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Edizione del 22/04/2022
Estratto da pag. 1
La prossima campagna agrumi si scontra con presupposti privi di logica
“Come già evidenziato all’inizio della campagna agrumaria a ottobre 2021, in occasione della fiera internazionale Anuga di Colonia (Vedi articolo correlato) l’intera filiera agrumicola ha subito aumenti insostenibili su tutti i fattori di produzione tra costi energetici, imballaggi, reagenti. Inoltre, rispetto alla campagna 2020/21  - nonostante la contrazione del 50% dei volumi di frutta disponibili per la trasformazione - il mercato ha mantenuto quotazioni inferiori alla campagna precedente". Così dichiara Salvatore Imbesi, direttore della Ortogel, importante player internazionale per la lavorazione di succhi di agrumi, provenienti esclusivamente da coltivazioni siciliane.

Ortogel è storicamente un'azienda che riesce a valorizzare la propria produzione, arrivando sino al cliente finale con referenze di alta qualità. I suoi impianti tecnologici e le linee di lavorazione di alto livello, costantemente aggiornate di pari passo con la ricerca e le innovazioni per migliorare la qualità dei prodotti, consentono all'azienda di raggiungere con successo mercati italiani ed esteri.

"Le regole economiche di rapporto tra domanda e offerta per la determinazione del prezzo sembrano scardinate. Gli agrumicoltori iniziano, meccanicamente e irragionevolmente rispetto alla situazione mondiale, a porre le basi per l’avvio della prossima campagna agrumi. Cioè pagando a prezzi insostenibili tutti i fattori di produzione: fertilizzanti, carburante, energia, antiparassitari, lavorazioni in campagna. Con quali certezze?", si domanda Salvatore Imbesi.

L'appello, in tale situazione, va alle associazioni di categoria: "Si facciano portavoce presso le istituzioni - esorta il manager - di tali anomalie, al fine di dare seguito a quelle richieste che da decenni - nonostante gli incontri e i tavoli regionali e nazionali - a oggi non sono mai state prese in considerazione. Quanto detto per il comparto agrumicolo vale anche per le filiere agroalimentari del melograno, del ficodindia e di altra frutta estiva tuttora priva di un catasto agricolo, di un registro di produzione o di un marchio che tutelino la reale produttività degli impianti. La gravità della situazione è facilmente intuibile, se si considera che il prezzo delle arance bionde oggi sul mercato è inferiore a quello di 40 anni fa. L'unica vera certezza per la campagna agrumi 2022/23 sono i sopracitati maggiori costi di produzione. In quali condizioni la filiera può programmare le attività produttive in uno scenario sostenuto da presupposti che non hanno logica né sostenibilità economica?".

"Di questo quadro gravissimo caratterizzante l'ultimo scorcio della campagna agrumi 2021 - spiega Salvatore Imbesi - non sembra vi sia  vera consapevolezza. Molta forma e poca sostanza, il tutto intorbidito dagli effetti speciali alimentati dalla presenza a fiere internazionali deludenti e sottotono - mi riferisco a Fruit Logistica 2022 - come se tutto fosse normale! Buone occasioni solo per le associazioni di categoria che si dichiarano soddisfatte di essere riuscite a condividere temi comuni e a riscuotere consensi per l’impegno profuso e i risultati ottenuti. Ma è davvero così?".

"A tal proposito è utile ricordare che, da decenni, tutte le sigle chiedono la tutela dell’interno comparto agrumicolo, avendo firmato peraltro l’accordo quadro di filiera agrumicola per i prodotti trasformati, al fine di ottenere regole uguali e certe per la filiera, a oggi disattese. Si tratta di condizioni fondamentali a garanzia delle produzioni, come da anni viene richiesto: un catasto agrumicolo e un aggiornamento delle direttive che stabiliscano le denominazioni di vendita dei succhi di frutta con l'inserimento della denominazione di origine delle materie prime: arancia rossa italiana, arancia bionda italiana, limone italiano, mandarino italiano. Senza tali garanzie, tutto il comparto continuerà a subire le anomalie di un mercato che in pratica scardina le leggi della domanda e dell'offerta".

"Quindi nessun riscontro - conclude Salvatore Imbesi - a seguito del
l'approvazione del 28 luglio 2018 dapprima in Commissione nazionale Politiche Agricole e successivamente in Conferenza Stato Regioni, della proposta di modifica della direttiva comunitaria in materia di succhi di frutta e altri prodotti analoghi destinati all'alimentazione. In particolare, è stato chiesto l'inserimento nella Direttiva 2001/112/CE della denominazione specifica 'arancia rossa' per le bevande ottenute utilizzando esclusivamente succo di frutta da varietà pigmentate con un contenuto di antocianine superiore a 60 mg/l. In mancanza di tale riferimento, il succo di arancia rossa, così come accaduto fino a oggi, può essere un prodotto di colore rosso ottenuto anche per colorazione successiva dell'arancia bionda, con aggiunta "di coloranti, tra cui il rosso cocciniglia (E 120)".

Per maggiori informazioni  Ortogel SpaC.da Balchino Zona Industriale  95039 Caltagirone (CT) (Italy)+39 0933 1902800+39 348 8949166 Email: info@ortogel.comWeb: www.ortogel.com