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Edizione del 23/03/2022
Estratto da pag. 1
Diretta e Dpc farmaci, Regioni in audizione: intervento su spesa passi da nuova remunerazione farmacie
Farmacista33
mar222022

Diretta e Dpc farmaci, Regioni in audizione: intervento su spesa passi da nuova remunerazione farmacie

tags: Farmacie, remunerazione, Regioni

Regioni in audizione per l'indagine conoscitiva sulla distribuzione dei farmaci. Letizia Moratti: intervento sulla spesa passa da nuova remunerazione farmacieLa legge 405 è nata dalla straordinaria urgenza di misure finalizzate alla stabilizzazione della spesa farmaceutica, la domanda da fare oggi è se un modello distributivo, basato su Diretta e Dpc, abbia ancora senso e se l'intervento sulla spesa non si possa fare in altro modo, per esempio, con una nuova remunerazione alle farmacie per la distribuzione dei farmaci. Questo il messaggio emerso dall'intervento di Letizia Moratti vicepresidente della Commissione salute della Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano audita in Commissione Affari Sociali alla Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di distribuzione diretta e per conto dei farmaci. Il tema di fondo, ha sottolineato "è come garantire il governo complessivo del sistema dal punto di vista della disponibilità e accessibilità dei farmaci ai pazienti". Moratti: legge 405 nasce per stabilizzare la spesaLetizia Moratti ha richiamato il quadro normativo che ha definito il modello di distribuzione, la legge 405 del 2001 "nata dalla straordinaria necessità e urgenza di adottare delle misure finalizzate alla stabilizzazione della spesa sanitaria. Nel 2000 - ha ricordato - tra i vari interventi, la legge finanziaria aveva abolito il ticket sui farmaci e questo aveva causato l'incremento del 10-15% in tutte le regioni della spesa farmaceutica convenzionata. Uno degli strumenti individuati per stabilizzare la spesa farmaceutica è ben descritto nell'articolo 8 della legge 405 e aveva un carattere di urgenza". E ha proseguito: "La creazione di canali alternativi alla distribuzione convenzionata in farmacia dei medicinali si è mantenuta nel tempo con diversi tentativi, sia da parte delle regioni che da parte di Aifa, di rendere più uniforme il modello distributivo in modo da superare le differenze che c'erano e che ancora ci sono tra regioni. Va sottolineato poi che in molte regioni il modello distributivo prevede di consegnare al paziente solo il primo ciclo di terapia ma questo modello è stato esteso anche alla consegna continuativa delle terapie quindi senza più limitarsi al primo ciclo". Secondo Moratti ora "bisogna chiedersi se la leva economica generata dalla distribuzione diretta risulti ancora vitale per la sostenibilità del sistema e per garantire l'innovazione". E ha precisato: "Non è vero che il recarsi da parte del paziente o del suo caregiver presso l'ospedale a ritirare i farmaci non crei disagi: spesso il cittadino non abita vicino a una struttura, gli orari di consegna sono ridotti e contingentati e non è spesso reale che a ogni consegna il cittadino veda anche lo specialista". Regioni: farmacia al pubblico punto di accesso alle terapie E ha aggiunto: "Peraltro quando in Commissione salute abbiamo analizzato il "DM 71" abbiamo ritenuto di non far riferimento alla farmacista ospedaliero e il testo finale, che promuove la territorialità per la consegna dei farmaci, non ha incluso la distribuzione diretta, ma ha previsto la farmacia al pubblico come punto di accesso alle terapie. Ritengo che sia anche corretto dire che la farmacia garantisce la presa in carico e le attività relative alla farmacosorveglianza e alla continuità terapeutica. Questo grazie alla Farmacia dei servizi e all'istituzione del Dossier farmaceutico quale parte specifica del Fascicolo sanitario elettronico: l'aggiornamento è a cura della farmacia che effettua la dispensazione al fine di favorire monitoraggio, appropriatezza e l'aderenza alla terapia. Va detto anche che nelle attività aggiornate della farmacia dei servizi sono anche ricomprese l'attivazione di telemedicina e di telemonitoraggio. Inoltre, in farmacia, con una rotazione giornaliera dei farmaci gli scaduti, sono quasi assenti mentre spesso nei purtr
oppo nei grandi magazzini degli ospedali a causa del personale ridotto spesso gli scaduti non sono a zero quindi con maggiori costi per il sistema sanitario nazionale". Nuova remunerazione alle farmacie, affrettare la definizione "La domanda che da fare adesso - ha concluso Moratti - è se oggi abbia ancora senso un modello distributivo così complesso per la stessa tipologia di farmaci. Se l'intervento sulla spesa non si possa fare in altro modo come, per esempio, stabilire una nuova remunerazione alle farmacie per la distribuzione dei farmaci. Io credo che oggi il vero tema da portare al tavolo della trattativa non è tanto la distribuzione diretta o la distribuzione per conto, che è giusto che esistano entrambi, ma è la nuova remunerazione delle farmacie. La legge finanziaria del 2021 ha introdotto, in attesa del nuovo sistema di remunerazione, una remunerazione aggiuntiva di 50 milioni alle farmacie per il '21 e 150 milioni per il '22. Per il '23 è necessario aggiornare la modalità di remunerazione riportando il farmaco in farmacia oggi in ospedale pur essendo rivolto a patologie croniche". "In un modello di sanità territoriale, allora passi anche attraverso una modalità di distribuzione che sia essa stessa la più territoriale possibile. Quindi è necessario sicuramente procedere con verificare le proposte di una remunerazione che non più fatta solo su una percentuale fissa sul prezzo del farmaco ma come proposto da diverse parti, tra cui farmacie, Aifa e anche dalle regioni, su mix di quota fissa a confezione e un'altra modalità che porti a equità distributiva. Siamo ad Aprile del 22 e quindi è sicuramente importante arrivare a una definizione rispetto alla remunerazione che sia più rapida possibile in quanto il '23 diventa sempre più vicino". Simona Zazzetta