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Edizione del 09/03/2022
Estratto da pag. 1
12mila profughi passati dal confine. 700 sono rimasti in FVG
“Stiamo organizzando tutto il sistema dell’assistenza sia per quanto riguarda l’accoglienza sia per le prestazioni sanitari da garan...
“Stiamo organizzando tutto il sistema dell’assistenza sia per quanto riguarda l’accoglienza sia per le prestazioni sanitari da garantire ai profughi che fuggono dall’Ucraina e il sistema regionale sta garantendo un forte supporto a quello nazionale. Dall’inizio della guerra sono transitate dai confini del Friuli Venezia Giulia circa 12mila persone, considerando solo i passaggi monitorati e non quelli avvenuti con mezzi privati. La gran parte dei profughi hanno proseguito il proprio viaggio verso zone e al momento sono 700 le persone rimaste nella nostra regione, tra sistema dell’accoglienza e alloggi privati”.

Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga relazionando in Consiglio regionale in merito all’evoluzione della crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina.

“Stiamo organizzando una rete che garantisca quanto richiesto dal Ministero della Salute: l’esecuzione di tamponi e vaccini per il Covid-19 e anche la copertura che per gli altri vaccini necessari nel caso i profughi non li avessero effettuati – ha chiarito Fedriga -. Si tratta di un sistema complesso, che si complica ulteriormente se vengono individuati casi di positività al coronavirus, con la necessità di procedure d’isolamento, ma la Regione, la Protezione civile e il servizio sanitario si stanno impegnando al massimo”.

Il governatore ha quindi sottolineato che “l’hub della Protezione civile di Palmanova è stato individuato come centro di coordinamento per gli aiuti che vengono portati alla popolazione in guerra e i volontari della Protezione civile sono già impegnati in due missioni, partite nel primo pomeriggio, per garantire supporto logistico e l’approvvigionamento di materiale sanitario alla popolazione nei territori in prossimità del confine Ucraino”.

Fedriga ha chiarito che “allo stato attuale non è prevista la creazione di hub sanitari sui confini, ma è fondamentale che il Friuli Venezia Giulia, dove si riversa la gran parte dei profughi, continui a ricevere adeguato supporto nella gestione dell’emergenza. Oltre al tema dell’accoglienza c’è infatti l’aspetto sanitario, il quale è affidato a persone che negli ultimi due anni hanno combattuto, e continuano a farlo, la pandemia e che oggi sono impegnate anche per il recupero delle prestazioni rallentate dall’emergenza pandemica”.

Il governatore ha poi spiegato che “la comunità regionale sta dando prova di grande generosità. Molti cittadini si sono offerti di dare ospitalità ai profughi e alcune imprese si sono anche offerte di dare loro lavoro. Si tratta di un passaggio importante perché ci permette la pianificazione di un percorso che, in futuro, consentirebbe a molte persone di uscire dal sistema dell’accoglienza e di inserirsi in un processo di integrazione virtuosa”.