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Edizione del 09/02/2022
Estratto da pag. 1
Papa Francesco, novecentosettanta euro al minuto... - Tusciaweb.eu
Papa Francesco, novecentosettanta euro al minuto.... L''Irriverente - Il pontefice domenica sera in tv
L'Irriverente - Il pontefice domenica sera in tvPapa Francesco, novecentosettanta euro al minuto… di Renzo TrappoliniCondividi la notizia:Papa FrancescoViterbo – Una domenica sera il papa in tv.  Dal magistero ex cathedra alla didattica a distanza, senza cattedra e senza cattedrale. Efficace, però, Francesco e di buon umore, ascolti alti, ma quotazione bassa al mercato dei filmati. Almeno a quel che ha scoperto Dagospia. Solo novecentosettanta euro al minuto per ritrasmettere l’intervista compunta di Fabio Fazio, laico e pur sempre buon  “fratacchione” (copyright Vincenzo De Luca), spacciata per diretta, mentre era stata registrata (e quindi probabilmente riveduta e corretta) qualche ora prima.  Ad incassare il prezzo sarebbe non il padrone di casa, la Rai, ma il Centro Televisivo Vaticano, che dipende dal prefetto del Dicastero pontificio delle comunicazioni, Paolo Ruffini, nipote di un fu cardinale di Palermo, figlio di un ministro della difesa italiano, fratello del capo dell’Agenzia delle Entrate, di nome Ernesto come lo zio.Ma per le parole del papa in tv non può esserci diritto d’autore, né un qualsiasi agente di riscossione.Così, il giorno dopo lo scoop dell’ognor informatissimo e tempestivo D’Agostino, contrordine fratelli: tutto e per tutti a gratis. Iniziativa autonoma della Rai? Intervento del Ruffini prefetto vaticano o, come avvenuto altre volte, ci ha dovuto pensare il più diretto interessato col piglio fermo che lo contraddistingue?Francesco considera la “mondanità spirituale” (e che altro è il peccato di simonia, la vendita di cose sacre, comprese parole e immagini?) il male peggiore della sua Chiesa, dal quale deriva il clericalismo, il potere di casta dei chierici che, dietro il viscidume del paravento della “rigidità” dottrinale”, trescano in affari, piaceri e “chiacchiericci”. Ieri, al tempo cioè dei papi “libertini” come li ha chiamati lui e pure oggi.Francesco ne avrebbe parlato chiaramente, solo che Fabio Fazio, privo purtroppo della spalla libera di Luciana Littizzetto, gli avesse chiesto di celibato e  pedofilia, persecuzioni dei cristiani nel mondo, oboli per i poveri che sarebbero  finiti in reprensibili investimenti immobiliari, parcelle milionarie a faccendieri e paradisi fiscalmente terrestri.Avrebbe forse ripetuto quel  “chi sono io per giudicare?”, detto mentre ordinava la riapertura delle aule di giustizia del suo Stato.Se, con Fazio, Francesco  ha  accennato a suoi più recenti predecessori “santi”, Giovanni e Paolo, il giorno dopo, ai seminaristi lombardi,  ha detto di un loro ex collega diventato poi  papa Pio XI, quello della conciliazione con lo Stato italiano, i cui “gesti valevano più di mille parole perché era uno con personalità…per dirlo in modo fine”. Quando ci vuole ci vuole, dunque, e meno male che Jorge Bergoglio c’è e non ha fatto il macellaio, come sognava da bambino per i soldi che la vendita della carne secondo lui procurava.Soldi che, il 31 gennaio, nell’udienza a una delegazione della Agenzia delle Entrate guidata dall’Ernesto fratello del suo capo della comunicazione, aveva difeso così: “la Bibbia non demonizza il denaro, ma invita a farne l’uso giusto”, aggiungendo, però: “non è facile”. E si vede.Renzo Trappolini Condividi la notizia:Tweet 9 febbraio, 2022