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Edizione del 15/03/2022
Estratto da pag. 1
Elezioni, Guerra: "Un progetto radicalmente nuovo per Parma" - la Repubblica
Intervista all''assessore uscente, a capo della coalizione di centrosinistra. "La lista elettorale del candidato sindaco è una possibilità…
Torniamo nell'ufficio dell'assessore Michele Guerra al terzo piano del palazzo municipale a tre anni da una precedente intervista.

All'epoca la candidatura a sindaco non era all'orizzonte, diverse apparivano le prospettive.

Incassato anche l'appoggio del Pd, Guerra da pochi giorni è ufficialmente a capo della coalizione Uniti Vince Parma con l'obiettivo di riportare il centrosinistra alla guida del capoluogo dopo 24 anni.

Come è maturata la decisione di correre per la carica di sindaco ?

"La mia è stata una scelta molto pesata e per certi versi difficile. Amo molto la professione di docente universitario, che in questi anni da assessore ho continuato a svolgere. Mi sono quindi interrogato se davvero sento dentro di me il desiderio, la voglia e la responsabilità forte di passare a svolgere un ruolo così importante. Ho meditato e mi sono confrontato con persone a me vicine, di cui mi fido molto, e che hanno fatto un percorso interessante perché sono partite ponendo tutti i dubbi e i problemi del caso, per poi, a un cento punto, quando anche il contesto prendeva una certa forma, riflettere che il momento di mettermi in gioco era arrivato"

Ha dato la sua disponibilità ponendo una condizione politica: l'unità. L'obiettivo, almeno sulla carta, sembra raggiunto con Uniti vince Parma.

"Quello del gruppo compatto è un tema decisivo e non lo dico per calcoli elettorali. Credo veramente che dentro tutto il centrosinistra ci siano le intelligenze giuste per governare Parma. Ne sono convinto e gli incontri che abbiamo organizzato in queste ultime settimane ritengo abbiano già trasformato le difficoltà in valore. C'è stato un dibattito profondo e schietto, in cui le posizioni sono state nette e i punti chiari, che oggi rappresenta la base di partenza, nel senso che dovremo esaltare tutte le posizioni emerse. Io ci metto la mia figura e la mia reputazione: dico che valorizzeremo questo percorso e che partirà un progetto radicalmente nuovo. Ne sono convinto perché è nelle persone ed è nella coalizione. Sarebbe impossibile ricostruire qualcosa di continuativo con elementi così diversi".

La partita è doppia: da una parte la discontinuità invocata da larga parte del Pd, dall'altra la capacità di gestire un campo così largo.

"Tenere insieme le varie istanze sarà la sfida e la forza di questa coalizione. Credo nella capacità di unire dentro un perimetro valoriale condiviso spinte diverse e nella loro capacità di impattare positivamente su determinate parti di città. Sapere che nello schieramento ci sono forze che permettono di essere molto pervasivi rispetto al territorio lo ritengo un vantaggio.

Quanto alla discontinuità, quando cambia un sindaco la discontinuità è nei fatti e credo che Parma questo lo abbia vissuto anche nella sua storia recente. È chiaro che sarebbe difficile parlare di discontinuità nel caso ci fosse un candidato sindaco di Effetto Parma che, per quanto diverso, prosegue in quel solco. Ma oggi c'è un candidato che si presenta con una coalizione composta da nove partiti, tutti con pari dignità, in una condizione di totale innovazione politica. La discontinuità è anche nella disponibilità di Effetto Parma all'autocritica, cioè nell'accettare il fatto - e la cosa riguarda anche il sottoscritto - che quando amministri ci sono tante cose importanti che porti a casa e molte altre che andrebbero ripensate o pensate per la prima volta con grande serietà, a partire dal contributo di chi ha fatto opposizione e delle altre forze della coalizione. La disponibilità di Effetto Parma a fare un ragionamento in questo senso è esso stesso un atto di discontinuità, perché si è deciso di stare dentro un progetto nuovo e accettare una nuova forma di dialogo. Ai tavoli di coalizione, da parte dei colleghi Michele Alinovi e Marco Bosi, ho toccato dal vivo la loro apertura. Così come credo vada riconosciuto che il sindaco Pizzarotti, nonostante sia partito nel primo mandato con il fardello del debito e abbia poi incontrato la pandemia, una situazione non a
gevole anche dal punto di vista amministrativo, abbia ottenuto risultati che sono sotto gli occhi di tutti, che io non rinnego e che credo siano un buon punto di partenza".

Poi c'è il ruolo autonomo del candidato sindaco.

"Intendo giocare certamente anche una partita di indipendenza che voglio sia chiara. Ho fatto una scelta cinque anni fa di non entrare in Effetto Parma e di mantenere il mio profilo tecnico, il mio lavoro in università, e ho fatto delle richieste al sindaco Federico Pizzarotti che lui ha sempre rispettato e di questo lo ringrazio. Mi riferisco, ad esempio, al fatto di poter lavorare liberamente con persone che andassero bene per le cose che dovevamo fare, indipendentemente dal loro orientamento politico e dalle loro prese di posizione. Questa indipendenza che sono riuscito a conservare negli ultimi cinque anni ora è elevata al quadrato, nel senso che devo costruire lì una parte di innovazione di questo percorso, sapendo che le persone che siedono al tavolo sono competenti, credono nella possibilità che questa coalizione di centrosinistra sia vincente e daranno tutto loro stessi per portare avanti un discorso che poggia su serietà e responsablità".

Non è un segreto il gradimento nei suoi confronti del Pd bolognese, a cominciare dal presidente della Regione Stefano Bonaccini. C'è chi teme una ingerenza sulle scelte locali.

"Bonaccini l'ho incontrato in varie occasioni pubbliche ma su queste elezioni fra e lui e me non c'è mai stato un contatto diretto. Il fatto di sapere che Bologna aveva un apprezzamento sul mio nome ha fatto prima di tutto piacere e ha aumentato la responsabilità. Però il discorso va diviso: questa è una coalizione e una parte della mia reputazione - come ho detto - si giocherà sull'indipendenza e questo vale anche nel rapporto con la Regione e il Governo. Quindi Bologna non viene a dire a Parma quello che noi dobbiamo fare e non l'ha finora mai fatto. Senza dubbio ha partecipato a un processo politico in cui credeva e ha cercato di favorire la nascita di questa coalizione, perché rappresenta più o meno lo stesso schema che ha permesso a Bonaccini di vincere elezioni non facili contro la Lega e qui a Parma serve un progetto che riporti al successo elettorale il centrosinistra. Non esiste l'idea di Bologna 'colonizzatrice' di Parma, questo è folclore politico e sono sicuro che tutto il gruppo di coalizione tenga molto alla propria autonomia. C'è poi un altro aspetto: pensare di poter governare oggi in un sistema globalizzato e interconnesso completamente scollegati dal governo regionale e da quello nazionale condannerebbe Parma a una sorta di totale emarginazione. E Parma ha sofferto negli anni il fatto di essere meno collegata di altri territori ai governi regionali e nazionali. Quindi, nessuna ingerenza da parte di Bologna sulle politiche cittadine ma certamente l'importanza di un collegamento e di un dialogo che si costruisce anche sui rapporti personali".

Ci sarà una lista elettorale del candidato sindaco Guerra ?

"Il tema della lista del sindaco è una questione aperta perché permette ancora di più di accentuare il tema dell'indipendenza. E non nascondo che ci sono tante persone in città che mi hanno offerto la loro disponibilità e questo mi dà conforto. La valutazione tuttavia è in corso perché entro in un contesto di coalizione che è partito molti mesi fa, che prevede delle liste e ha costruito una sua trama, per cui non intendo  rappresentare un problema. Ne parleremo in questi giorni con molta serenità: se la lista del sindaco può essere una opportunità politica significativa, i tempi e i modi per farla ci sono. Se, invece, con la coalizione dovessimo decidere che il percorso poggia sulle liste oggi esistenti allora andremo in quella direzione".

Il sindaco Pizzarotti sarà candidato consigliere nella lista di Effetto Parma ?

"Non ha assolutamente ancora preso una decisione e credo che l'opportunità di questa scelta sarà al centro della prima fase di confronto diretto appena avviata".

Se sarà ufficia
lizzato il voto a fine maggio assisteremo a una campagna elettorale piuttosto breve. Come intende impostarla ?

"La nostra è una coalizione che ha, fortunatamente, un’ampia rappresentanza per cui, se l’essere in tanti può avere anche degli svantaggi, il  vantaggio evidente è che le liste che si stanno formando hanno una buona penetrazione in città e questo ci permette di metterci subito al lavoro costruendo su quello che già esiste. La cifra della campagna sarà l’intensità perché, avendo un tempo così breve davanti, dovremo intensificare moltissimo gli incontri con le persone. Se dovessi trovare una parola per caratterizzare la campagna direi cura: noi abbiamo sentito molto il tema della città che cura, che ha cura di sé, si ascolta e comunica, della città che sente una vicinanza anche dell'Amministrazione nel tempo in cui la distanza è stata acuita dalla pandemia. Ora che si torna ad accorciare la distanza e la presenza diventa fondamentale, la chiave deve essere quella dell’incontro, un incontro che ci porterà in tutti i quartieri della città insieme alle associazioni e ai cittadini, con impegno e dedizione totali, ma che dovrà trovare un elemento di prosecuzione anche nei cinque anni a venire. Uno dei temi su cui possiamo già prendere un impegno è che questi non siano solo momenti di campagna elettorale. Se andremo al governo della città dovremo essere in grado di fissare un calendario in cui mensilmente si terranno confronti nei quartieri, negli spazi deputati, con il sindaco, gli assessori ma anche i consiglieri comunali, perché la chiave della partecipazione è in questo momento ancora più importante che in passato. Il Covid ci ha chiusi e tutti oggi facciamo fatica a vivere la socialità a cui eravamo abituati. Gli strumenti di partecipazione vanno ripensati, come abbiamo indicato anche nel documento di coalizione, e io credo che il sapere in maniera chiara e fissa che ogni mese, in ogni quartiere, si terrà un incontro in cui la politica e l’Amministrazione è presente e ascolta i cittadini sia importante".

Un'altra sfida collegata alla partecipazione sarà convincere gli elettori ad andare alle urne.

"Avremo, credo, un astensionismo significativo. I motivi che scoraggiano le persone ad andare a votare sono diversi, il Covid è il più recente. Esiste una disaffezione verso la politica, spesso accusata di cinismo e di interessi particolari. Questo astensionismo che proveremo a contrastare, anche se il tempo è poco, dovremo combatterlo anche nei prossimi cinque anni per pensare che nel 2027 proprio quella partecipazione e quel senso di confronto e attenta vicinanza alle persone, porti più gente a sentire che la politica non è distante ma vicina alle persone. Vicinanza e cura sono, a mio avviso, le due consapevolezze su cui tutto il programma va strutturato: la sicurezza, le politiche ambientali, il welfare, i giovani, sono questioni rispetto alle quali, partendo da queste due chiavi, è difficile deragliare".

In attesa di una eventuale candidatura unitaria, al momento sul fronte del centrodestra è in campo l'ex sindaco Pietro Vignali. Lo sente come suo avversario in questo momento e che giudizio dà di quella stagione politica ?

"In campagna elettorale cercherò di parlare il meno possibile degli altri perché abbiamo tante cose da fare nella nostra coalizione e ritengo si possa vincere facendo capire alla gente che sei convinto di quello che porti e che il tuo obiettivo è quello: meglio concentrarsi sulle cose che faremo e non dire cose che non faremo o che sono poi difficili da realizzare o che possano essere smentite. Parlare degli altri è secondo me scorretto e sbagliato perché, a un certo punto, una campagna elettorale per comparazione è una campagna elettorale di retrovia: significa sperare di vincere enfatizzando le debolezze dell’avversario. So che qualcuno lo fa, so che in parte è già partita questa modalità anche verso la nostra coalizione ma quando lo vedo accadere mi mette tristezza. Se hai delle idee forti, porti avanti quelle senza dire che l’avversario è peggio di t
e, altrimenti significa che non sei convinto delle tue proposte. Se devo però dire quello che penso dell'Amministrazione Vignali, mi pare che quello che è accaduto sia sotto gli occhi di tutti e penso che la narrazione che circonda la possibile candidatura dell’ex sindaco Vignali sia una narrazione che è ancora ancorata a quel tempo là, un tempo ormai molto distante che ha lasciato in maniera evidente alla città un numero di problemi enormi che poi hanno dovuto gestire i commissari e la prima Giunta Pizzarotti".

Quali sono i temi centrali del programma di coalizione ?

"Il documento Uniti vince Parma ha posizionato dei pilastri molto chiari che sono quelli su cui lavoreranno tutti gli alleati. Il primo tema è la partecipazione perché, se si riesce ad avviare seriamente un percorso di protagonismo reale dei cittadini, scattano una serie di meccanismi particolarmente vantaggiosi e dei benefici che permettono di andare ad affrontare molti temi cardine quali ambiente, sicurezza, disagio giovanile, welfare. È importante riuscire a costruire un rapporto di attivazione positiva delle energie cittadine e fare in modo che ognuno di noi diventi responsabile e consapevole di quelle che sono le sfide della città. Mi rendo conto sia un tema a lungo termine, non è qualcosa che costruisci a breve, ma la campagna elettorale può essere la scintilla. In occasione di Parma 2020+21 abbiamo detto che l’obiettivo era fare in modo che i cittadini si sentissero custodi e protagonisti di ogni progetto. I numeri raggiunti sul volontariato sono numeri importanti che mi hanno sempre un po’ commosso perché si vedeva la volontà di custodire un bene e nello stesso tempo esserne protagonista, andando nei luoghi, rendendosi utili. Ora sarebbe bello che questo potesse espandersi a livello cittadino con un’azione nei quartieri che deve essere fatta dai cittadini: la politica deve costruire gli spazi e far vedere che c’è disponibilità a rispondere a quelle che sono le esigenze dei quartieri. L’energia che sprigionano i quartieri è enorme. Cosa chiedono all'Amministrazione ? Più attenzione. Uno dei temi legato alla partecipazione è quello della manutenzione nel senso primo del termine: prendersi cura di una città che oggi non ha bisogno di inventarsi nuovi edifici ma di un lavoro molto serio sul tema manutentivo".

Alcune proposte per affrontare la questione sicurezza.

"Certamente è un aspetto che tiene il campo perché Parma, che non reputo una città insicura in senso assoluto, su questo aspetto ha visto calare il suo stile di vita e oggi esiste una paura rispetto alla questione sicurezza. Nel momento in cui i cittadini non si sentono sicuri, al netto che i dati dicano altro, si deve intervenire. Il tema dei vigili di quartiere credo che sia rilevante, richiede un investimento e una scelta politica che dovremo fare partendo dalle aree più critiche per poi pensare ad allargarlo altrove. Credo ci sia bisogno di confronto con le forze dell’ordine ma la sicurezza richiede anche una interconnessione globale fra le politiche comunali. Il disagio giovanile con la pandemia è molto cresciuto e parlando con i professionisti vicini a questo tema si comprende che è necessario lavorare in un’ottica di coordinamento del settore educativo, sportivo, dei servizi sociali e delle politiche giovanili e poi, in ultimo, della sicurezza. Se i luoghi in cui i ragazzi vanno e spendono la loro vita - scuola, sport, spazi giovanili - agiscono insieme, è possibile avere gli strumenti giusti per affrontare il problema. Serve un tavolo di coordinamento permanente perché il confronto e il dialogo tra i diversi settori diventerà fondamentale".

L'ambiente è un argomento ormai al centro del programma di tanti partiti e movimenti, seppure spesso ci si fermi agli annunci.

"Lo ritengo decisivo e conosciamo la difficoltà da cui partiamo per il luogo in cui viviamo. Le politiche ambientali, energetiche e di mobilità già avviate in città ma che dovranno essere sempre più intense, i temi della pedonalizzazione e delle zone 30, quindi della cap
acità di calmierare il traffico urbano, il tema del verde pubblico curato e portato con molta più convinzione nei quartieri come spazio di socialità e riconquista di consapevolezza della necessità di guardare negli occhi il tema ambientale, sono tutti elementi importanti. È chiaro che sull’ambiente, l’aria e l’energia si dovrà lavorare con grande decisione".

Impoverimento e welfare, il Comune destina gran parte dei propri fondi al Sociale ma le richieste aumentano.

"Il welfare è un ambito su cui Parma nel tempo è stata una città anche d’eccellenza, mentre oggi vive una situazione di enorme difficoltà portata dalla pandemia e dall’impoverimento che, guardando ai dati Caritas, è sempre più avvertito. Ci sono progetti molto significativi come quello delle case delle comunità, che va portato avanti con convinzione. In generale, spesso ci sono campanelli d’allarme collegati, per cui dove abbiamo disagio sociale troviamo l'abbandono scolastico che poi sfocia in problemi da seguire anche con strumenti sanitari".

(vasini)

Cultura, da dove ripartire dopo il biennio da capitale.

"Insieme a partecipazione, sicurezza, ambiente, giovani, nei pilastri del programma c’è anche la cultura. Oggi abbiamo una città culturalmente ancora molto solida, che ha retto bene l'impatto del Covid. Lo diamo per scontato ma probabilmente essere capitale della Cultura ci ha aiutato a non assistere alla moria culturale che c’è stata in altre realtà. Il sistema pubblico-privato funziona e auspico continui a funzionare. Quello che ora serve è quella spinta centrifuga, tanto invocata negli anni da Capitale della Cultura e in parte realizzata. I quartieri hanno bisogno di funzioni culturali perché sono ciò che porta le persone a viverli e a frequentarli, ciò che crea mobilità nella città dal momento che non possiamo pensarli come zone transennate o con le mura: la città è un unico organismo e dobbiamo favorire una mobilità che spinga le persone a muoversi fra le diverse zone. La cultura svolgerà un ruolo chiave da questo punto di vista. Abbiamo già incontrato varie realtà che ci hanno proposto progetti molto significativi di valorizzazione della vita sociale nei quartieri. Sappiamo che c’è un tema delicato che è quello dei luoghi, che sono tutti più o meno in centro e su questo lavoreremo".

Si parla per i sindaci di progetto decennale, cioè strutturato su un doppio mandato. Sarà così in caso di una sua vittoria a giugno ?

"Il progetto di coalizione traguarda i dieci anni. Dovremo essere capaci di far capire che siamo davvero una squadra e che il candidato sindaco si prende le sue responsabilità e i suoi doveri ma lavora con quella vocazione. C’è stata una evidente capacità di rinunciare ai personalismi e alle legittime ambizioni politiche e credo che questo sia un dato positivo. Per cui anch'io mi pongo sulla stessa linea: oggi sono il candidato, in futuro vedremo, potrebbe anche succedere che alla fine del primo mandato si decida di convergere su un'altra figura".

Per chi vota alle elezioni Politiche ?

"Ho sempre votato per il Partito Democratico"

In caso di elezione manterrà l’impegno in università ?

"Non riuscirò a portare avanti l’impegno come ho fatto da assessore, quando ho voluto di fatto conservare quelli che erano i miei doveri in ateneo. Mi piacerebbe, se sarà possibile, mantenere alcune ore e non tanto per ragioni di carriera - dato che sono arrivato già dove dovevo arrivare - ma perché in questi anni l’università ha rappresentato un momento di decantazione importante per il pensiero, quindi mi piacerebbe poter valutare questo discorso".

Da docente e appassionato di cinema, che film associa a questa sua nuova avventura politica ?

"Considerato l'impegno che serve, sarei portato a dire Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard".