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Dir. Resp.
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Edizione del 08/03/2020
Estratto da pag. 1
Polemica e confusione sul decreto e la bozza circolata già in serata
Una prima stesura, che conteneva già a grandi linee i provvedimenti poi attuati, era circolata prima della firma scatenando in alcuni casi anche del panico - Fo...
La bozza del decreto firmato stanotte dal Governo italiano, volto a limitare gli spostamenti e quindi l’ulteriore diffusione del coronavirus, è circolata tra i principali media italiani già diverse ore prima dell’effettiva sottoscrizione del documento. Questo ha portato ad una certa confusione sui provvedimenti contenuti e sulle conseguenze di queste limitazioni, portando molti italiani ad un «fuggi fuggi» dai territori coinvolti. Una confusione che persiste anche dopo la sua diffusione ufficiale.

Per quel che ci concerne più da vicino, per esempio, non si capisce ancora chiaramente se i cittadini residenti in Italia che lavorano in Ticino - poco meno di 70 mila in totale - potranno domani recarsi al lavoro. Nel testo del decreto si legge infatti che eccezioni verranno fatte per «comprovate esigenze lavorative», ma nulla specifica cosa si intenda dire con questi termini. In un filmato pubblicato su vari media e social media, il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino ha sostenuto di aver avuto conferma da parte sia della Regione sia di Palazzo Chigi che i lavoratori potranno continuare ad attraversare la frontiere: «Per quanto riguarda i frontalieri ci è stato assicurato che potranno varcare il confine ad eccezione di quelli che potrebbero esserne esentati con il telelavoro», ha sostenuto.

Il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta per ora non ha aggiunto di più se non che le autorità cantonali sono in contatto con quelle federali. Contatto confermato stamane anche dal portavoce del Consiglio federale André Simonazzi che aggiunge che il Governo è in contatto anche con le autorità italiane. La polizia di frontiera italiana, per ora, non avrebbe ancora ricevuto alcuna disposizione su come modificare i protocolli di controllo in entrata e uscita dal Paese, spiega l’agenzia stampa italiana Ansa.

Non manca la polemica

Il governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana che aveva ipotizzato di arrivare a chiedere la chiusura su tutto il territorio lombardo, in un’intervista al Corriere della Sera ha commentato: «La bozza del decreto del presidente del Consiglio sembra andare nella direzione del contenimento della diffusione del virus, con misure più incisive che invitano i cittadini alla prudenza. Ma non posso non evidenziare che il testo è, a dir poco, pasticciato e necessita chiarimenti da parte del Governo stesso per consentire ai cittadini di capire cosa si può fare o meno». Fontana, che da una decina di giorni vive in un isolamento autoimposto dopo il contagio di una collaboratrice del suo staff, critica poi anche i ritardi del Governo centrale nel prendere decisioni concrete: «A Roma qualcuno non ha capito bene la situazione o quantomeno l’ha capita con un certo ritardo. Noi abbiamo sempre cercato di rendere chiaro il quadro, con numeri, dati scientifici e proiezioni, ma non ci hanno creduto».