affaritaliani.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 45010
Edizione del 12/03/2020
Estratto da pag. 1
"Stop all`accesso libero dei pazienti". Appello dei medici di famiglia a Conte
 Ambulatori dei medici di famiglia 'a porte chiuse' sospendendo l'accesso libero dei pazienti, e visite solo su appuntamento per casi...
 

Ambulatori dei medici di famiglia 'a porte chiuse' sospendendo l'accesso libero dei pazienti, e visite solo su appuntamento per casi gravi. Sono le proposte della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) per arginare il Coronavirus, contenute in una lettera che il presidente Fnomceo Filippo Anelli ha inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri della Salute Speranza, dell'Interno Lamorgese, della Giustizia Bonafede, al Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.

L'invito e', dunque, a stabilire nuovi modelli organizzativi per gli studi medici con l'obiettivo di limitare il contagio dei sanitari e la diffusione del virus tra i pazienti. "Occorre - afferma Anelli - regolamentare l'accesso agli ambulatori di medici di famiglia, continuita' assistenziale, pediatri di libera scelta. L'accesso va riservato solo a casi indifferibili, organizzato su appuntamento, previo triage telefonico e facendo entrare un paziente alla volta, accompagnato, se non autosufficiente, da una sola persona. Questo modello, adottato gia' da Puglia e Province come Reggio Emilia, va esteso su tutto il territorio nazionale iniziando dalle zone piu' colpite dall'epidemia. Inoltre, vanno subito attivate le unita' speciali per l'assistenza domiciliare dei malati che non necessitano ricovero, previste dal Decreto del 9 marzo scorso". "Noi medici siamo - sottolinea Anelli - 'super-diffusori' del virus, perche' lavoriamo a stretto contatto con i pazienti, molti dei quali resi fragili dall'eta' o da patologie preesistenti. Se statisticamente, per Covid-19, ogni persona infetta puo' contagiarne altre due, quando ad ammalarsi e' un medico puo' infettare sino a dieci persone".

In Cina, rileva, "si e' dimostrata efficace, per arginare l'epidemia, la strategia del contenimento dei super-diffusori: applichiamola anche in Italia, cominciando proprio dai medici". Anelli denuncia inoltre la "persistente mancanza di dispositivi individuali di protezione, che riguarda anche i liberi professionisti medici e odontoiatri. Pertanto, questa Federazione, qualora il Ministero della salute lo ritenesse utile e necessario - si legge nella lettera - da' la propria disponibilita' a organizzare la distribuzione dei presidi sanitari di protezione individuale, attraverso gli Ordini provinciali. Ulteriore "disagio - conclude - provoca inoltre l'incertezza delle modalita' di distribuzione dei presidi nel timore che gli stessi possano essere distribuiti non a coloro che rispondono ai requisiti di necessita' ma sull'onda emozionale di proteste ed atteggiamenti intollerabili, o ancor peggio, possano essere sottratti fraudolentemente dai posti di lavoro".