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Edizione del 04/03/2022
Estratto da pag. 1
Invasione dell’Ucraina, intesa sui corridoi umanitari
Circa mille persone al giorno in transito dai valichi del Fvg, dove sono presenti forze dell''ordine, Esercito, Protezione civile e personale Unhcr
Russia e Ucraina, nel secondo round di colloqui, hanno raggiunto un'intesa sulla creazione di corridoi umanitari con un cessate il fuoco temporaneo. Presto si terrà un terzo incontro, probabilmente all’inizio della prossima settimana, sempre in Bielorussia.

Le delegazioni si sono incontrati nella regione di Brest, al confine con la Polonia. In un video pubblicato dai media ucraini, si vede la delegazione di Kiev - della quale fa parte anche il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov - entrare nella stanza. Prima di cominciare i colloqui, le due delegazioni si sono strette la mano.

Proprio a Brest, il 3 marzo 1918, venne firmata la pace fra le potenze centrali e la Russia di Lenin, che sancì l’uscita di Mosca dalla Grande Guerra.

All’ordine del giorno, tra le richieste ucraine, un cessate il fuoco immediato, un armistizio e corridoi umanitari per l’allontanamento di civili da villaggi e città distrutti o costantemente bombardati.

"Nei colloqui con l'Ucraina  - ha detto il capo-negoziatore russo, Vladimir Medinsky - sono stati raggiunti progressi significativi. Le posizioni della Russia e dell'Ucraina sono chiare. Un accordo è stato raggiunto su alcune delle questioni sollevate", ha detto ancora Medinsky, secondo cui sono state discusse questioni umanitarie e militari e una possibile futura soluzione politica al conflitto.

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avverte: "Se l'Ucraina cade, la Russia si prenderà i Paesi Baltici e l'Europa orientale". Zelensky vuole parlare direttamente con Vladimir Putin, giudicando un confronto con il presidente russo come "l'unico modo per fermare la guerra". Il presidente dell'Ucraina ha parlato nel corso di una conferenza stampa a Kiev e ha detto anche che le sanzioni introdotte contro la Russia sono serie e sono un buon inizio. "Per noi è importante introdurre una no-fly zone", ha aggiunto.

Il Presidente russo Putin ha annunciato l’erogazione di risarcimenti per i familiari dei soldati uccisi "nell’operazione militare speciale". Alle famiglie saranno quindi trasferiti quasi 7,5 milioni di rubli (64mila euro). Ai feriti andranno quasi tre milioni di rubli.

E’ stato ucciso nei giorni scorsi in Ucraina il generale russo Andrei Sukhovetsky, 47 anni, comandante della settima divisione aerotrasportata, che aveva preso parte alla campagna in Siria.

Oggi c'è stato anche un nuovo colloquio telefonico tra Putin e il Presidente francese; Emmanuel Macron ha riferito che il Presidente russo gli ha comunicato che "il peggio deve ancora venire". Putin, ha fatto sapere l’Eliseo, ha espresso nel colloquio con Macron "la sua grandissima determinazione a continuare la sua offensiva, il cui scopo è prendere il controllo dell’intero Paese".

Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, in una conferenza stampa in mattinata, si era detto certo che sarà trovata una soluzione: "Sono sicuro che l'isteria diminuirà e che l'Occidente supererà la sua frenesia". Lavrov ha accusato gli Usa e l’Occidente di considerare una guerra nucleare. “Noi non la vogliamo. Se dispiegheranno armi nucleari contro di noi, affronteremo la situazione. La Russia non permetterà che siano violati costantemente i suoi interessi”.

Non si fermano, intanto, i bombardamenti. Il presidente Zelensky ha pubblicato un nuovo video sottolineando che le linee di difesa stanno resistendo, nonostante non ci sia stata tregua nella notte nei bombardamenti delle città. "Non abbiamo altro da perdere se non la nostra stessa libertà", ha aggiunto Zelensky.

I missili russi hanno colpito ancora obiettivi civili, stazioni tv e università. Parà sono entrati a Kharkiv, Mosca ha conquistato Kherson mentre Mariupol, importante centro portuale nel sud del Paese, tra Donbas e Crimea, è sempre circondata e senz'acqua. Sotto le bombe a Kharkiv è morta anche un'osservatrice Osce, Maryna Fenina, cittadina ucraina membro della Missione speciale di monitoraggio nel Paese dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Nel frattempo, le
forze russe si stanno dirigendo verso Odessa e si preparano allo sbarco.

All’ottavo giorno dall’inizio del conflitto, un milione di persone hanno già lasciato il Paese. Lo ha reso noto in un tweet l'Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati, Filippo Grandi. "In soli sette giorni abbiamo assistito all'esodo di un milione di profughi verso i Paesi vicini. Per molti altri milioni di persone, all'interno dell'Ucraina, è tempo che le armi tacciano, in modo che possa essere fornita assistenza umanitaria vitale", scrive Grandi nel tweet.

Finora, dall'inizio del conflitto ci sarebbero almeno 2.000 vittime civili, secondo il governo ucraino. Almeno 277 quelle accertate dall'Onu. La Polonia ha accolto più di 575.000 persone dall'inizio del conflitto.

Non si ferma il flusso ai valichi confinari di Fernetti e Tarvisio dove, a ieri, erano già 3mila i transiti, sopratutto di donne e bambini, nella maggior parte dei casi diretti da parenti e amici. Sono stati predisposti punti di ristoro alla frontiera, organizzati dalla Protezione civile regionale, e da questa mattina, oltre alle forze dell'ordine e all’Esercito, sono presenti anche i rappresentanti dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati. Non mancano i volontari che portano generi di prima necessità, specie per i più piccoli. Arrivano alla spicciolata a bordo di pullman, van e auto private.

Stiamo monitorando i transiti su Trieste – spiegano proprio i rappresentanti Unhcr - l'impressione è che attraverso questo valico passino circa mille persone al giorno. La gran parte sa dove andare, ha parenti o amici a cui chiedere ospitalità in varie città. Sono in viaggio da giorni e arrivati in Italia, fermati al confine, per la prima volta realizzano di essere profughi.

“Da domani a Palmanova cominceranno ad arrivare materiali sanitari e farmaci dalle Regioni italiane”, fa sapere il vicepresidente Riccardo Riccardi. “La sanità Fvg e la Protezione civile sono già al lavoro per organizzare il centro di smistamento e consentire nei giorni successivi il trasporto ai confini con l’Ucraina”.

“Oggi arriva dalle Regioni un ulteriore e forte segnale di solidarietà al popolo ucraino. Una testimonianza che è anche impegno concreto come dimostra il confronto che abbiamo avuto con il Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. “Stiamo lavorando con il Governo su due filiere che rappresenteranno il binario su cui viaggerà il sostegno del nostro Paese. La prima direttrice è l’assistenza all’estero con gli aiuti che giungeranno in modo coordinato in Ucraina o nei Paesi di confine chiamati a gestire la prima fase dell’accoglienza. La seconda è l’assistenza sanitaria su cui le Regioni sono già mobilitate con il Ministero della Salute. Infine, rispetto all’accoglienza – ha concluso Fedriga - siamo impegnati con il Governo per definire priorità condivise, sburocratizzare le procedure per agevolare la permanenza dei profughi, facilitare la prevenzione, anche in relazione alle vaccinazioni”.

Liti tra paesi poco rappresentati dai rispettivi popoli come in tanti altri casi. Di fatto non é il popolo che dichiare le guerre ma i rappresentanti. Ovviamente il problema, come quasi ovunque é la democrazia che é impossibile in stati troppo popolati. Le forme reali di governo sono le oligocrazie, le plutocrazie, le gnosicrazie e le "Discrazie" o disgrazie come nel caso rappresentato. Del resto poi le migrazioni per cause belliche portano alla creazione di "esterocrazie" ed enclavi che arlecchinano ulteriormente la Penisola Italiana, già puntinata prima da osmotiche generazioni dissidenti di varia provenienza anche per colpa del pilotaggio tecno-mobile che crea ideali virtuali sui paesi accoglienti che possano poi essere delusi da una realtà troppo "shakerata" o "scossa" con avvilenti fronzoli fantascientifici ed una immanenza stranita ulteriirmente da "perieci" multiculti e multibusiness in un quadro complessivamente fantasmagorico e sconcertante. La stasi arriverà probabi
lmente dopo aprile ma gli avviluppi pande-tecno-economici fan crescere poco grano e continueranno ad insistere sproporzioni e cose impreviste. Poi la storia europea é veramente un minestrone troppo denso e rimescolato... Se cuoce ancora con troppi ingredienti, il rischio é che la pentola si intasi.

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