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Edizione del 15/03/2022
Estratto da pag. 1
Pericolo nucleare, pronto un ordine Asl di pastiglie di iodio - Bolzano - Alto Adige
Anche l''azienda altoatesina sta valutando la risposta ad una ipotetica emergenza
BOLZANO. Le notizie che arrivano dall’Ucraina, con il pericolo di emissioni radioattive dalle centrali atomiche e i paventati rischi di una guerra nucleare, hanno allarmato tutta Europa e tutta Italia. Ed anche l’Asl in queste ore sta valutando la risposta ad una ipotetica emergenza.

Giovedì il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha preso parte alla conferenza Stato-Regioni per la ridefinizione del piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari.

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige fa sapere che sta per far partire un ordine di diverse migliaia di compresse (validità 5 anni) che in questo momento non sono facilmente reperibili. Ed in provincia di Bolzano - come altrove - si sta verificando anche la scorta di iodio da utilizzare in caso di emergenza visto che il composto, per essere efficace contro il cesio 137 va distribuito entro le due ore e mezza dall'esposizione. E parliamo di pastiglie di ioduro di potassio (KI), utilizzate come farmaco contro l'ipertiroidismo e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni.

La pandemia causata dal Covid, purtroppo, non è ancora finita. La vaccinazione rimane quindi di fondamentale importanza. Il tasso di vaccinazione della popolazione vaccinabile che vive in Alto Adige, vale a dire dai cinque anni in su, è in continuo aumento. Secondo quanto rilevato il 10 marzo 2022, la copertura vaccinale è ora pari al 78,43%. Negli ultimi sette giorni sono state somministrate in totale 3.351 dosi di vaccino a persone residenti in Alto Adige. La maggior parte delle dosi di vaccino somministrate erano dosi di richiamo (2.340), seguite da seconde (811) e prime dosi (200). L'assessore alla salute Thomas Widmann dice che il virus continua a circolare e infetterà ancora molte persone. «Ciò conferma quanto sia importante farsi vaccinare, per proteggere noi stessi dai decorsi gravi e dalle conseguenze a lungo termine, ma anche per proteggere le persone immunodepresse oppure i bimbi al di sotto dei 5 anni, che attualmente non possono essere vaccinati». "