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Edizione del 17/02/2022
Estratto da pag. 1
Scuola, la veneta Colmellere al ministro Bianchi: «Via da subito il limite di 15 alunni per formare le elementari» - Il Mattino di Padova Padova
La deputata leghista: «Se non si interverrà, a settembre tanti plessi dovranno dover creare classi miste con bambini di prima e seconda, o accorpamenti, sia nelle aree a rischio spopolamento che nelle città capoluogo». Le primarie del Veneto perderanno 3295 bimbi rispetto all’anno scolastico in corso. Ecco i dati provincia per provincia
La deputata leghista: «Se non si interverrà, a settembre tanti plessi dovranno dover creare classi miste con bambini di prima e seconda, o accorpamenti, sia nelle aree a rischio spopolamento che nelle città capoluogo». Le primarie del Veneto perderanno 3295 bimbi rispetto all’anno scolastico in corso. Ecco i dati provincia per provincia

VENEZIA. Se non verrà rimosso il limite minimo di 15 alunni per la formazione delle prime elementari, il prossimo anno scolastico registrerà gravi disagi organizzativi, con la necessità di comporre molte classi miste.

Le classi prime delle primarie del Veneto, infatti, perderanno da settembre 3.295 alunni rispetto all’anno precedente (gli iscritti totali sono 35.442), di cui 2.222 nelle statali e 1.073 nelle paritarie, e in molte scuole non si riuscirà a raggiungere il numero minimo di 15 bambini per formare una classe. Questo avviene in aree montane a maggiore dispersione abitativa ma anche – e in modo evidentissimo – nelle grandi province.

Stando ai dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale, rispetto al 2021Verona perderà 819 iscritti alle classi prime delle primarie (-10,3%), Treviso 725 (-9,8%), Padova 567 (-7,7%), Vicenza 525 (-7,5%), Venezia 340 (-5,6%), Rovigo 194 (-12,6%) e Belluno 125 (-9,1%).

«Il rischio»,  spiega Colmellere, «è che tanti plessi si trovino a dover creare classi miste con bambini di prima e seconda, o accorpamenti, sia nelle aree a rischio spopolamento che nelle città capoluogo. Serve con urgenza una deroga a questo limite minimo di iscritti, fin dal prossimo anno scolastico, cosicché i dirigenti possano organizzare la didattica. Faccio l’esempio del mio territorio, il Trevigiano: Revine ha soli 10 iscritti, Cappella Maggiore rischia di non fare classi prime in 3 plessi perché ha soli 11, 12 e 9 alunni iscritti”.

Tra le richieste rivolte al ministro, c’è anche la possibilità, in accordo con la Conferenza Stato Regioni, di nominare un dirigente per ogni istituto, evitando così le “trasferte” da una sede all’altra dei prèsidi, difficoltose soprattutto in aree vaste o montane o ad alta specificità come la Laguna di Venezia.

«Infine», conclude Colmellere, «ho auspicato che il ministro inserisca anche le scuole paritarie, che a tutti gli effetti fanno parte del Sistema nazionale di Istruzione e in molte località suppliscono all’assenza della scuola statale, tra i beneficiari dei prossimi bandi PNRR da 5,4 miliardi dedicati al potenziamento dei contenuti didattici, per non penalizzare i tanti studenti che scelgono questi Istituti».

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