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Edizione del 05/03/2022
Estratto da pag. 1
Rimpasto in giunta, caro governatore: basta con i rinvii
Christian Solinas, per gestire le tensioni e le rivendicazioni delle diverse anime di una maggioranza che dopo tre anni di legislatura mostra segni di nervosismo, ricorre alla strategia di un politico romano nato nel 275 aC: Quinto Fabio Massimo. Molti lo ricordano per il suo soprannome: “il Temporeggiatore” - IL COMMENTO
Non ha un nemico temibile come Annibale da fronteggiare, ma il presidente della Regione, Christian Solinas, per gestire le tensioni e le rivendicazioni delle diverse anime di una maggioranza che dopo tre anni di legislatura mostra segni di nervosismo, ricorre alla strategia di un politico romano nato nel 275 aC: Quinto Fabio Massimo. Molti lo ricordano per il suo soprannome: “il Temporeggiatore”.Ai primi di agosto del 2020, in una intervista a La Nuova Sardegna, il presidente Solinas al quesito “cambierà qualcosa in Giunta dopo le elezioni?” aveva risposto così: «È naturale porsi, nel percorso della legislatura, dei termini per verificare l’azione amministrativa. Va fatta una valutazione sulla giunta e sulle commissioni. Per ciò che riguarda il Consiglio quel termine è imposto. Per la Giunta non è prefissato, ma è corretto tracciare un primo bilancio». Il tempo per la messa a punto del Consiglio è arrivato ed è anche passato. Quello per la messa a punto della Giunta ancora no. Eppure era stato lo stesso presidente a definirlo un passaggio “naturale”. Nel frattempo, sulla necessità di rivedere la squadra di governo (e di sottogoverno, va da sé) si sono espressi, a volte con toni forti, diversi esponenti della maggioranza. Le settimane, i mesi, gli anni sono scivolati, ma del rimpasto ormai si parla solo nelle indiscrezioni giornalistiche, nelle anticipazioni di quel vertice (o di più vertici) che non arriva mai. Il “temporeggiare” copre i problemi sotto una coltre di polvere. La domanda vera è una sola: la squadra di Governo sta lavorando bene oppure no? Se la risposta giusta è la prima (e le auto-lodi di presidente e assessori alimentano questa tesi), perché cambiare? Se la risposa giusta è la seconda, come un malumore diffuso tra forze sociali, imprese e sindacati fa pensare, allora perché aspettare? Forse perché più si tira avanti e più diventa improbabile un rimpasto radicale? Per Solinas è giunto il momento di smettere i panni di Quinto Fabio Massimo: la politica ha le sue liturgie, ma ha anche bisogno di sostanza. Se il presidente è davvero convinto che quella attuale sia la migliore Giunta possibile per affrontare l’ultima parte di legislatura, faccia tacere i borbottii degli scontenti. Viceversa, se ritiene qualcuno non all’altezza lo sostituisca. Teoricamente ha il potere per farlo. Politicamente chissà. Attenzione però: è un attimo passare da temporeggiatore a Re Travicello. 

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