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Edizione del 07/04/2022
Estratto da pag. 1
Riforma del catasto: “non un euro in più dalle tasche degli italiani per le tasse sulla casa” - Mancini (Lega) annuncia interrogazione
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(UNWEB) “Interrogherò la presidente Tesei per conoscere qual è la posizione della Conferenza Stato Regioni in merito alla riforma del catasto e auspico che il Parlamento non ceda ai diktat europei che Draghi, a mio avviso il peggior presidente del consiglio della storia della nostra Repubblica, vuole imporre agli italiani”: lo afferma il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega-presidente della Commissione Affari Economici dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria), già primo firmatario di una mozione, approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa, che impegnava la Giunta ad “attivarsi presso il Governo affinché la riforma del sistema fiscale andasse realmente nella direzione di una sua semplificazione e ad opporsi ad una revisione del catasto a parità di gettito”.



“L’aumento delle rendite catastali da parte dell’esecutivo è inaccettabile - spiega Mancini - la riforma del catasto che è prevista nella delega fiscale non deve essere approvata. Se passasse la linea di Draghi, ad avere un aumento delle spese non sarebbero soltanto i proprietari di seconde case, ma le ripercussioni, anche per quanto riguarda le prime case, ricadrebbero nel calcolo dell’ISEE. Secondo uno studio condotto da UIL, Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, l’aumento dell’Imu sulle seconde case si dovrebbe stimare in media nazionale al 128%, con punte del 183% su Roma e del 189% su Venezia. Rivedere gli estimi gonfierebbe l’ISEE di 75 mila euro medi (+318%). Molte persone inoltre perderebbero agevolazioni come sconti su mense scolastiche, rette degli asili nido, tasse universitarie, bonus affitti, bonus bollette, rette delle RSA, le residenze sanitarie assistite”.

“In un momento così difficile – conclude Mancini - nel quale i cittadini stanno subendo aumenti del prezzo dell’energia e devastanti effetti delle sanzioni imposte alla Russia, non possiamo permettere che l’Europa li vessi ulteriormente andando ad intaccare il patrimonio di beni immobili, frutto di anni di sacrifici e spesso ricevuti in eredità. Se stare nell’Unione Europea equivale a sopportare restrizioni delle libertà e oneri finanziari sempre più gravosi, forse è il caso di interrogarsi se ne vale davvero la pena”.