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Edizione del 15/02/2022
Estratto da pag. 1
Matteo Salvini usa l'occasione della ricorrenza di San Valentino per inviare quello che definisce un "dolce biglietto" a Giorgia Meloni per sciogliere le incomprensioni della partita Quirinale
© Alessandro Serranò / AGF -
Giorgia Meloni e Matteo Salvini
AGI - Primi, timidi, tentativi di disgelo nel centrodestra. Matteo Salvini usa l'occasione della ricorrenza di San Valentino per inviare quello che definisce un "dolce biglietto" a Giorgia Meloni per sciogliere le incomprensioni della partita Quirinale. "Superiamo gli interessi di parte. La gente non vuole litigi e battibecchi. Uniti si vince. Sto lavorando con Berlusconi e Meloni perché solo uniti si vince", dice il segretario della Lega.
Ora bisogna vedere cosa risponderà la leader di Fratelli d'Italia all'amo lanciato dal leghista, nell'intervista programmata alla stessa radio. Ma è un fatto che, anche se il tavolo nazionale non esiste più al momento, i vari tavoli locali stanno lavorando per arrivare a intese per presentare candidati comuni alle prossime amministrative.
In questo senso, nel centrodestra, viene apprezzata la dichiarazione pubblica di Giovanni Toti a sostegno di tutti i candidati del centrodestra alle consultazioni di primavera. Il trauma della spaccatura sulla rielezione di Sergio Mattarella resta ancora vivo, non vi sarebbero stati contatti diretti tra i leader o un clima tale da consentire l'organizzazione di vertici di coalizione, ma, con l'avvicinarsi della scadenza elettorale dei rinnovi dei consigli comunali in scadenza a primavera, l'atmosfera si fa più distesa nell'alleanza e timidi tentativi di disgelo lasciano spazio alle tensioni e rivendicazioni.
Anche se le situazioni più critiche restano aperte (Lucca, Como e Palermo, mentre vanno verso una risoluzione le candidature a Padova e Verona). Intanto, Salvini continua ad alzare le richieste sui dossier governativi cari al suo partito: fine delle restrizioni Covid il 31 marzo e misure per affrontare il caro bollette.
A queste si aggiungono i temi del superbonus edilizio, sollevato dal ministro leghista Giancarlo Giorgetti, e quello dei balneari. In merito a quest'ultimo dossier, oggi i leghisti non hanno votato la mozione presentata da Fratelli d'Italia alla Camera in cui si chiedeva al governo l'impegno a escludere dalla direttiva Bolkestein le concessioni demaniali marittime.
Si cerca una mediazione, in vista del Consiglio dei ministri, ma non sono escluse nuove tensioni all'interno della maggioranza, per le resistenze di Lega e Forza Italia. La posizione degli ex lumbard resta la stessa, spiegano fonti ministeriali: "vanno tutelati gli interessi legittimi" degli imprenditori del settore.
Sul fronte superbonus edilizio, invece, si segnala la presa di posizione di Salvini, intervenuto, in un certo senso, a 'correggere' o precisare quanto espresso, come titolare del Mise, da Giorgetti ieri. "Stiamo mettendo un sacco di soldi sull'edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita", aveva detto il ministro in un'intervista al 'Corriere'. "Ma ora droghiamo un settore in cui l'offerta di imprese e manodopera è limitata - aveva aggiunto -. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all'inflazione".
"Giorgetti dice che non basta il superbonus, ovvio. Ma è fondamentale andare avanti sulla via del superbonus per aiutare gli italiani, soprattutto per aiutare un settore come l'edilizia e tutti gli artigiani che ne conseguono", è la precisazione fatta da Salvini. Il superbonus, aggiunge il segretario leghista, "è uno strumento assolutamente efficace e stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità della cessione del credito, perché bloccare la cessione del credito significa bloccare l'edilizia, l'unico settore che sta correndo in questo momento".
Qualificate fonti leghiste sottolineano come Giorgett
i non abbia mai detto 'stop al superbonus': non c'è alcun attacco alla misura, viene sottolineato. Il ministro - viene segnalato - ha solo lanciato un 'alert': non è con il superbonus che fai politica industriale in Italia, servono interventi su determinati settori, come per esempio l'automotive la cui situazione potrebbe portare a una crisi e a un numero di disoccupati tali da avere un impatto consistente su tutta l'economia italiana. Non ci sarebbero contrasti tra la visione di Salvini e quella di Giorgetti su questo, si insiste, ma identità di vedute.
Le maglie troppo larghe della normativa sui bonus edilizi hanno dato il via a un complesso sistema di truffe all'erario ancora difficile da mappare con precisione
Il provvedimento continua a essere difeso a spada tratta dai pentastellati, ancora di più da quando il presidente del Consiglio ha messo in guardia dai pochi controlli e dalle troppe frodi
Il ministro dello Sviluppo economico interviene sulle polemiche dopo le dichiarazioni del premier Mario Draghi sulle frodi legate Superbonus edilizio: "diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo. Intanto rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell'industria"
Il premier ha annunciato un emendamento per far funzionare il sistema. Il ministro Franco: "Le cessioni di bonus edilizie sospette ammontano a oltre 4 miliardi, di questi 2,3 miliardi sono già stati oggetto di sequestro". La replica del M5s: "Attribuire 2,3 mld di frodi a superbonus è falso"
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