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Dir. Resp.
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Edizione del 07/03/2022
Estratto da pag. 1
Caro gasolio, la pesca rischia la paralisi
Intervengono Zaia e l''assessore regionale Corazzari
“È fondamentale che il Governo intervenga e lo faccia velocemente. Il blocco improduttivo delle marinerie ci porta realmente verso una situazione di estrema gravità. Da parte della Regione garantisco totale e piena disponibilità a portare avanti l’istanza che viene dal mondo della pesca”.

Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, interviene sullo stato di agitazione dichiarato dalle marinerie contro il caro gasolio, per il quale il primo cittadino di Chioggia ha annunciato che firmerà una lettera per la Conferenza Stato Regioni.

“Come Regione ci faremo interpreti a livello di Conferenza delle Regioni ma resta il fatto che è da parte del Governo che deve esserci un segnale su questo fronte perché si rischia la paralisi del paese, passando da un lockdown sanitario ad uno economico. Nell’assicurare il nostro impegno, esprimo la mia vicinanza ai pescatori e alle marinerie che da sempre sono un presidio economico e un simbolo di identità per il Veneto”.

“Voglio esprimere la mia solidarietà alle marinerie che hanno dichiarato lo stato di agitazione a oltranza per protestare contro il caro gasolio: si parla di rincari tali da rendere le attività di pesca non più sostenibili. Dopo la crisi provocata dal Covid si abbatte ora col caro gasolio un nuovo flagello sulle nostre flotte”. Commenta così, l’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari la protesta che sta coinvolgendo tutte le marinerie del Paese. 

L’assessore Corazzari due settimane fa aveva scritto al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e al sottosegretario alla Pesca Francesco Battistoni chiedendo un intervento per scongiurare la crisi del settore. 

“Il caro gasolio che sta coinvolgendo anche il gasolio agevolato usato dai motopescherecci, sta influendo pesantemente sulle attività già duramente colpite dalla riduzione delle giornate di pesca e dalla crisi economica connessa agli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19 – prosegue Corazzari – le spese per il carburante incidono fino a oltre 50 per cento sui costi che le aziende ittiche devono sostenere e spesso le imprese non riescono a coprire le voci di spesa con i ricavi. La situazione è davvero difficile. “La successione di eventi nefasti negli ultimi tre anni, tra crisi economica da Covid, riduzione delle giornate di pesca e ora il rincaro del gasolio – aggiunge Corazzari - sta spingendo molte imprese verso la chiusura con gravissime ripercussioni di tipo economico e sociale dei principali centri pescherecci del Veneto, quali Caorle, Chioggia e Porto Tolle. È urgente scongiurare uno scenario drammatico con imprese di pesca marittima non più in grado di fronteggiare gli eventi negativi avversi”.