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Edizione del 09/02/2022
Estratto da pag. 1
Associazioni “No al nuovo tariffario di specialistica ambulatoriale” • Vivere Civitanova notizie per la città e il territorio
ROMA (ITALPRESS) – “Chiediamo ai presidenti di Regione di non approvare il Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, che il Governo si appresta a varare e che riduce le tariffe fino all’80 per cento”.
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Vivere Senigallia 09/02/2022

- ROMA (ITALPRESS) – “Chiediamo ai presidenti di Regione di non approvare il Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, che il Governo si appresta a varare e che riduce le tariffe fino all’80 per cento”.

Lo affermano Aiop, Aris, Andiar, Ansoc, Federanisap, Federbiologi, Federlab, Sbv, Snr, Cic, Sicop in merito al nuovo Tariffario nazionale, al momento all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni.Per le Associazioni, “se per varare i nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza, come auspichiamo e che noi tutti aspettiamo da oltre sei anni, si deve approvare un Tariffario capestro che mette a rischio l’intero settore, allora questa non può essere la soluzione ideale”. “Il problema – proseguono – è che per elaborare il nuovo strumento è stata utilizzata una metodologia non prevista dalla norma. Verosimilmente sono state prese come riferimento dello studio poche strutture di grandi dimensioni in dubbio equilibrio finanziario. Le tariffe, se fossero approvate, così come indicato nella bozza del provvedimento, sarebbero insufficienti a coprire i costi delle prestazioni. Non solo, perchè le stesse risulterebbero, anche, meno efficienti e aggiornate, con il rischio di portare al collasso, in gran parte dell’Italia, le strutture di piccole e medie dimensioni. Il risultato sarebbe una grave crisi dell’assistenza territoriale, soprattutto al Sud”. Ribadiscono: “La copertura finanziaria sui Lea deve poter garantire, allo stesso tempo, prestazioni di qualità, efficaci, tecnologicamente aggiornate. Bisogna fare presto, ma con questo tariffario si ottiene il risultato di consegnare al Paese un sistema depotenziato quantitativamente e qualitativamente, assolutamente incapace di assicurare adeguati volumi di prestazioni, omogeneamente diffuse sul territorio e di buona qualità”. (ITALPRESS).