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Edizione del 17/02/2022
Estratto da pag. 1
"A rischio investimenti e lavoro di una vita Traditi dai politici: ora salvino le spiagge" - Cronaca
Rabbia e sgomento dei balneari: "Chi verrà dopo di noi come potrà investire se a sua volta non avrà certezze temporali? Servizi peggiori"
PISA

Rabbia, preoccupazione, sconforto. L’emendamento approvato in Consiglio dei Ministri che prevede la messa a gara dal primo gennaio 2024 delle concessioni balneari è arrivato come una doccia fredda, che ha gelato gli imprenditori del litorale pisano. "Tutto ciò che era stato promesso da politici è stato negato, posso dire che la delusione è grandissima – dice Yuri Bianchi del bagno Calypso – tutto questo fa male per chi come noi ha messo tutto nel proprio stabilimento. Io, personalmente, ho rinunciato a un impiego statale per poter lavorare a tempo pieno qui e aiutare mio padre. Dovrò reinventarmi a 50 anni? Lo stesso mia sorella: avevamo un bar-tabacchi, abbiamo venduto e buttato ogni risorsa nel bagno. Siamo qui dal 1996. E’ sempre stato il nostro sogno. Ora ci siamo improvvisamente svegliati. Ma c’è anche un altro aspetto: chi verrà dopo di noi come potrà o vorrà investire su qualcosa che magari tra quattrocinque anni non sarà più suo? La qualità del servizio si abbasserà".

E’ meno pessimista Cecilia Palumbo che tre anni fa ha rilevato il bagno La Pace di Tirrenia: "Abbiamo raso al suolo tutto e risistemato, pezzo per pezzo, e anche in questa fase di preparazione alla prossima stagione stiamo ultimando alcuni interventi alle cabine. Io spero, mi auguro che quello che abbiamo fatto – noi come molti altri imprenditori balneari - valga qualcosa. Non voglio credere che ci sia realmente il rischio che gli investimenti possano non avere alcun peso nella riforma delle concessioni". "Panico totale": esordisce così, invece, Stefano Sbrana dello storico bagno Gorgona di Marina. "Io e mia moglie abbiamo 50 anni, qui abbiamo speso risorse, tempo, fatica. Anche per salvare lo stabilimento dall’erosione e dalle mareggiate. Io lavoravo in Saint Gobain e mi sono licenziato per aiutare lei. Se a fine 2023 dovremo restituire le chiavi tante famiglie saranno in ginocchio".

Diva Giannelli (La Siesta, Calambrone) prende tempo: "Di questa riforma se ne parla da anni, il momento adesso è delicato ma qualcosa sicuramente sarà modificato rispetto a questa prima bozza. La Siesta esiste da 20 anni, è uno stile di vita, ogni estate ci impegniamo a proporre novità. Intanto pensiamo a questa stagione". "Siamo sorpresi – dice Fabrizio Fontani, presidente del Sib Confcommercio Pisa – ma si tratta comunque di una proposta che il Governo fa al Parlamento. Siamo convinti e ci auguriamo che in quella sede possano intervenire per migliorare questo testo. A partire soprattutto dai tempi di messa a regime delle aste, che secondo noi sono troppo ristretti, anche in considerazione del fatto che i Comuni e gli enti locali difficilmente riusciranno ad organizzare tutto questo nei tempi previsti". Obiettivo, senza escludere forme di protesta, è "il riconoscimento del valore economico delle aziende in sede di gara, la professionalità e l’esperienza maturate, l’entità degli investimenti, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi 5 anni". Sulla stessa scia Gianluca Tiozzo, presidente Fiba Confesercenti Toscana Nord: "Questa bozza traccia solo i principi, adesso va riempita di contenuti. Ma la preoccupazione è evidente, c’è. E come al solito siamo di fronte a una riforma calata dall’alto, non concordata con le associazioni di categoria e che non tiene conto della Conferenza Stato-Regioni. Lavoreremo su questa ennesima bozza, cercando di inserire e garantire soluzioni adeguate per la categoria".

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