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Dir. Resp.
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Edizione del 31/03/2022
Estratto da pag. 1
Prima la pandemia, ora la guerra tra Russia e Ucraina e lo straordinario aumento dei costi delle materie prime: “una vera e propria emergenza che richiede interventi urgenti”. Dal turismo al lusso all’agroalimentare, il costo per l’Italia potrebbe sfiorare i 10 miliardi. E’ l’allarme della Conferenza delle Regioni, che ha inoltrato al governo un documento con una lunga lista di richieste e proposte, che vanno dagli interventi su Iva e accise su energia e carburanti a una moratoria sul credito, sulla falsariga dell’emergenza Covid. “Proponiamo al governo di lavorare insieme per rilanciare il made in Italy e le filiere produttive più sottoposte agli effetti negativi dovuti alla guerra”, dice Mirco Carloni, vicepresidente della regione Marche e coordinatore della commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni. Il decreto del 21 marzo “ha in parte recepito le proposte delle Regioni – aggiunge -, ma al contempo abbiamo ribadito la necessità di inserire alcune richieste di modifica e integrazioni allo stesso per rispondere con maggiore efficacia a questa delicata fase economica”. L’impatto della crisi – è la premessa del documento delle Regioni, corredato dalle richieste di modifica al decreto Ucraina bis – potrebbe costare all’Italia 9,9 miliardi, a tanto ammonta il valore dell’export verso Russia e Ucraina nel 2021, con conseguenza “molto gravi “sulle piccole imprese soprattutto nei comparti agricolo, agroalimentare, moda, mobili, legno e metalli”. Da qui un elenco di proposte, concordate dalle Regioni, “finalizzate ad assicurare alle imprese la continuità produttiva” e a porre un “tetto al costo dell’energia, vigilando con attenzione ed intervenendo sulle speculazioni nel prezzo causate dalle incertezze dei mercati”. Ci sono interventi su accise ed Iva, incentivi per le energie rinnovabili, come ad esempio voucher per i nuovi impianti, la diversificazione delle fonti energetiche guardando alle potenzialità delle energie rinnovabili e all’aumento della produzione di gas naturale e appositi “check up energetici” nelle imprese per il monitoraggio dei consumi. Per le aziende orientate al commercio con l’estero, ristori in favore di chi ha visto ridursi le esportazioni in Russia e Ucraina e aiuti agli agricoltori per compensare i maggiori costi per l’energia, e ammortizzatori sociali in deroga per tutelare i livelli occupazionali. Stop alla dipendenza non solo energetica, ma di grano con un “sostegno a tutte colture cerealicole e industriali destinate all’alimentazione”. Secondo le Regioni, infine, in tempi rapidi il governo dovrebbe concordare con la Commissione Europea una proroga della moratoria sul credito, come quella per l’emergenza Covid, e della normativa Ue sugli aiuti di Stato.
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