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Edizione del 12/03/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus. Fnomceo al Governo: “Noi medici siamo ‘super diffusori’ del virus: ambulatori a porte chiuse e visite solo su appuntamento”
La Federazione degli Ordini dei medici sollecita Governo e Regioni ad adottaresubito misure che consentano di limitare al massimo il contatto con i pazienti,spesso fragili e più a rischio, da parte dei medici di medicina generale,pediatri e specialisti ambulatoriali: “Noi medici siamo “super-diffusori” delvirus, perché lavoriamo a stretto contatto con i pazienti, molti dei quali resifragili dall’età o da patologie preesistenti. Se statisticamente, per Covid-19,ogni persona infetta può contagiarne altre due, quando ad ammalarsi è un medicopuò infettare sino a dieci persone”. LA LETTERA[front3641089]12 MAR - Una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai Ministridella Salute Roberto Speranza, dell’Interno Luciana Lamorgese, della GiustiziaAlfonso Bonafede, al Presidente della Conferenza delle Regioni StefanoBonaccini, e a tutti gli Assessori alla Salute, per invitarli a stabilire nuovimodelli organizzativi per gli studi medici. A scriverla, oggi, il Presidentedella Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli.Obiettivo: limitare il contagio dei sanitari e la conseguente diffusione delvirus tra i pazienti.“Noi medici siamo “super-diffusori” del virus, perché lavoriamo a strettocontatto con i pazienti, molti dei quali resi fragili dall’età o da patologiepreesistenti – spiega Anelli -. Se statisticamente, per Covid-19, ogni personainfetta può contagiarne altre due, quando ad ammalarsi è un medico puòinfettare sino a dieci persone”.“In Cina si è dimostrata efficace, per arginare l’epidemia, la strategia delcontenimento dei super – diffusori: applichiamola anche in Italia, cominciandoproprio dai medici – continua Anelli -. È assolutamente necessario, in primis,che tutti i professionisti, dagli ospedalieri ai medici di famiglia, a quellidella continuità assistenziale, del 118, dell’Inps, agli odontoiatri e aglispecialisti ambulatoriali siano forniti degli adeguati Dispositivi diprotezione individuale”.“Occorre poi regolamentare l’accesso agli ambulatori dei medici di medicinagenerale, della continuità assistenziale, dei pediatri di libera scelta.Accesso che va riservato solo ai casi indifferibili, organizzato suappuntamento, previo triage telefonico, e facendo entrare un paziente allavolta, accompagnato, se non autosufficiente, da una sola persona – aggiunge ilPresidente Fnomceo -. Questo modello organizzativo, adottato già da alcuneRegioni, come la Puglia, e Province, come Reggio Emilia, va esteso su tutto ilterritorio nazionale, iniziando dalle zone più colpite dall’epidemia. Inoltre,vanno subito attivate le unità speciali per l’assistenza domiciliare dei malatiche non necessitano ricovero, previste dal Decreto- Legge n°14 del 9 marzoscorso”.“Nella sola provincia di Bergamo sono ad oggi cinquanta i medici infettati, unoè morto. L’Assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera ha affermato,una settimana fa, che il 12% dei contagiati erano operatori sanitari. La stessaFnomceo ha pagato un tributo altissimo, con la perdita di Roberto Stella,Responsabile Area Formazione– conclude Anelli -. Cosa stiamo aspettando? Diquesto passo non solo non ci saranno abbastanza medici per assistere tutti, magli stessi sanitari diventeranno, loro malgrado, veicolo d’infezione. Sononecessarie nuove misure che regolamentino l’attività dei medici negliambulatori, per la tutela della salute dei professionisti e di tutta lapopolazione”.12 marzo 2020