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Edizione del 31/03/2022
Estratto da pag. 1
Salgono a 200 i bambini ed adolescenti ucraini accolti nelle scuole abruzzesi
Lo ha fatto sapere l''assessore regionale Pietro Quaresimale, al termine del tavolo regionale settimanale per l''inclusione nelle scuole abruzzesi dei profughi ucraini
Lo ha fatto sapere l'assessore regionale Pietro Quaresimale, al termine del tavolo regionale settimanale per l'inclusione nelle scuole abruzzesi dei profughi ucraini

Sono 216 i bambini ed adolescenti ucraini attualmente inseriti ed integrati nelle scuole abruzzesi. Il dato aggiornato è stato fornito dall'assessore regionale Pietro Quaresimale, a seguito della seconda riunione del tavolo regionale di inclusione scolastica che punta proprio a favorire nel modo migliore l'inserimento dei ragazzi e bambini nelle classi scolastiche abruzzesi, per agevolare anche le amministrazioni nella soluzione dei problemi ordinari

Dall’inizio della guerra in Abruzzo sono stati censiti in entrata, sempre alla data di ieri 29 marzo, 871 minori di cui una parte ha intrapreso il percorso scolastico regionale.

“Questi dati  testimoniano che ci troviamo in una fase cruciale sul fronte degli arrivi in Italia e che è necessario il massimo coordinamento per accogliere i bambini e gli adolescenti. L’obiettivo del tavolo è governare il delicato passaggio dell’inclusione scolastica che da quanto emerso non è poi un dato scontato per i piccoli che giungono nella nostra terra”. Dalla riunione è emersa la necessità di una ricognizione continua sul numero dei piccoli inserivit nelle scuole in modo da evitare l'evasione scolastica. Quaresimale ha annunciato anche lo stanziamento di fondi da parte del Governo come emerso dalla conferenza delle Regioni:

"Verranno messe a disposizione risorse per acquisire la collaborazione di consulenti per il supporto linguistico e psicologico in favore di quei bambini che entreranno nelle scuole. Mi sembra che il continuo confronto tra le istituzioni direttamente chiamate in causa nel processo di accoglienza dei profughi ucraini, dalle Prefetture all’Ufficio scolastico regionale fino alle Asl, sia garanzia di un percorso corretto che permetta di non disperdere risorse, umane e professionali, e organizzare al meglio la macchina dell’accoglienza e dell’inclusione senza particolari traumi che attiva e chi riceve”. 

 

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