Piccolo: Trieste e il Friuli Venezia Giulia, è il momento di passare dal sogno alla realtàCon le Regioni avete firmato un protocollo per individuare i “progetti bandiera”. Di che cosa si tratta? I “progetti bandiera” sono il frutto di una previsione normativa, l’articolo 33 del decreto 152 del 2021, generata dal comune intento di favorire il protagonismo delle Regioni, che avevano lamentato una parziale esclusione dalla fase iniziale del Pnrr. A ciascuna abbiamo chiesto di individuare un progetto di rilevanza strategica che possa fornire una visibile rappresentazione dello spirito del Pnrr. È un progetto simbolo, grazie al quale diremo ai cittadini: “Questo l’abbiamo fatto con il Pnrr”. Serve a rendere tangibile lo spirito innovativo del Piano. Leggi ancheDai fondi Ue la spinta alla rivoluzione digitale italiana. Disponibili 50 miliardi per recuperare entro il 2026 ritardi intollerabiliIl “progetto bandiera” del Fvg? Il Friuli Venezia Giulia sotto la guida del presidente Fedriga, che sta svolgendo un ottimo lavoro anche da presidente della Conferenza delle Regioni, ha sviluppato la sua strategia per la transizione ecologica basata sulla produzione di idrogeno. È la nuova frontiera sul tema energia: non è un gas nocivo per l’ambiente e può essere utilizzato per alimentare le caldaie delle nostre case, le automobili con motori tradizionali o elettrici, fornire elettricità a un costo per l’ambiente bassissimo. La Regione ha previsto l’avvio di numerosi progetti dentro il perimetro di un vero e proprio hub in cui collaborano vari partner assieme al robusto sistema universitario e della ricerca regionale. Il “progetto bandiera” proposto dal Fvg si inserisce in questo contesto composto dalla partecipazione a una manifestazione di interessi del ministero della Transizione ecologica. Prevede la riconversione di un sito industriale dismesso per farci una centrale di produzione di idrogeno. Aver deciso di battezzare questa iniziativa come “progetto bandiera” determinerà l’accesso a risorse aggiuntive per fare anche un centro di ricerca. Negli ultimi mesi i costi dell’energia e l’aumento dei prezzi hanno stravolto lo scenario. Che cosa farà il governo per consentire il rispetto del timing del Pnrr? Il governo è intervenuto più volte, con oltre 21 miliardi, per proteggere il potere d’acquisto dei cittadini e i bi
lanci delle aziende colpite dal caro energia. Interverremo anche per proteggere la messa a terra del Pnrr e se servirà adeguare i prezzi per gli appalti lo faremo. Abbiamo già un apposito fondo e probabilmente già la prossima settimana interverremo con un nuovo decreto contro il caro energia. Quali le criticità all’orizzonte in un Paese che esce da due anni di pandemia e vede un conflitto alle porte dell’Europa? Serve un nuovo protagonismo europeo perché, fra le altre cose, siamo un continente carente di materie prime e di fonti energetiche. La risposta a questa fase drammatica dipenderà dalla capacità dei governi di ripensare le istituzioni europee e il nostro stesso modello di sviluppo. Per questo il presidente Draghi sta insistendo in Europa per avviare subito il cantiere di un nuovo recovery fund concentrato sull’energia. m.b.

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