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Dir. Resp.
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Edizione del 01/04/2022
Estratto da pag. 1
Pnrr. La vera sfida del territorio è curare il paziente a casa
Quando si parla di Pnrr, si pensa anzitutto a Case di Comunità e Ospedali di Comunità. Ma queste sono “solo” le due principali novità strutturali, mentre il fulcro della riforma del territorio sarà soprattutto di tipo organizzativo, e l’assistenza domiciliare la sfida più ambiziosa. Un ambito su cui giocherà un forte ruolo anche la partnership pubblico/privato. Se ne è parlato nell’ultima puntata di SaniTask con D’Amore (Fiaso), Lanzetta (Anmdo), Mennini (Sihta), Da Col (Card), Magnocavallo (Fnopi) e Murzi (Alfasigma).
01 APR - Continuano i lavori per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Poste le basi, l’obiettivo ora è aggiustare il tiro rispetto alle carenze del sistema ma e anche rispetto le zone d’ombra emerse dallo stesso Piano, a cominciare dall’assunzione di nuovo personale. Perché è impensabile, concordano gli stakeholder, riuscire a realizzare la “sanità del futuro”, anche attraverso nuovi servizi sul territorio, senza mettere in campo le risorse umane necessarie (in un sistema in cui gli organici sono peraltro già fortemente carenti. Basti pensare che, parlando solo di infermieri, ne mancherebbero all’appello almeno 60.000 infermieri per gli standard italiani e ne servirebbero altri 140.000 per arrivare agli standard europei).



Questo è uno degli aspetti su cui si auspica un intervento nel DM71, all’esame della conferenza Stato-Regioni. Anche perché il personale è il presupposto per far funzionare la macchina, anche se non l’unico elemento chiave. Uno degli obiettivi del Pnrr, infatti, è la cura di prossimità. Tuttavia il Pnrr non sembra mettere in campo molte risorse per raggiungere questo obiettivo. Il Pnrr, infatti, prevedere un costo medio per ogni singolo utente delle cure domiciliari identico a quello attuale, cioè circa mille 983 euro annui medi a persona. Risorse che attualmente consentono di erogare ad ogni anziano solo 18 ore all’anno di assistenza domiciliare. Difficile, dunque, immaginare un vero potenziamento di questa forma di assistenza a meno di non aprirsi ad altri interventi, più di carattere sociale come il co-housing o di partnership pubblico-privato.