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Edizione del 03/03/2022
Estratto da pag. 1
Le Regioni italiane si mobilitano per l’Ucraina. La mappa degli aiuti: cosa fare â€" QuiFinanza -
Dopo il sostegno annunciato del Governo Draghi (qui cosa prevede il “decreto Ucraina”), anche le Regioni sono pronte a fornire la massima collaborazione per
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Dopo il sostegno annunciato del Governo Draghi (qui cosa prevede il “decreto Ucraina”), anche le Regioni sono pronte a fornire la massima collaborazione per l’accoglienza di donne e bambini provenienti dall’Ucraina e per la fornitura di farmaci e materiale sanitario. Ad annunciarlo è stato il presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Così la macchina degli aiuti italiani si muove verso e per l’Ucraina in guerra, dove si combatte ormai da giorni, e dove i bersagli delle truppe russe sono anche civili inermi.

Il presidente Putin potrebbe finire davanti al Tribunale dell’Aja per crimini contro l’umanità, per violazione delle più basilari convenzioni di diritto internazionale in tema di guerra: a Kiev, a Kharkiv e in altre città si lanciano anche bombe a grappolo e termobariche, denunciano le organizzazione per i diritti umani.

Una situazione precipitata in poche ore, che si preannuncia catastrofica sotto il profilo umanitario se non verrĂ  proclamato a breve il cessate il fuoco.

Fedriga ha spiegato di aver sentito i presidenti delle Regioni: “C’è una disponibilità unanime di tutte le Regioni, stiamo già attivando i dipartimenti regionali di Protezione civile e gli assessorati alla salute” ha detto. Mercoledì il tema sarà affrontato nella Conferenza delle Regioni per condividere le scelte, coordinare le azioni e assicurare al Governo la massima collaborazione istituzionale.

Sempre in quell’occasione i governatori avranno modo di confrontarsi con il Capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per organizzare al meglio l’accoglienza, sia sotto il profilo logistico che sul piano socio-sanitario. “L’auspicio è che anche questi interventi possano rappresentare un contributo affinché cessino al più presto le ostilità” ha detto Fedriga.

Servono medicinali, insulina, antibiotici, aghi e siringhe, bende per medicazioni, ma anche cibo, omogeneizzati, vestiti per adulti e bambini, scarpe, pannolini. Il presidente del comitato di controllo degli 007 italiani, Adolfo Urso, ha inviato alle Regioni una lista degli aiuti umanitari per l’Ucraina ci sono 178 farmaci salvavita, attrezzature mediche, beni di prima necessità richiesti dall’ambasciata ucraina (qui quanti soldi l’Italia a già inviato a Zelensky e qui quanto spenderà l’Europa in aiuti militari).

La prima a mobilitarsi è stata la Regione Piemonte. Il presidente Alberto Cirio ha deciso di istituire un coordinamento per prestare soccorso ai profughi ucraini. Nel corso di una riunione operativa che Cirio ha voluto convocare con l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk, collegato in videoconferenza, e con il console onorario dell’Ucraina in Piemonte Dario Arrigotti, sono stati affrontati diversi temi.

Il Piemonte emanerà entro pochi giorni una manifestazione di interesse per la creazione di un elenco di persone e famiglie disposte a fornire ospitalità temporanea a chi ha abbandonato le zone di guerra. Verrà avviata una raccolta di farmaci curata da Dirmei, Assessorato alla Sanità e Federfarma attraverso Farmaonlus da inviare tramite i canali individuati dal Governo agli ospedali ucraini. Sarà messo a disposizione del Dipartimento della Protezione civile l’ospedale da campo della Maxiemergenza 118, da posizionare ai confini dell’Ucraina per curare i feriti di guerra.

Non solo. Sarà chiesta all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, eccellenza europea, la disponibilità ad ospitare i bambini ucraini malati di tumore che in questo periodo non possono ricevere le cure adeguate. Verrà realizzato anche un apposito progetto per assistere i bambini ucraini vittime della guerra.

Il console Arrigotti ha fatto sapere che sono già 500 le famiglie che lo hanno contattato per ospitare profughi e si è detto “sicuro che sarà raggiunto il migliore risultato nei tempi più brevi”.

Anche la Toscana è in prima linea. Dei 230mila ucraini che lavorano in Italia,
11mila si trovano in Toscana. Un atto adottato dalla regione impegna la Giunta a mettersi a disposizione della comunità internazionale, in coordinamento con il Governo, per l’attivazione immediata di corridoi umanitari volti alla protezione e all’accoglienza della popolazione civile in fuga dal conflitto armato, e ad adoperarsi affinché tutti i Paesi europei partecipino ai piani di accoglienza e si pongano in essere tutte le azioni utili volte a tutelare le aziende italiane colpite dalle sanzioni.

Il Consiglio regionale si è impegnato anche a invitare i comuni della Toscana ad illuminare i propri municipi, o i monumenti più rappresentativi, con i colori della bandiera ucraina, per manifestare al popolo ucraino la solidarietà dei cittadini toscani e a sensibilizzare quanto più possibile i cittadini sulla guerra di Putin in Ucraina.

La Regione Campania ha messo a disposizione un hub di prima accoglienza per i profughi. Le prime famiglie sono giĂ  arrivate.

Il governatore De Luca ha ripristinato il Covid residence dell’Ospedale del Mare che dispone di 168 posti immediatamente fruibili, dove saranno effettuati i primi screening sanitari a cura dell’Asl Napoli 1 e verrà successivamente organizzato il trasferimento per coloro che ne abbiano bisogno, presso centri di accoglienza straordinaria, strutture messe a disposizione dal Comune di Napoli, come ad esempio quella già individuata a Marechiaro che dispone di 55/60 posti, e da altri Comuni dell’area metropolitana o da enti e associazioni religiose e di solidarietà.

Anche la Sicilia si è detta già pronta a ospitare i profughi ucraini costretti a lasciare ogni cosa per fuggire dal conflitto. “Coopereremo con le prefetture dell’Isola per coordinare gli aspetti logistici, assieme alla Protezione civile regionale, per la distribuzione di farmaci e di ogni genere di prima necessità”, ha detto il presidente Nello Musumeci.

Il materiale sarà raccolto nei magazzini della Protezione civile regionale, all’aeroporto di Boccadifalco. Le istituzioni stanno valutando anche l’ipotesi di rimettere a sistema l’ex Cara di Mineo, chiuso da anni dopo aver accolto prima ufficiali Usa e poi migranti richiedenti asilo. Un luogo considerato “ideale” per bambini e famiglie: “Ci sono villette che potrebbero essere risistemate senza grandi risorse per ospitare un migliaio di persone

Il Veneto di Luca Zaia, storicamente e tradizionalmente vicino all’Europa dell’est, si sta muovendo. Sono tantissimi i veneti che chiedono come poter dare il proprio contributo a favore della popolazione ucraina.

Zaia ha annunciato che la Regione ha istituito un conto corrente regionale al quale è possibile fare donazioni per l’assistenza ai profughi civili dell’Ucraina che stanno giungendo in Veneto.

Il conto è denominato “REGIONE DEL VENETO SOSTEGNO EMERGENZA UCRAINA” ed è stato aperto presso il tesoriere regionale Unicredit Spa, con queste coordinate: Codice IBAN IT65G0200802017000106358023. Chiunque può effettuare donazioni su questo conto.

Il sistema sanitario regionale del Lazio è stato allertato qualora ci fosse bisogno di ospitare pazienti provenienti dall’Ucraina. In attesa delle indicazioni del Governo, “la sanità del Lazio è pronta”, ha fatto sapere l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Un primo bimbo ucraino, affetto da una grave forma di paralisi cerebrale, è già stato accolto al Bambin Gesù.

Al termine dell’incontro con il dipartimento nazionale di protezione civile, infatti, la Regione Lazio, attraverso la protezione civile regionale, ha fatto sapere di aver dato la sua disponibilità a fornire farmaci e attrezzature mediche.

Il Lazio ha anche evidenziato la sua disponibilitĂ  a fornire materiale logistico per eventuale attivitĂ  di assistenza alla popolazione ucraina, e ad attuare forme di accoglienza sul territorio, con la possibilitĂ  di attivare nel breve periodo strutture ricettive, soprattutto nel caso in cui venissero attivati corridoi umanitari per la popolazione in fuga.

Qui altri modi per aiutar
e direttamente la popolazione ucraina.

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