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Edizione del 15/03/2022
Estratto da pag. 1
Lissner: «De Luca vuole attaccare me.Ma tagliando i fondi danneggia l’intero San Carlo»
l’intervista
Mezzogiorno, 15 marzo 2022 - 07:54
Lissner: «De Luca vuole attaccare me.Ma tagliando i fondi danneggia l’intero San Carlo»
Il sovrintendente: «Questo teatro non può diventare un caso personale. Io andrò via, ma i lavoratori restano»
di Simona Brandolini
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La offende essere soprannominato il «francese»? «Sono abituato perché ho lavorato in Spagna, in Austria e in Italia. Alla Scala c’era un pezzo di politica che era contrario al sovrintendente straniero, d’altronde ero il primo. Non mi offendo, ma sono sorpreso che in Europa, nel 2022, si possa ancora pensare in questi termini». Stéphane Lissner sinora s’era sottratto (e in parte continua a farlo) alla polemica personale. Ha subito l’ira funesta del presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Al San Carlo, di cui è il sovrintendente, la Regione ha tagliato 3 milioni e 770 mila euro.
Sovrintendente, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, alcuni teatri hanno chiuso i rapporti con artisti considerati vicini a Putin, per esempio col direttore d’orchestra Valerij Abisalovic Gergiev. Cosa ne pensa? Farà la stessa cosa? «La questione è delicata. E ci sono implicazioni differenti. È aberrante che un’Università come la Bicocca congeli un corso su Dostoevskij. La cultura è universale, Dostoevskij è universale. Sta serpeggiando un sentimento contro i russi, come durante il Covid contro i cinesi. Una settimana fa un piccolo gruppo russo è venuto a visitare il San Carlo, mi hanno raccontato che sono venuti a ringraziare perché altri luoghi culturali avevano chiuso loro le porte. Inaccettabile».
E gli artisti invece? «Discorso ancora più delicato. Viviamo in Italia, in un paese democratico, con libertà d’espressione. In Russia non è così. Oggi se parli di guerra rischi 15 anni di carcere. E noi vogliamo giudicare un artista che vive in Europa, ma che ha la famiglia in Russia? È molto complicato per loro: in questo momento la reazione delle persone è molto emotiva e alcuni prendono posizione in maniera troppo radicale. Detto questo sul repertorio russo non transigo, il San Carlo continuerà a portarlo in scena. Sugli artisti russi non ho intenzione di metterli alla porta, a meno che non siano proprio apertamente a favore della guerra».
Torniamo alle cose di casa nostra. Cosa l’ha ferita di più, se l’ha ferita, degli attacchi di De Luca? «La cosa che mi sta più a cuore è il teatro San Carlo e la cosa che mi ha ferito è la decurtazione dei fondi. Io sono a Napoli per servire la fondazione, volevo fermarmi dopo l’Opera di Parigi. Sono qui per realizzare un progetto internazionale e cercare di dare serenità ai lavoratori. Tutto ciò fa male al San Carlo. Vede, con il Covid il rapporto con i lavoratori, con le loro sofferenze, si è fatto molto più stretto. A Napoli hanno già stipendi più bassi rispetto ad altri teatri, poi ci sono i precari storici. Ho avuto davanti a me situazioni drammatiche, in questo periodo così complesso e quindi ho una responsabilità più grande».
Come si spiega il taglio? «Ho capito che l’attacco era rivolto alla mia persona. Penso che il sindaco abbia mediato, abbia cercato, in queste settimane, di riaprire i rapporti con la Regione per trovare un accordo sul bilancio di previsione 2022. Questo teatro non può diventare un caso personale, io sono di passaggio. Quindi spero si possa ristabilire una collaborazione, era così all’inizio. Penso al Plebiscito, alla piattaforma finanziata dalla Regione e dal presidente De Luca».
Anche in Francia la politica è così ingombrante nel settore culturale? «Sì, anche se in maniera più discreta. Io sono stato nominato da tutti. Ho cominciato con un sindaco comunista, poi nominato dalla destra, dai socialisti. In Italia c’è più litigiosità all’interno dei consigli di amministrazione, ma io alla Scala sono stato riconfermato ben tre volte in dieci anni con 5 governi: Berlusconi, Prodi, Monti, Letta e Renzi e sono stato sempre supportato, non
ho mai avuto la sensazione di avere qualcuno contro. Sarò sempre disponibile al dialogo perché il Teatro possa vivere in armonia con tutte le istituzioni che lo sostengono».
Però il bilancio di previsione è stato approvato all’unanimità, Regione compresa. «Ed è un risultato di Manfredi, ma abbiamo perso 3 milioni e 770 mila euro. Per fortuna la città metropolitana stanzierà altri 2 milioni e mezzo. Ma è chiaro che dovremo risparmiare sulle produzioni: i Puritani che faremo a settembre sarà senza regia, solo concertistico. Senza allestimento. Stiamo cercando di abbassare le spese di produzione. Insomma pesano quei fondi in meno».
E i privati? «Anche grazie alla consigliera Marilù Faraone Mennella e al presidente Manfredi stanno arrivando. Ci auguriamo in maniera abbastanza corposa».
Lei è favorevole all’entrata dei privati nel cdi? «Sì, come accaduto alla Scala, a condizione che l’ente pubblico resti maggioritario, potremmo passare da 5 a 7 poltrone».
A che punto è la Netflix del San Carlo? La piattaforma digitale annunciata in pandemia? «Tecnicamente siamo pronti e devo dire la verità sarà meravigliosa, il palinsesto inizierà con l’Otello che Mario Martone ha voluto personalmente montare. Per la parte sociale poi ci sono dieci giovani napoletani che hanno realizzato dei corti che abbiamo commissionato. A Vigliena poi è partita la fabbrica urbana della Creatività, un progetto di rigenerazione urbana nelle periferie. Il Covid ci ha fatto perdere tempo, ma in aprile la piattaforma online partirà».
Ci saranno contenuti gratuiti e altri a pagamento? «Sì, corsi di danza, musica, fotografia, architettura, filosofia e le tante attività che riguardano le politiche sociali di Napoli e della Regione saranno gratuiti. La parte professionale e lo streaming degli spettacoli sarà a pagamento, con promozioni gratuite nelle prime uscite».
A che punto è la stabilizzazione dei precari? «Sono veramente ottimista, c’è l’accordo sulla nuova dotazione organica tra ministero dell’Economia e Mic, dovranno passare alcuni giorni per l’esame della Corte dei conti, quindi per Aprile partiranno i concorsi per l’orchestra e il coro. Sul ballo il concorso si farà: per il 50 per cento riservato agli interni, metà agli esterni. Chi è più in difficoltà per questioni anagrafiche, ho preso l’impegno, e cercherò di aiutarli».
Un’ultima domanda: con De Luca non c’è grande sintonia, da chi si sente sostenuto? «Sia Franceschini sia Manfredi mi hanno veramente supportato e mi hanno confermato fiducia chiaramente e fortemente. Mi trovo bene al San Carlo, oggi tutti gli artisti vengono a lavorare con piacere, sapendo di essere rispettati. Questo teatro ha una potenzialità enorme, la metà del pubblico spesso è straniera, grazie alla presenza dei tanti artisti internazionali. Se devo essere onesto, stiamo correndo. Non me l’aspettavo».
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15 marzo 2022 | 07:54
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