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Edizione del 02/03/2022
Estratto da pag. 1
Intervista a Michele Emiliano: «La Puglia pronta ad accogliere. Volevo la Tap, ma a Brindisi»
Il presidente della Regione dichiara che sarà assicurata assistenza a chi scappa dalla guerra. «Ho il cuore in angoscia»
l’intervista

Mezzogiorno, 2 marzo 2022 - 09:11

Intervista a Michele Emiliano: «La Puglia pronta ad accogliere. Volevo la Tap, ma a Brindisi»

Il presidente della Regione dichiara che sarà assicurata assistenza a chi scappa dalla guerra. «Ho il cuore in angoscia»

di Francesco Strippoli

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Presidente Emiliano, come vive questo tragico momento? Lei appartiene alla generazione che considerava la guerra in Europa solo un ricordo scolastico.

«Mi viene in mente la canzone di Gianni Morandi: c’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. E immagino quanti bellissimi giovani russi e ucraini che ho incontrato per le strade di Bari e Mosca hanno dovuto lasciare le chitarre, i palloni da basket, le mamme, i padri, gli insegnanti e adesso impugnano uno strumento che sempre dà la stessa nota, come dice la canzone».

È turbato come ognuno di noi.

«Ho il cuore in angoscia, nello strazio di chi sente propri anche i figli degli altri. Immagino il dolore di vedere uno di questi ragazzi riverso sull’asfalto, ucciso da un proiettile esploso da chi, in qualche caso, non sa neanche di averlo colpito. Di fronte a questa scena si ribella tutto di me e viene da urlare non solo contro la guerra ma contro la logica di potere. Una logica che infrange il sogno di pace coltivato a Bari assieme a tanti di questi giovani, grazie a San Nicola. Il mio pensiero va anche ai tanti italiani in Ucraina che sono impediti nel tornare a casa. Stiamo seguendo direttamente i casi che riguardano i pugliesi».

Ieri il Consiglio regionale ha approvato una mozione contro l’invasione dell’Ucraina. Non è contraddittorio reclamare l’aumento della spesa per armamenti, punto 9 della mozione, e poi esporre la bandiera della pace?

«Purtroppo la pace è garantita ancora oggi solo dalla deterrenza: significa che il tuo possibile nemico deve sapere che se ti attacca ne riceverà un danno devastante. È triste ammetterlo ma una forza armata europea efficiente, compatta e dedita al mantenimento della pace è una deterrenza essenziale. Ora però va chiesto ai belligeranti di fermare le ostilità e dare alla comunità internazionale la possibilità di aiutarli ad uscire dal vicolo cieco dello scontro».

Le sanzioni non bastano?

«In questa fase le sanzioni sono determinanti perché costituiscono una deterrenza che non prevede l’uso della forza. Ma anche che le sanzioni senza diplomazia e senza dialogo potrebbero scatenare la reazione violentissima di chi si sente spalle al muro. Quindi io dico: sanzioni e dialogo con la stessa forza e la stessa intensità».

Cosa sta organizzando la Regione per offrire un’accoglienza ai profughi? La Puglia è pronta?

«Noi siamo nati pronti. Da secoli, grazie alla nostra cultura mediterranea e nicolaiana accogliamo tutti, nel modo migliore possibile. Il problema è che uscire dall’Ucraina è difficile e chi ci prova corre dei rischi. Siamo pronti a inviare materiali, farmaci e anche personale se ci verrà richiesto. A questo fine domani (oggi per chi legge, ndr) è prevista una riunione della Protezione civile con le Regioni in ossequio alla dichiarazione di stato di emergenza proclamato dal governo».

In questi giorni torna il tema dell’approvvigionamento energetico. Vien da dire meno male che abbiamo Tap e anzi è pure poco. Ci hai mai pensato?

«Certo, ma insisto: la Regione, sia con Vendola sia con Emiliano, non è mai stata contraria al gasdotto e abbiamo resistito alla manipolazione dell’informazione operata dai contendenti che si scontravano sul sì o sul no. La nostra posizione riguardava l’approdo del gasdotto. Venivamo descritti come schiavi delle multinazionali dai No Tap e indicati come No Tap da coloro che, assurdamente, avevano scelto come approdo Melendugno anziché Brindisi, facendo spendere ai contribuenti centinaia di milioni di euro per agganciare più a nord lo snodo della Snam».

La guerra costringe a riconsider
are le relazioni turistiche. I voli Bari-Mosca ridiventano una cosa lontana. Che pensa?

«Il mercato turistico pugliese nei due anni del covid, senza turisti russi, ha riportato due record consecutivi di presenze, superiori al 2019. Non abbiamo timori dal punto di vista del fatturato. Siamo in pena per altro».

Ovvero?

«Ci dispiace che 15 anni di lavoro politico ed economico con Mosca, cominciati col vertice italo-russo di Bari del 2007, siano stati azzerati. Avevamo coltivato con dedizione il ruolo che Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco avevano indicato per la Puglia e per Bari: terra del dialogo tra cattolici e ortodossi e, più in generale, dell’amicizia tra i popoli. Questo cammino non deve interrompersi. Anzi diventa preziosissimo strumento per rilanciare il dialogo tra l’Ue e la Russia. Al di là della follia delle decisioni dei giorni scorsi, bisogna insistere per una grande alleanza tra l’Europa e il popolo russo che salvaguardi l’indipendenza, la democrazia e la libertà di tutti gli Stati europei, garantendo altresì la sicurezza della Russia. Il mio timore è che oggi tutti si sentano minacciati da tutti. È cosi che scoppiano le guerre».

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2 marzo 2022 | 09:11

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