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Edizione del 18/02/2022
Estratto da pag. 1
Fontana: «Sul PNRR daremo una mano, ma così si fa piuttosto dura»
Intervista al presidente regionale Attilio Fontana: «I numeri della campagna vaccinale ci inducono ad essere ottimisti anche in futuro»
A due anni dall’inizio dell’emergenza Covid, scoppiata proprio in Lombardia con la scoperta del “paziente zero” a Lodi, oggi il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, guarda con fiducia al futuro, forte dei numeri ormai in discesa su contagi e ospedalizzazioni e su quelli della campagna vaccinale. E il futuro fa rima anche con “ricostruzione” che passa dai fondi del PNRR, tra i pochi punti di sintonia col sindaco di Milano, Beppe Sala.

Dallo scontro con Sala al PNRR, parla Attilio Fontana

Presidente, siamo davvero alla fine del tunnel dell’emergenza Covid?

«Sicuramente stiamo vivendo un momento positivo sui numeri delle ospedalizzazioni. Ma sottolineo, in particolare, i numeri della campagna vaccinale che ci inducono ad essere ottimisti anche se dovessimo affrontare una nuova ondata di contagi».

La campagna vaccinale rappresenta il riscatto dei problemi dei primi mesi?

«La principale innovazione è stata quella di mettere insieme sanità e protezione civile, diventando così un modello per il resto del Paese. Analogamente la scelta dei grandi hub si è rivelata vincente. Per quanto riguarda il cosiddetto “riscatto”, posso solo augurarmi che la gente ormai abbia assunto la consapevolezza della difficoltà delle prime settimane dell’emergenza. Sì, siamo stati presi alla sprovvista ma era normale che fosse così. Pochi territori hanno subito un attacco violento come la Lombardia e alcune zone confinanti».

A chi va il ringraziamento più sentito?

«In quella fase c’è stato uno sforzo straordinario del nostro sistema sanitario, mi riferisco quindi a medici e infermieri, donne e uomini che hanno messo in campo tutto quello che potevano mettere in campo. Noi abbiamo fatto la nostra parte, incrementando da 700 a 1.800 i letti di terapia intensiva sul territorio. Poi, nella fase della vaccinazione, devo dare merito all’impegno di Guido Bertolaso».

Decisivo?

«Non finirò mai di ringraziarlo per la capacità di dirigere la campagna vaccinale, un unicum nel Paese».

E l’ospedale in Fiera?

«È stata una valvola di sfogo importante, fondamentale nella seconda ondata, utile anche nella terza. E’ servito soprattutto dal punto psicologico, perché sapevamo di avere qualche letto ulteriore, che si è rivelato un elemento di sicurezza».

La primavera sarà senza Green Pass?

«Lascio le valutazioni alla scienza. Mi auguro che sia stato veramente assestato un colpo definitivo e, di conseguenza, che tutti possano riacquistare interamente la libertà».

Il futuro sembra metterci di fronte ad una “pandemia energetica” come l’ha definito il suo assessore Guido Guidesi: preoccupato del caro-bollette?

«Molto e aggiungo che la Regione Lombardia aveva alzato l’allarme già lo scorso mese di ottobre, perché ci eravamo resi conto di quello che stava accadendo. Non possiamo fare granché se non stimolare interventi strutturali. Servirebbero risorse ingenti e, al di là del sostegno economico una tantum, occorrono ormai scelte radicali a livello nazionale per acquisire una certa indipendenza sul fronte energetico».

Col sindaco Sala vi siete trovati almeno sulla questione della gestione del PNRR…

«Se si riferisce all’ormai famoso audio catturato la scorsa settimana, semplicemente esprimevo una preoccupazione».

Quale?

«La messa a terra del PNRR è sulle spalle dei Comuni e – non è un mistero – significa fare i conti con organizzazioni profondamente diverse all’interno dei singoli enti locali. Pensiamo ai Comuni medio piccoli, con un personale ridotto: c’è da essere preoccupati. Era senz’altro più opportuno un coinvolgimento delle Regioni nella partita».

Perché sono state escluse?

«Una valutazione tecnica ha ritenuto più opportuno che in termini di rapidità fosse meglio affidare la gestione ai Comuni».

E ora il rischio qual è?

«Una certa disomogeneità in termini di efficienza, di burocrazia, di velocità. Noi daremo una mano, ma gli interventi sono tanti»
.

Nei giorni scorsi il ministro Franceschini ha individuato in una Lega più moderata la vera novità del futuro politico, sarà così?

«Non lo dica a me che ho sempre fatto della moderazione uno degli elementi fondamentali del mio agire politico. Poi la linea la detta Matteo Salvini…».